Quest'antologia poetica nacque a seguito del successo che ebbe una trasmissione televisiva pomeridiana in onda sulla Rai tra il 1996 ed il 2002. Tale trasmissione, concepita e diretta da Paolo Limiti (1940-2017), dedicava un piccolo spazio alla poesia; tale spazio era gestito dallo scrittore Alessandro Gennari (Mantova 1949 - ivi 2000), che in maniera concisa presentava al pubblico un poeta più o meno famoso, per poi recitarne una poesia. Anch'io seguivo assiduamente questo programma di varietà (si occupava per lo più di canzoni del passato), ed attendevo proprio il momento in cui il conduttore si sarebbe seduto sulla poltroncina accanto a quella di Gennari, per parlare di un altro poeta. Ricordo anche l'indubbia bravura dello scrittore mantovano nella recitazione dei versi, a cui va aggiunta quella di cantare alcune canzoni popolari di Fabrizio De André, come La guerra di Piero. Nel libro di cui parlo in questo post, sono presenti gran parte delle poesie che Gennari introdusse e recitò nella trasmissione diretta da Limiti. Alla fine dell'antologia figurano anche due testi dello scrittore mantovano, preceduti da un commento sagace e ironico, che dà l'idea della popolarità avuta in quel breve periodo di tempo; ne riporto soltanto la prima parte:
Da un recente sondaggio è emerso che sono il poeta più popolare d'Italia. Del resto da due anni, ogni giorno, di fronte a un vasto pubblico Paolo Limiti mi interpella dicendo: «Passiamo ora al nostro poeta», «Sentiamo che cosa ha da dire il poeta». Centinaia di lettere mi giungono ogni mese, indirizzate «al poeta», con o senza aggettivi. Questo titolo, che più volte mi è stato attribuito dai giornali e anche da un telegiornale della sera, mi lusinga e mi onora; devo però precisare ancora una volta che non ho mai pubblicato poesie, nemmeno una sola. È vero che di poesia mi sono sempre occupato, con passione ed entusiasmo, organizzando convegni e pubblicando riviste, ma ho sempre preferito tenere nel cassetto i miei versi e credo che questo, mantenendomi sopra le parti, abbia giovato alle mie relazioni con i poeti.
Chiarito tutto ciò, Gennari prosegue la sua presentazione parlando di come, accidentalmente, fu scambiato per poeta "autentico"; infine dedica poche parole alle due poesie inedite da lui stesso scritte, che chiudono il volume.
Ecco, infine, i nomi di tutti i poeti presenti in Le poesie che amo.
LE POESIE CHE AMO
Vincente Aleixandre, Manuel Altolaguirre, Angelo Barile, Gustavo Adolfo Béquer, Umberto Bellintani, Bertolt Brecht, George Gordon Byron, Lorenzo Calogero, Dino Campana, Vincenzo Cardarelli, Giosue Carducci, Giorgio Celli, Luis Cernuda, Guelfo Civinini, Sergio Corazzini, Gabriele D'Annunzio, Dante, Rubén Darìo, Edmondo De Amicis, Emily Dickinson, Gerardo Diego, Ugo Foscolo, Robert Frost, Corrado Govoni, Guido Gozzano, Arturo Graf, José Hierro, Langston Hughes, Juan Ramon Jiménez, Rudyard Kipling, Giacomo Leopardi, Antonio Machado, Katherine Mansfield, Marco Valerio Marziale, Edgar Lee Masters, Eugenio Montale, Vinicius de Moraes, Marino Moretti, Alvaro Mutis, Ada Negri, Arturo Onofri, Giovanni Pascoli, Boris Pasternak, Cesare Pavese, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, William Shakespeare, Percy Bysshe Shelley, Wallace Stevens, Johann Ludwig Tieck, Niccolò Tommaseo, David Maria Turoldo, Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri, Paul Verlaine, Walt Whitman, William Butler Yeats, Alessandro Gennari.
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