Cartoline di mare vecchie e nuove è il titolo di
una raccolta poetica di Nico Orengo (Torino 1944 – ivi 2009), pubblicata
dall’editore Einaudi di Torino nel 1999. Questo libro, altro non è che un
aggiornamento di Cartoline di mare
(uscito, presso lo stesso editore, quindici anni prima); rispetto a
quest’ultimo, il poeta aggiunge un’ulteriore sezione intitolata Altre cartoline, comprendente 19 nuove
poesie che, per argomento, si collegano strettamente alle 59 precedenti. Da
leggere l’introduzione di Maria Corti, già presente in Cartoline di mare. Qui, trovo che ci sia il meglio della poesia di
Nico Orengo, autore di altre memorabili raccolte come Collier per Margherita e (1977), Canzonette (1981) e la riepilogativa Narcisi d’amore (1994); le brevi poesie di questo volumetto, più che
cartoline, mi sembrano frammenti di vita animale e vegetale, circoscritti in un
ambiente che si potrebbe definire “tra terra e mare”. I luoghi sono quelli
della Liguria e della Provenza (al confine tra Italia e Francia), i personaggi
sono, tranne rarissime eccezioni, piante ed animali che vivono in questi
precisi paraggi. Orengo ne cita in grande quantità, e per tale motivo, ho
voluto fare un elenco pressoché onnicomprensivo delle specie viventi che la
fanno da protagoniste nelle 78 poesie di Cartoline
di mare vecchie e nuove:
VEGETALI: agavi, limoni, palme, pini, lavande, anemoni di mare, ulivi, alghe, sorbi, garofani, euforbie, calendule, jacarande, rosmarini, pepi, carrubi, peschi, gelsomini, mimose selvatiche, glicini, rose, oleandri, zucchini, pomodori, ranuncoli, cinerarie, betulle, ginepri, more, lantane, brachichiti, plumbagi, buganvillee.
ANIMALI: gianchetti, saraghi, acciughe, ofiure, ricci di mare, orate, granchi, anguille, murene, polipi, celacanti, dentici, mormore, dorine, tordi verdi (verdoni di mare), delfini, gronchi, pesci gatto, branzini, cavedani, artemie, cefali, cernie, meduse, tortore, tordi, rondoni, merli, verdoni, gabbiani, colombi, beccafichi, cardellini, topi, volpi, chiocciole, gatti, pipistrelli, gechi, formiche, farfalle, cicale.
Come si noterà, sia per quanto riguarda le piante, che per gli animali, ve ne sono di svariati tipi, comprendenti specie che vivono sotto la superficie del mare o in terraferma; in certe poesie, anche il mare diviene un essere vivente, e qualche volta viene in soccorso di sue creature, per aiutarle a morire. Anche le stagioni, in cui si svolgono questi spezzoni di vita, sono comprese per intero. Gli esseri umani, invece, non compaiono praticamente mai, ad eccezione di qualche sparuto pescatore, o di cacciatori (in entrambi i casi la loro presenza è negativa). Bello il frammento di Francis Ponge, che in sostanza rappresenta l’esergo della raccolta e che riporto per intero, seguito da tre fra le migliori liriche di Cartoline di mare vecchie e nuove.
CARTOLINE DI MARE
VECCHIE E NUOVE
Fino
all’avvicinarsi dei suoi limiti il mare è una cosa assai semplice che si ripete
onda dopo onda. Ma le cose più semplici in natura non si lasciano accostare
senza mettervi molte forme, fare molte cerimonie, né le più spesse senza
passare attraverso un certo assottigliamento. Perciò l’uomo, anche per
risentimento verso un’immensità che mal sopporta, si precipita ai termini o
all’intersezione delle cose grandi per definirle.
FRANCIS PONGE, Rive di mare
(traduzione
di Luciano Erba)
IL MARE PERDE
Il mare perde
con dolore il
pesce
atteso all'amo,
lo aiuta nella
lotta
stringendolo in
correnti:
per non
soffocarlo
lo spinge poi,
come
una doglia, verso
l'alto.
(da
"Cartoline di mare vecchie e nuove", Einaudi, Torino 1999, p. 22)
IL VERDONE DI
MARE
Il verdone di
mare,
che tra le alghe
prova la
resistenza
della coda,
ignora
che tra i rami
dell'ulivo
un uccello simile
nel nome
guizza, per
conoscere
l'elasticità
delle sue ali.
(da
"Cartoline di mare vecchie e nuove", Einaudi, Torino 1999, p. 42)
ESTATE DI MEDUSE
Estate di meduse,
fu una
processione:
seguivano le
stelle,
le erano sorelle:
trasparenti nella
trasparenza
dell'acqua,
cercavano
il colore:
sospese
al riccio, alla
poseidonia.
Cercavano una
consistenza
sopra un'altra
esistenza.
Erano meduse e
invidiavano
la luce
dell'aria, quella che
le brucia senza
fremito.
(da
"Cartoline di mare vecchie e nuove", Einaudi, Torino 1999, p. 76)
Un autore molto apprezzato dai Liguri!
RispondiEliminaE non solo... peccato che sia scomparso prematuramente.
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