Nacque a
Montegiorgio, in provincia di Fermo, nel 1876 e morì in circostanze misteriose nell'isola di Capri,
nell'agosto del 1915. Musicista, in gioventù fu valido violinista ed entrò a
far parte della prestigiosa orchestra diretta da Arturo Toscanini. Si dedicò,
in seguito, alla letteratura, collaborando con suoi scritti a giornali,
periodici e riviste come Il Mattino, La Voce, Poesia e Prose; di
quest'ultima rivista fu anche direttore. Dopo qualche anno trascorso a Firenze,
andò ad abitare a Roma. Qui si ammalò e rimase, per il resto della sua vita,
fortemente segnato dalla malattia. Attratto dal simbolismo e dal decadentismo
francese, scrisse poesie, prose poetiche ed articoli che ne ricalcano gli echi.
Solo recentemente è stata pubblicata un'opera che raccoglie la sua produzione
letteraria.
Opere poetiche
"Trittico
della Vergine", Voghera, Roma 1901.
"Sonata
Patetica", Libreria Editrice Nazionale, Milano 1904.
"De
profundis clamavi ad te", Tip. della Biblioteca di Cultura Liberale,
Firenze 1905.
"Da un
velo", Revue Du Nord, Roma, 1905.
"Corde della
grande Lira", Tip. Cooperativa Sociale, Roma 1906.
"Distacco",
Lux, Roma 1908.
"Il
veleno", Baldoni, Firenze 1912.
"Tetano
metafisico. Tutte le opere", Aragno, Milano 2017.
Frontespizio del volume "Giuseppe Vannicola: Tetano metafisico. Tutte le opere", Aragno, Milano 2017 |
Presenze in
antologie
"Poeti
simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni
Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. 1, pp. 195-197; vol. 2, pp.
275-276; vol. e, pp. 281-285).
"Dal
simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981 (tomo
primo, pp. 245-248).
Testi
CAUSA NOSTRAE LAETITIAE
(frammento)
- Adorate!
Plaudite! -
l'inno del Sole
clamava esultando -
Io la magna, io
la terribile
Gloria, principio
e fine,
potente Dea -
potente demone,
bugiardo libro de
l'Enigma eterno:
una insidiosa
face brillante,
tropicale di
sogni iridescenti.
E corro e mi spazio,
e incorono di
porpora la terra
vibrando,
irragiando!
Poi a meriggio,
avvivata la fiamma
del suo
desiderio, io scendo a l'occaso
accarnandola a
vespero,
e la rimuto in un
agro di sangue,
Io triumphe!
Plaudite! Adorate!
Tra le mie
braccia disserro
a le anime,
nobili sogni
e nobili chimere,
d'un'altra vita
armoniosa a' cieli
vol di speranze
inutilmente altere.
Come m'invengo in
un'anima pura
che, rutilante di
nativo lume
salva non so per
quali forze arcane
alta si tiene per
l'immane fiume
a spiare del ciel
luci lontane
e lontano parlar
di vita eterna,
bugiarda gloria a
la sua fronte attorco
col caldo
fluttuar di baci e il raggio
d'appetiti
terreni impreveduti.
...
(da
"Trittico della Vergine", 1901)
DE PROFUNDIS
CLAMAVI AD TE (frammento)
Beethoven è
l'uomo del silenzio.
L'uomo che la
parola può appena avvicinare; l'uomo che, avviluppato di silenzio, ispira e
comanda il silenzio; l'uomo per cui il silenzio è atmosfera musicale.
Le montagne
s'alzano nel suo profondo su le montagne; le montagne gettano nel suo profondo
un'ombra densa e vastissima; le montagne nel suo profondo fanno silenzio.
Un silenzio che
abbraccia tutto nelle sue profondità.
Un silenzio che
non determina, ma che riposa e comprende.
Un silenzio che
comprende nel suo riposo le musiche che hanno aperto al silenzio orizzonti
nuovi, le musiche per cui il silenzio si solleva sul silenzio e le montagne su
le montagne, in un Infinito più infinito, in un Silenzio più silenzioso.
(da "De
profundis clamavi ad te", 1905)
CORDE DELLA
GRANDE LIRA (frammento)
Dio: Figura sublime dell'uomo; vigna degli umani desideri;
catena delle umane speranze; risultato delle umane volontà; sintesi delle umane
idee; nome perfetto dell'umana scienza; Uomo dell'uomo.
(da "Corde della
grande Lira", 1906)
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