Nacque a Rio de
Janerio nel 1829 e morì a Ravenna nel 1887. Dal Brasile, dove suo padre era
esule, ben presto si spostò in Italia, dove potè iniziare gli studi. Dopo aver
frequentato l'università, divenne insegnante; fu provveditore agli studi in
molte località italiane, tra le quali Siena, Bari e Ravenna. In quest'ultima
città si spense non ancora sessantenne, a causa delle precarie condizioni di
salute che il Riccardi si portava dietro già da parecchi anni. Come poeta, inizialmente
seguì le orme del Tommaseo e del Prati; poi, si dimostrò un anticipatore di
tendenze letterarie come il realismo e la scapigliatura.
Opere poetiche
"Dall'Alpi all'Adriatico.
Ritornelli italiani", Tip. Letteraria, Torino 1860.
"Viaggio
nell'ombra. Mille versi", Galatola, Catania 1869.
"Le isole
deserte. Memorie", Loescher, Torino 1877.
"Poesie
scelte", Barbèra, Torino 1900.
Presenze in
antologie
"I Poeti
Italiani del secolo XIX", a cura di Raffaello Barbiera, Treves, Milano
1913 (pp. 1050-1052).
"Poeti
minori del secondo Ottocento italiano", a cura di Angelo Romanò, Guanda,
Bologna 1955 (pp. 107-117).
"I poeti
minori dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958
(vol. III, pp. 115-121).
"Poeti
minori dell'Ottocento", a cura di Luigi Baldacci, Ricciardi, Napoli 1958
(pp. 943-956).
"Poeti
minori dell'Ottocento italiano", a cura di Ferruccio Ulivi, Vallardi,
Milano 1963 (pp. 383-394).
"Poesia dell'Ottocento",
a cura di Carlo Muscetta ed Elsa Sormani, Einaudi, Torino 1968, Volume secondo,
pp. 1332-1373).
"Secondo
Ottocento", a cura di Luigi Baldacci, Zanichelli, Bologna 1969 (pp.
1123-1130).
"Poesia
italiana dell'Ottocento", a cura di Maurizio Cucchi, Garzanti, Milano 1978
(pp. 284-291).
Testi
SUNT LACRYMAE
RERUM
È un mattin di
Febbraio
Scialbo,
increscioso, tetro;
Piange fra l'asse
e il vetro
Della finestra il
tremulo rovajo.
Ed io le rime
appajo,
Che, obbedienti
al metro,
Corrono innanzi,
indietro,
Come la navicella
sul telajo.
Così tessendo
vado
Il mio sudario,
grado
A grado; e penso
all'opera compita,
Con una stretta
al core,
Povero tessitore,
Che odio la morte
senza amar la vita!
(da "Poesie
scelte", Barbèra, Torino 1900, p. 7)
NOX
Come i panni del
tuo letto eri bianca,
Quando affermò il dottore
Ch'eri morta, e il pretore
Che t'eri uccisa.
A niun dicesti «addio»,
E niun «addio» ti
disse. Anima stanca,
Riposa. Non
temer; tutto è compiuto.
Ché se in fiero desio
Vagheggiasti la
Notte, or che hai potuto
Abbracciarla, di
nulla ti rimembra,
O il tuo presto
partir tardi ti sembra.
(da "Poesie
scelte", Barbera, Firenze 1900, pp. 12-13)
IN CAMPO SANTO
Taci; la morta
gente
Non si risvégli,
o cara;
Congiunti nella
bara,
Noi dormirem
così:
E pregherem, che
alcuno
Non susciti,
importuno,
Il cor che
finalmente
Nel sonno
irrigidì.
(da "Poesie
scelte", Barbera, Firenze 1900, p. 14)
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