Ogni anno che
passa è una svolta
che fai, d'un
monte,
tortuosa...
Dall'alto il sol
che scintilla,
t'illumina in
fronte.
A valle scorre un
torrente.
Chi scende lo
sente
lamentarsi là in
fondo.
La strada che
avanza par molta,
aspra, petrosa,
ristretta...
Ma un giorno, tu
vedi la vetta
sognata, vicina,
e ti brilla
di gioia lo
sguardo. Finita
è ogni fatica
gravosa,
ché ormai,
lontano, là in fondo,
si snoda il
torrente
del mondo...
Ma anche finita è
la strada. Finita...
La vita.
Questa poesia è
di Francesco Cazzamini Mussi (Milano 1888 - Baveno 1952), e fa parte della
raccolta Le allee solitarie, che lo
scrittore lombardo fece stampare dall'editore Ricciardi, in Napoli, nel 1920.
Più precisamente, La solita strada si
trova a pagina 157 del suddetto volume, come nona poesia della quarta ed ultima
sezione intitolata La luce dell'anima.
Tema principale è quello della vita umana, che ciascuno di noi trascorre come
se stesse camminando su di una via montana, piena di tornanti; ad ogni tornante
superato corrisponde il decorrere di un altro anno. Il percorso, a mano a mano
che si sale, diventa sempre più impervio e faticoso; poi, improvvisamente, ci
accorgiamo che la vetta non è così lontana, e riusciamo a scorgerla in
lontananza. Quando arriviamo, finalmente, non avvertiamo più la fatica, e
abbiamo davanti agli occhi "il
torrente / del mondo". Ma proprio in questo momento ci rendiamo conto
che, al nostro arrivo, corrisponde anche la fine della strada esistenziale, e
non ci rimane che morire.
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