Il misticismo -
ovvero la propensione dell'essere umano per l'assoluto, che si concretizza
seguendo vie alogiche e misteriose, che si rivelano soltanto a chi possiede una
fede - nel simbolismo e nel decadentismo italiano è spesso un tema portante di
versi che si rivelano anche molto belli. Ovviamente, data la tradizione e la
cultura nostrana, è la religione cristiana che trova più spazio nelle poesie
mistiche; eppure non sono assenti anche altri credi, come, in taluni casi, una
interpretazione del cristianesimo del tutto personale, o collegata a determinate
dottrine filosofiche.
Poesie sull'argomento
Carlo Basilici:
"Il Canto del Mentecatto" in "Dai poemi" (1904).
Paolo Buzzi: "I
funghi dell'anima" in "Aeroplani" (1909).
Giovanni Camerana:
"Cantano e vanno", "Lenta e serena dalla ottagonale" e
"Strofe all'Idolo" in "Poesie" (1968).
Giovanni Cavicchioli:
"Io penso un idolo di bronzo" in "Palazzi incantati"
(1916).
Francesco Cazzamini
Mussi: "Momento religioso" in "Il cuore e l'urna" (1923).
Guelfo Civinini:
"Miriam di Nazareth" in "I sentieri e le nuvole" (1911).
Auro D'Alba: "Il
Piccolo Re" in "I Poeti Futuristi" (1912).
Raoul Dal Molin
Ferenzona: "Orazione" da "Zodiacale. Opera religiosa"
(1919).
Guglielmo Felice
Damiani: "Vigilate" in "Lira spezzata" (1912).
Gabriele D'Annunzio:
"Il voto" in "Elegie romane" (1892).
Luigi Donati:
"Nel Chiostro" in "Le ballate d'amore e di dolore" (1897).
Giuliano Donati
Pétteni: "L'Annunciazione" in "Intimità" (1926).
Aldo Fumagalli:
"La canzone mistica" in "Arcate" (1913).
Luisa Giaconi:
"Le due preghiere" e "Preghiera" in "Tebaide"
(1912).
Giulio Gianelli:
"L'Angelus del mattino" e "Alla croce" in "Tutti li
angioli piangeranno" (1903).
Cosimo Giorgieri
Contri: "La preghiera" in «Nuova Antologia», aprile 1906.
Alessandro Giribaldi:
"L'Olocausto" in "Domenica Letteraria", Giugno 1897.
Corrado Govoni:
"Anime preganti" e "Benedizione serale" in "Armonia in
grigio et in silenzio" (1903).
Guido Gozzano: «Ex
voto» in "La Donna", dicembre 1913.
Arturo Graf: "I
dèmoni e la croce" in "Medusa" (1890).
Amalia
Guglielminetti: "Mistiche" in "Le Seduzioni" (1909).
Giuseppe Lipparini:
"L'idolo" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)"
(1916).
Fausto Maria Martini:
"La croce" in "Poesie provinciali" (1910).
Pietro Mastri:
"Il carro dell'idolo" e "Davanti al tabernacolo" in
"La Meridiana" (1920).
Giovanni Pascoli:
"La notte dei morti" in "Myricae" (1900).
Romolo Quaglino:
"Li stiliti - Preludio" in "Dialoghi d'Esteta" (1899).
Ceccardo
Roccatagliata Ceccardi: "La Santa" in "Il Libro dei
Frammenti" (1895).
Giulio Salvadori:
"Ricordo" in "Ricordi dell'umile Italia" (1918).
Emanuele Sella:
"Flora mirabilis" e "La sua venuta" in "Il giardino
delle stelle" (1907).
Emanuele Sella:
"Abundantia roris" in "L'Ospite della Sera" (1922).
Emanuele Sella:
"Splendono aurore e sono Solitudini" in "Il Flauto
d'argento" (1932).
Giovanni Tecchio:
"La preghiera" in "Mysterium" (1894).
Federigo Tozzi:
"Crocefissione" in "La zampogna verde" (1911).
Domenico Tumiati:
"La fiamma de le palme" e "L'incensiere" in "Musica
antica per chitarra" (1897).
Alessandro Varaldo:
"L'Elevazione" in "Domenica Letteraria", Giugno 1897.
Remigio Zena:
"In obitu Christinae virginis" in "Le Pellegrine" (1894).
Testi
CANCER. ORAZIONE
di Raoul Dal Molin
Ferenzona
Dall'oscura porta di cui sono, per servirti,
il severo guardiano, le anime del Cielo scendono, o Altissimo, negli Embrioni
umani e vi s'incarnano a prova della Tua bontà.
Da la Terra a l'orbita tranquilla ove io
risiedo, e da l'orbita al Tuo trono, si intersecano onde profumate di canfora e
di mirto.
Io Ti parlo, o grande Dio, perché Tu sia
benigno verso quelli che la Disgrazia e la follia ànno tenacemente afferrato.
Ma Tu puoi compiacerti in quelli che tengono la palma de la fecondità e de la
simpatia. Amoroso di rendere più occulta ch'io possa la mia psiche magnetica e
sensitiva, sono ben fiero dei poteri da Te avuti di attrarre le genti al Tuo
culto.
Nella mia doppia Casa diurna e notturna,
alacremente si opera ne l'attualità il parallelo tra il positivo e il negativo.
Io ti prego nel senso riflessivo de la mia
virtù cardinale, e per la maternità Nâma-Rûpa.
Per le contrade de la Numidia a stuolo vanno
le pantere ululando in Tua lode: guardano disegnarsi nel cielo due cerchi
congiunti, l'uno d'aria e l'altro di fuoco, entro cui apparisce il
Drago-Serpente dalla testa di sparviero.
Le pantere che portano su la spalla l'arco
crescente e decrescente de la Luna ululano, e il coro delle rane è ritmico, e
tra i palmeti le jene cambiano di sesso, mute e tremanti.
Gli alberi sono in piena linfa, vibrano nella
Terra le radici, i metalli si concentrano maggiormente nella loro solidità e le
pietre intensificano il loro colore - per lodarti, o Spazio divino di Dodici
Spazi!
(da "Zodiacale", Ausonia, Roma 1919)
LI STILITI - PRELUDIO
di Romolo Quaglino
Armonia di antichi
marmi
alita, bianca, ne la notte, -
fremito di piume,
gorgheggio di voci infantili:
armonia luminosa,
ne l'etere azzurro,
rutilante o pallida per le stelle.
Come timida anima,
fra i fantasmi della lussuria,
il tempio sale e prega
nel serto bieco dei Mostri.
In alto brilla, come
un faro,
la Madonna,
sola ne l'orizzonte, a la luna.
Pierre Puvis de Chavannes, "Christian Inspiration" (da questa pagina web) |
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