Inutile che dica
quanto fa male fumare, poiché non sarebbe certamente una notizia nuova, né
interessante; dirò che in queste dieci poesie il fumo delle sigarette ha quasi
sempre valenza positiva, poiché diviene un'occasione di conoscenza, d'amicizia,
di complicità, d'amore, di rifugio e di gioco. D'altronde, questo argomento ha
trovato sempre spazio nei versi dei migliori poeti del mondo, dalla celebre La cigarette di Jules Lafourge ai giorni
nostri. Leggendo queste poesie si noteranno delle citazioni
riguardanti marche di sigarette che non esistono più da tempo (le Giuba e le
Nazionali), e si scoprirà che già tanti anni or sono esistevano dei locali per
fumatori. Per quanto riguarda il frammento di Federigo Tozzi qui presente, mi
sembra opportuno precisare che non si tratta di vera e propria poesia, ma di prosa
poetica.
FUMO DI SIGARETTE
di Sibilla Aleramo
Fumo di sigarette.
Accenno di sorriso.
E di nuovo fumo,
spire leggiere,
dalle mie labbra,
dalle sue labbra,
tutte le sere
qualche minuto,
dal suo balcone,
dalla mia finestra,
spire leggiere,
sbocciar di sorriso,
e non sa la mia voce
e non so la sua,
solo,
traverso le spire di
fumo
i suoi occhi mi
piacciono,
gli piacciono i miei
occhi,
tutte le sere
qualche minuto,
un saluto
di spire
di fumo,
lievezza graziosa di
gesto,
silenziosa
irresistibile gaiezza,
minuscolo punto di
fuoco
alto su l'addormentato
cortile,
e niente più,
così,
mentre presso la
lampada
il lavoro attende,
l'anima attende,
qualche minuto
tutte le sere
per qualche sera,
spire leggiere
spire leggiere.
(da
"Momenti", Bemporad e Figlio, Firenze 1921)
SIGARETTA
di Libero De Libero
e te ne andrai
con parole nevose
nel fumo anima di
sigaretta
passando e ripassando
ombra
nell'inverno di
calce,
e tu ne conosci di
eventi
solo andando lontano
piange la morte con
gli occhi
dei superstiti
dissetando un addio
di fazzoletti.
(da "Le
poesie", Bulzoni, Roma 2011)
IL PACCHETTO DI
NAZIONALI
di Alfonso Gatto
Una storia gualcita
in poche ore,
questa in effigie sul
pacchetto vuoto
di Nazionali, ma
bruciò l'umore
nell'uggiosa mattina.
Al vetro immoto
di luce ogni pensiero
era nel fumo
della buona tristezza
che accompagna
la mano a
rassegnarsi, nel suo dumo
vinoso arrugginiva la
campagna
sfioccata dalle
nebbie. Pere e mele
vedevo e sulla
funebre etichetta
della bottiglia
schiccheri di miele,
mosche d'inchiostro,
un tremolìo vermiglio.
Vedevo i miei
pensieri nell'agrore
della mattina non
aver consiglio,
ma la grazia corrente
dell'amore.
Così dipinsi quello
che s'aspetta
di vedere per caso
aprendo gli occhi.
(da "Tutte le
poesie", Mondadori, Milano 2005)
NEL FUMO
di Eugenio Montale
Quante volte t'ho
atteso alla stazione
nel freddo, nella
nebbia. Passeggiavo
tossicchiando,
comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi
soppresse dal ministro
dei tabacchi, il
balordo!
Forse un treno
sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo
le carriole
dei facchini se mai
ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu
dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima.
È un ricordo
tra tanti altri. Nel
sogno mi perseguita.
(da "Tutte le
poesie", Mondadori, Milano 1990)
AVANTI CENA
di Virgilio Paganello
Alta quiete la stanzetta
regna.
Tremano le pareti
come maglia
a la lucerna che su
la tovaglia,
grande un' aureola
intorno a sé disegna.
E mentre io scorro
rapido il giornale,
la sigaretta accesa,
Lidia attenta,
da le braccia materne
afferrar tenta
il fumo che ne l'aria
lento sale.
(da
"Intime", De Schönfeld, Zara 1920)
LA SIGARETTA
di Aldo Palazzeschi
Se ti guardo
sostenuta
fra due giovani
labbra
con delicatezza,
come un atto d'amore
si diffonde nel mio
animo
a provocarvi una
carezza.
E non appena
incontrandoti
uno ti chiede col
gesto
di accendere la sua
il tuo modo di
porgerla,
liberata dalla cenere
perché più facilmente
possa accenderla,
rivela insieme una
gioia segreta
più grande in quello
che offre
che in quello che
domanda,
quasi lo scambio di
un bacio
fra due sconosciuti
per un bisogno di
tenerezza.
(da "Tutte le
poesie", Mondadori, Milano 2002)
DUE SIGARETTE
di Cesare Pavese
Ogni notte è la
liberazione. Si guarda i riflessi
dell’asfalto sui
corsi che si aprono lucidi al vento.
Ogni rado passante ha
una faccia e una storia.
Ma a quest’ora non
c’è più stanchezza: i lampioni a migliaia
sono tutti per chi si
sofferma a sfregare un cerino.
La fiammella si
spegne sul volto alla donna
che mi ha chiesto un
cerino. si spegne nel vento
e la donna delusa ne
chiede un secondo
che si spegne: la
donna ora ride sommessa.
Qui possiamo parlare
a voce alta e gridare,
che nessuno ci sente.
Leviamo gli sguardi
alle tante finestre –
occhi spenti che dormono –
e attendiamo. La
donna si stringe le spalle
e si lagna che ha
perso la sciarpa a colori
che la notte faceva
da stufa. Ma basti appoggiarci
contro l’angolo e il
vento non è più che un soffio.
Sull’asfalto consunto
c’è già un mozzicone.
Questa sciarpa veniva
da Rio, ma dice la donna
che è contenta
d’averla perduta, perché mi ha incontrato.
Se la sciarpa veniva
da Rio, è passata di notte
sull’oceano inondato
di luce dal gran transatlantico.
Certo, notti di
vento. È il regalo di un suo marinaio.
Non c’è più il
marinaio. La donna bisbiglia
che, se salgo con
lei, me ne mostra il ritratto
ricciolino e
abbronzato. Viaggiava su sporchi vapori
e puliva le macchine:
io sono più bello.
Sull’asfalto c’è due
mozziconi. Guardiamo nel cielo:
la finestra là in
alto – mi addita la donna – è la nostra.
Ma lassù non c’è
stufa. La notte, i vapori sperduti
hanno pochi fanali o
soltanto le stelle.
Traversiamo l’asfalto
a braccetto, giocando a scaldarci.
(da "Lavorare
stanca", Einaudi, Torino 1943)
BRUCIANO INSIEME
di Alberico Sala
Tra mille volti, nel
cinema buio,
mi cerchi. La
domenica, il caldo,
il grigioverde non
concedono spazio.
Nel corridoio bagnato
la sigaretta
spiccata dal tuo
labbro s'incenera.
La mia, in volo, la
raggiunge:
bruciano insieme
quietamente.
(da "Un amore
finito male", Mondadori, Milano 1963)
UNA SERA D'ESTATE...
di Federigo Tozzi
Una sera d'estate mi sedei a piè d'un greppo
e cominciai a fumar sigarette l'una dopo l'altra. Era molto scuro, e le stelle
parevano così piccole che certo avrebbero bucato. Avrei voluto con me un amico
per parlare di qualche cosa, o meglio per ascoltarlo. Quando voglio bene ad un
amico, mi piace di più star zitto fumando.
Quasi annoiato e intristito a star lì,
appuntellai le mani su l'erba e feci per alzarmi. Allora un grillo, così vicino
che non
raccapezzavo dove, cominciò a cantare. Era tra le mie ginocchia, forse? Era
dietro di me? Né meno. M'era saltato addosso? Mi scossi tutto: no. Dovetti
andarmene, e mi misi a piangere.
(da
"Bestie", SE, Milano 1994)
I FUMATORI
di Giorgio Vigolo
Delle volte la mia
grande stanchezza
s'accascia su una
sedia di caffè
semibuio alla
periferia
dove nessuno
s'incontra
fuori di alcuni
vecchi
che fumano
silenziosi,
affondati nel lontano
tempo
della loro gioventù
perduta.
Fra i nudi muri
al fioco lume si crea
un'aria spenta
di luogo fuori del mondo,
riparato dai rumori,
diviso dalla presenza
offensiva dell'uomo.
Quei vecchi sembrano
dipinti;
e allora a poco a
poco m'accade
che in breve
dolcissimo sonno
per qualche istante
io riposi.
(da "La luce
ricorda", Mondadori, Milano 1967)
William Turner Dannat, "Spanish Girl making Cigarettes" (da questa pagina web) |
Un post interessantissimo! Mi piace questa selezione di poesie a tema, e poi essendo una fumatrice mi diverto a trovare la poesia persino in un vizio dannoso! Spero che pubblicherai altre raccolte di poesie a tema come questa, l'ho apprezzata davvero molto :)
RispondiEliminaTi ringrazio, sicuramente lo farò!
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