Io credo
all'uccellino batticoda:
che ci porti il
buon anno.
Scorre liscio su
l'umido tappeto
di bruni muschi,
alla soglia del mare,
sosta un tratto a
beccare, e poi di nuovo
scivola via come
una spola, vola,
sparisce in
cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello,
affusolato, grigio e bianco:
porta, certo, il
buon anno.
Augurio di Capodanno è il titolo di una poesia di Diego
Valeri (Piove di Sacco 1887 - Roma 1976), leggibile alla pagina 361 del volume Poesie (Mondadori, Milano 1962), in cui il poeta veneto volle
inserire tutta la sua produzione in versi - ad esclusione di una parte da lui rinnegata - pubblicata fino a quell’anno. L’augurio del titolo,
riferito alla festa del Capodanno, fantasiosamente è dato al poeta
dall’uccellino batticoda; quest’ultimo, detto anche Ballerina bianca o
Motacilla alba, è un passeriforme facilmente osservabile sia nel continente
europeo che in quello asiatico. Lo si riconosce per il caratteristico piumaggio
bianco, grigio e nero, oltre che per la lunga coda agitata costantemente dal
pennuto (da qui nasce il soprannome citato da Valeri). Ma perché il poeta pensa
che porti fortuna, e la sua vista rappresenti un sincero e concreto augurio di
buon anno? Semplicemente per la sua bellezza, e per il piacere che dà a chi lo
osserva, sorpreso dai suoi colori e dalla sua agilità. Ciò dimostra, una volta
di più, che basta poco ad un poeta, per innescare la sua infinita e
imprevedibile fantasia, e per creare una breve ma bellissima poesia,
semplicemente e spontaneamente nata da una osservazione apparentemente
insignificante avvenuta il primo giorno del nuovo anno.
Motacilla alba (Di Cherubino - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25664445) |
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