Nacque a Palazzo
Canavese nel 1894 e morì a Rapallo nel 1968. Laureatosi in giurisprudenza,
divenne avvocato dedicandosi, nel contempo, al giornalismo e alla letteratura.
Cominciò a pubblicare volumi poetici sull'orlo dei quarant'anni; della sua
lirica si occuparono insigni critici come Francesco Flora e Luciano Anceschi.
La fase migliore della sua poesia è identificabile nei volumi usciti tra il
1946 ed il 1950; qui si nota una netta vicinanza all'ermetismo e alla poesia
pura, evidenziata dall'uso di un linguaggio essenziale e analogico.
Opere poetiche
"L'inganno",
Vigna, Modena 1933.
"Chiaro
mondo", Guanda, Modena 1936.
"Sei
poesie", Allegretti di Campi, Milano 1942.
"Poesie",
Scheiwiller, Milano 1946.
"Sequenze
d'autunno", Mondadori, Milano 1950.
"La sagra
delle nuvole", Rebellato, Padova 1958.
Testi
IL FIORE
Tardo fiore,
prodigio
Che lungi aprile
chiama,
In cima al ramo
segreto
D'albero vano.
Morte t'accima,
Ombra che di
vertigini
Affolta esangue
riso,
Consolerai la
notte,
Mistico profumo.
(da
"Poesie")
SEQUENZA
D'AUTUNNO
Il breve tempo
Che mi dissero
cieli,
- Oh, fuggitivi!
-
Da te mi venne, e
il tuo sorriso acerbo.
Ecco i tramonti
solitari
In fuga a plaghe
Senza turbamento,
Ore felici.
In te m'appago
Come in chiari
picchi
Una ferita luce
d'autunni.
Ore felici a
sbaraglio di cieli
Vivemmo assieme,
Fraterna
ribellione;
Al suo potere
Ci fallò morte.
Ore felici,
tempo,
Ombri tu a un
precoce,
Scorcio d'affanni,
Larve che
dechini.
Perime il raggio
ed il sorriso immola
Sgomenta nebbia.
Ròca scintilla in
cuor s'abbuia,
E di tempesta
Pasce proterva
sfera.
Ai lenti esili
Migra l'affranto
riso degli autunni.
(da
"Sequenze d'autunno")
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