domenica 1 settembre 2019

Il misticismo nella poesia italiana decadente e simbolista


Il misticismo - ovvero la propensione dell'essere umano per l'assoluto, che si concretizza seguendo vie alogiche e misteriose, che si rivelano soltanto a chi possiede una fede - nel simbolismo e nel decadentismo italiano è spesso un tema portante di versi che si rivelano anche molto belli. Ovviamente, data la tradizione e la cultura nostrana, è la religione cristiana che trova più spazio nelle poesie mistiche; eppure non sono assenti anche altri credi, come, in taluni casi, una interpretazione del cristianesimo del tutto personale, o collegata a determinate dottrine filosofiche.



Poesie sull'argomento

Carlo Basilici: "Il Canto del Mentecatto" in "Dai poemi" (1904).
Paolo Buzzi: "I funghi dell'anima" in "Aeroplani" (1909).
Giovanni Camerana: "Cantano e vanno", "Lenta e serena dalla ottagonale" e "Strofe all'Idolo" in "Poesie" (1968).
Giovanni Cavicchioli: "Io penso un idolo di bronzo" in "Palazzi incantati" (1916).
Francesco Cazzamini Mussi: "Momento religioso" in "Il cuore e l'urna" (1923).
Guelfo Civinini: "Miriam di Nazareth" in "I sentieri e le nuvole" (1911).
Auro D'Alba: "Il Piccolo Re" in "I Poeti Futuristi" (1912).
Raoul Dal Molin Ferenzona: "Orazione" da "Zodiacale. Opera religiosa" (1919).
Guglielmo Felice Damiani: "Vigilate" in "Lira spezzata" (1912).
Gabriele D'Annunzio: "Il voto" in "Elegie romane" (1892).
Luigi Donati: "Nel Chiostro" in "Le ballate d'amore e di dolore" (1897).
Giuliano Donati Pétteni: "L'Annunciazione" in "Intimità" (1926).
Aldo Fumagalli: "La canzone mistica" in "Arcate" (1913).
Luisa Giaconi: "Le due preghiere" e "Preghiera" in "Tebaide" (1912).
Giulio Gianelli: "L'Angelus del mattino" e "Alla croce" in "Tutti li angioli piangeranno" (1903).
Cosimo Giorgieri Contri: "La preghiera" in «Nuova Antologia», aprile 1906.
Alessandro Giribaldi: "L'Olocausto" in "Domenica Letteraria", Giugno 1897.
Corrado Govoni: "Anime preganti" e "Benedizione serale" in "Armonia in grigio et in silenzio" (1903).
Guido Gozzano: «Ex voto» in "La Donna", dicembre 1913.
Arturo Graf: "I dèmoni e la croce" in "Medusa" (1890).
Amalia Guglielminetti: "Mistiche" in "Le Seduzioni" (1909).
Giuseppe Lipparini: "L'idolo" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Fausto Maria Martini: "La croce" in "Poesie provinciali" (1910).
Pietro Mastri: "Il carro dell'idolo" e "Davanti al tabernacolo" in "La Meridiana" (1920).
Giovanni Pascoli: "La notte dei morti" in "Myricae" (1900).
Romolo Quaglino: "Li stiliti - Preludio" in "Dialoghi d'Esteta" (1899).
Ceccardo Roccatagliata Ceccardi: "La Santa" in "Il Libro dei Frammenti" (1895).
Giulio Salvadori: "Ricordo" in "Ricordi dell'umile Italia" (1918).
Emanuele Sella: "Flora mirabilis" e "La sua venuta" in "Il giardino delle stelle" (1907).
Emanuele Sella: "Abundantia roris" in "L'Ospite della Sera" (1922).
Emanuele Sella: "Splendono aurore e sono Solitudini" in "Il Flauto d'argento" (1932).
Giovanni Tecchio: "La preghiera" in "Mysterium" (1894).
Federigo Tozzi: "Crocefissione" in "La zampogna verde" (1911).
Domenico Tumiati: "La fiamma de le palme" e "L'incensiere" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Alessandro Varaldo: "L'Elevazione" in "Domenica Letteraria", Giugno 1897.
Remigio Zena: "In obitu Christinae virginis" in "Le Pellegrine" (1894).



Testi

CANCER. ORAZIONE
di Raoul Dal Molin Ferenzona

  Dall'oscura porta di cui sono, per servirti, il severo guardiano, le anime del Cielo scendono, o Altissimo, negli Embrioni umani e vi s'incarnano a prova della Tua bontà.
  Da la Terra a l'orbita tranquilla ove io risiedo, e da l'orbita al Tuo trono, si intersecano onde profumate di canfora e di mirto.
  Io Ti parlo, o grande Dio, perché Tu sia benigno verso quelli che la Disgrazia e la follia ànno tenacemente afferrato. Ma Tu puoi compiacerti in quelli che tengono la palma de la fecondità e de la simpatia. Amoroso di rendere più occulta ch'io possa la mia psiche magnetica e sensitiva, sono ben fiero dei poteri da Te avuti di attrarre le genti al Tuo culto.
  Nella mia doppia Casa diurna e notturna, alacremente si opera ne l'attualità il parallelo tra il positivo e il negativo.
  Io ti prego nel senso riflessivo de la mia virtù cardinale, e per la maternità Nâma-Rûpa.
  Per le contrade de la Numidia a stuolo vanno le pantere ululando in Tua lode: guardano disegnarsi nel cielo due cerchi congiunti, l'uno d'aria e l'altro di fuoco, entro cui apparisce il Drago-Serpente dalla testa di sparviero.
  Le pantere che portano su la spalla l'arco crescente e decrescente de la Luna ululano, e il coro delle rane è ritmico, e tra i palmeti le jene cambiano di sesso, mute e tremanti.
  Gli alberi sono in piena linfa, vibrano nella Terra le radici, i metalli si concentrano maggiormente nella loro solidità e le pietre intensificano il loro colore - per lodarti, o Spazio divino di Dodici Spazi!

(da "Zodiacale", Ausonia, Roma 1919)




LI STILITI - PRELUDIO
di Romolo Quaglino

Armonia di antichi marmi
  alita, bianca, ne la notte, -
  fremito di piume,
  gorgheggio di voci infantili:
  armonia luminosa,
  ne l'etere azzurro,
  rutilante o pallida per le stelle.

Come timida anima,
  fra i fantasmi della lussuria,
  il tempio sale e prega
  nel serto bieco dei Mostri.
In alto brilla, come un faro,
  la Madonna,
  sola ne l'orizzonte, a la luna.

(da "Dialoghi d'Esteta", Treves, Milano 1899)



Pierre Puvis de Chavannes, "Christian Inspiration"
(da questa pagina web)

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