domenica 18 luglio 2021

Le nuvole nella poesia italiana decadente e simbolista

 

Non pochi sono i simbolismi relativi alle nuvole. Iniziando dall'antichità, e in particolare, dalle credenze religiose, molti popoli vedevano le nuvole come simbolo di fertilità poiché portatrici d'acqua. Nella religione islamica invece, assurgono a simbolo di strumento divino, infatti è Allah che le muove, le accumula e fa scendere la pioggia; anche nella religione ebraica la presenza di Dio si manifesta con una nuvola. Passando all'antica Grecia, nella commedia di Aristofane intitolata appunto Le nuvole, il coro della suddetta è rappresentato dalle "Nuvole", ovvero divinità potenti che, dice Socrate: «ci rendono capaci di pensare, di parlare, di riflettere e di incantare e raggirare». Ma vi sono anche altri significati che sono stati attribuiti alle nuvole, per esempio, in quanto transitorie, possono simboleggiare la precarietà e la fuggevolezza della vita; oppure, soprattutto se portatrici di temporali, bufere ed altre precipitazioni di forte intensità, sono sinonimo di negatività, di sventura, di minaccia e di distruzione. Certo è che i poeti simbolisti hanno spesso parlato di nuvole, come dimostra il lungo elenco di poesie che segue questa breve presentazione.

 

 

Poesie sull'argomento

 

Diego Angeli: "Assonanze" in "L'Oratorio d'Amore" (1904).

Antonino Anile: "Le nubi" in "I Sonetti dell'Anima" (1907).

Giovanni Camerana: "Gloria in excelsis" in "Poesie" (1968).

Enrico Cavacchioli: "Sdegno di nuvole" in "L'Incubo Velato" (1906).

Decio Cinti: "La nuvola" in "Domenica letteraria", novembre 1896.

Guglielmo Felice Damiani: "Nuvole di settembre" in "Lira spezzata" (1912).

Marcus De Rubris: "Nubi pe'l cielo" in "Anima nova" (1906).

Augusto Ferrero: "Nubi fuggenti" in "Nuova Antologia, settembre 1906.

Emilio Girardini: "Nube solitaria" in "Chordae cordis" (1920).

Diego Garoglio: "Squarcio di nuvole" in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).

Augusto Garsia: "O nube odorosa di fresco" e "Nuvola bianca" in "Opposte voci" (1921).

Augusto Garsia: "Nuvola bianca" in "Voci del mio silenzio" (1927).

Alessandro Giribaldi: "Varcava l'impero del sole" in "Canti del prigioniero e altre liriche" (1940).

Arturo Graf: "Nuvole notturne" in "Morgana" (1901).

Arturo Graf: "Guardando in cielo" in "Le Danaidi" (1905).

Arturo Graf: "La nuvola" in "Rime della selva" (1906).

Giuseppe Lipparini: "La nuvola" in "L'ansia" (1913).

Gian Pietro Lucini: "Le Nubi" in "Il Libro delle Imagini terrene" (1898).

Gian Pietro Lucini: "Nuvola d'oro all'alba" in "Le Antitesi e le Perversità" (1971).

Tito Marrone: "Nuvole" in «Riviera Ligure», novembre 1905.

Pietro Mastri: "Le pecorelle" in "La fronda oscillante" (1923).

Arturo Onofri: "Mi parvero nubi nere..." in "Canti delle oasi" (1909).

Luigi Orsini: "Cavalcata di nuvole" Da "Canti delle stagioni" (1905).

Ernesto Ragazzoni: "Nuvole" in "Poesie" (1927).

Raffaele Salustri: "Dalla via Nomentana" in "Poesie" (1891).

Agostino John Sinadinò: "Le nuvole" in "melodie" (1900).

Alessandro Varaldo: "Una nube: sogno cupo" in "Marine liguri" (1898).

Giorgio Vigolo: "Bosco di nuvole" in "Canto fermo" (1931).

 

 

Testi

 

LA NUVOLA

MOMENTO D'INVERNO

di Decio Cinti

 

Una nuvola passa; il giorno langue.

Langue il dì in una eguale

scialba luce diffusa.

Oggi il sole pallente

soffre... Par che un mortale

tedio, un'ansia confusa

lo vincan lentamente

nel suo corso fatale.

 

Una nuvola passa; il giorno langue.

Passa una nube. Bianca,

lieve come un velo

sottil di neve, sfiora

l'immensa calma stanca

del cinerino cielo.

Giungerà a 'l sole? L'ora

scorre, lena le manca.

 

Una nuvola passa; il giorno langue.

Giungerà? par che tenda

la nube al sole, ansiosa

di avvolgerlo nel lieve

suo manto, e si difenda

l'astro sfuggendo: - Posa,

fredda nube di neve,

posa; lascia ch'io splenda!...

 

(da «Domenica Letteraria», novembre 1896)

 

 

 

 

LE NUVOLE

di Agostino John Sinadinò

 

  Un'orchestra di rose

rompe su da i cipressi

di San Miniato (fasci

di gridi ardui, inespressi).

 

  Una quadriga barbara

fingono ver' lo specchio

biondo lascivo; irrùe

fin sopra il Ponte Vecchio.

 

  Si sfanno. Indi uno stanco

figurano asfodèlio

vòlto d'adolescente

velenato d'aromi.

 

(da "Melodie", Lugano 1900)



John Constable, "Cloud Study"
(da questa pagina web)


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