domenica 23 settembre 2018

I luoghi mistici nella poesia italiana decadente e simbolista


Non è la prima volta che riunisco in un unico post poesie riguardanti argomenti strettamente collegati. In questo caso si parla di luoghi religiosi, e vi compaiono, quindi, cattedrali, chiese, conventi, monasteri, santuari, templi ecc. Oltre al misticismo, che è, naturalmente, l'elemento principale di questi versi, si nota una ricerca costante di silenzio, di pace e d'isolamento. Soprattutto quando si parla di conventi, chiostri, santuari e chiese abbandonate, c'è, sottinteso, un bisogno urgente di isolarsi dal mondo esterno e, più in generale, dall'aspetto materialistico della vita moderna. Questi precisi luoghi possono facilitare, nei poeti presi in esame, la possibilità di raccogliersi intimamente e di poter aspirare ad un'esistenza tutta spirituale, senza tentazioni o distrazioni. A conferma della ricerca d'isolamento, si possono citare alcuni emblematici titoli dei componimenti poetici, che contengono vocaboli indicanti distacco, lontananza e solitudine (ad esempio: Aventino, Chiesa rurale, Cappella in campagna, Le sperdute, L'isola canora). Ma vi sono anche situazioni differenti, come succede in Santuario di Giovanni Camerana, dove il poeta, rivolgendosi da una compagna dell'infanzia o dell'adolescenza, invita ad un ritorno nel luogo sacro che vide, per i due, momenti indimenticabili (una sorta di paradiso perduto). Pure la Vecchia cattedrale descritta da Corrado Corradino custodisce cose e fatti avvenuti molti anni prima, ma è divenuta ormai: Un sarcofago immane / Dove dorme il passato in sepoltura. Terrificante e funerea è la poesia In chiesa di Arturo Graf, tutta concentrata nel descrivere, parlando dell'interno dell'edificio religioso, gli effetti visivi, musicali ed emozionali che è capace di suscitare tale spazio. Passando ai versi dedicati ai luoghi religiosi "non cristiani", la poesia Il tempio pagano di Aldo Palazzeschi è piena di atmosfere misteriose e inquietanti; non lontana da quest'ultima, L'antro sacro di Arturo Graf tratteggia un posto nascosto che mantiene un sentore mistico alquanto enigmatico. Un anomalo effetto ottico scaturisce dalla visione di un Tempio sull'oceano, delineato da Angiolo Orvieto in modo affascinante e fantasioso. Salvatore Quasimodo infine, in un manoscritto giovanile pubblicato molti anni dopo la sua morte, parla di un tempio immaginario, immerso in un'aura favolosa e sognante.



Poesie sull'argomento

Mario Adobati: "Il convento della pace" e "Tebaide" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).
Diego Angeli: "Aventino" in "L'Oratorio d'Amore" (1904).
Bino Binazzi: "La cattedrale" in "Turbini primaverili" (1910).
Umberto Bottone: "Chiesa parata a morto" in "Lumi d'argento" (1906).
Umberto Bottone: "Santa Francesca Romana. A Rosario, defunto" in "L'Ippogrifo", dicembre 1907.
Giovanni Camerana: "Santuario" in "Poesie" (1968).
Giuseppe Caruso: "I Conventi" in «La Fiorita», agosto-settembre 1907.
Giovanni Alfredo Cesareo: "Alto silenzio tiene" in "Poemi dell'ombra" (1923).
Stefano Cesare Chiappa: "Alla Certosa di S. Maria. Ballata" in «L'Amore Illustrato», dicembre 1898.
Guelfo Civinini: "Chiesa rurale" in "L'Urna" (1900).
Sergio Corazzini: "La chiesa" in "Fracassa", luglio 1903.
Sergio Corazzini: "Cappella in campagna" in "L'amaro calice" (1905).
Corrado Corradino: "Vecchia cattedrale" in "Su pe 'l calvario" (1889).
Giovanni Croce: "Le sperdute" in "L'anima di Torino" (1911).
Luigi Donati. "Nel Chiostro" in "Poesia di passione" (1928).
Luisa Giaconi: "Tebaide" e "Il tempio" in "Tebaide" (1912).
Corrado Govoni: "Tabernacolo" in "Le Fiale" (1903).
Corrado Govoni: "La cattedrale" e "Convento in miniatura" in "Armonia in grigio et in silenzio" (1903).
Corrado Govoni: "La cattedrale" in "Poesie elettriche" (1911).
Arturo Graf: "In chiesa" in "Medusa" (1990).
Arturo Graf: "L'antro sacro" in "Le Danaidi" (1905).
Giuseppe Lipparini: "Il chiostro" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Gian Pietro Lucini: "La Catedrale" in "Il Libro delle Imagini terrene" (1898).
Arturo Onofri: "L'isola canora" in "Liriche" (1914).
Angiolo Orvieto: "Tempio" in "La Sposa Mistica. Il Velo di Maya" (1898).
Angiolo Orvieto: "Tempio sull'oceano" in "Verso l'Oriente" (1923).
Aldo Palazzeschi: "Il tempio pagano" in "I cavalli bianchi" (1905).
Giovanni Pascoli: "Il santuario" in "Myricae" (1900).
Francesco Pastonchi: "Chiesa abbandonata" in "Dai nostri poeti viventi" (1903).
Salvatore Quasimodo: "Il tempio" in "Bacia la soglia della tua casa" (1981).
Yosto Randaccio: "Chiesa abbandonata" in "Poemetti della convalescenza" (1909).
Emanuele Sella: "L'infinita tristezza che mi opprime" in "Il giardino delle stelle" (1907).
Agostino john Sinadinò: "Trinity church - Broadway" in "Il Dio dell'attimo" (1924).
Domenico Tumiati: "Campanile antico" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Giuseppe Villaroel: "Monastero" in "La tavolozza e l'oboe" (1918).



Testi

LA CATTEDRALE
di Corrado Govoni

Le case ànno de le fisionomie
di un ingenuo seminario
che fosse un tabernacolo sacramentale;

le chiese sono le diverse sacrestie,
il gran Castello è il battistero solitario
e il Duomo antico è l'unico confessionale.

I conventi velati da la nebbia tetra
ognuno pare una Certosa d'egiziane
mummie racchiuse dentro candidi corredi;

i campanili sono i pulpiti di pietra
da cui sbracciano le campane
le loro giornaliere prediche.

I cerei dei lampioni, per la povertà
de le vie, le navate, ne la loro casupola
accendon de le rose thee votive;

e su la Chiesa de la città
il cielo incurvasi come una cupola
tempestata di sfolgoranti stelle vive.

(da "Armonia in grigio et in silenzio")




IL TEMPIO PAGANO
di Aldo Palazzeschi

Son cento le arcate che forman la loggia
ch'è in mezzo alla valle.
Si dice che in tempi lontani
la gente pagana cantava là sotto.
Soltanto al pensiero la gente fa il segno di croce.
E sotto quel tempio vi crescono l'erbe.
Son erbe, che al solo toccarle, si dice, ristagnano il sangue.
Di notte si senton talvolta
terribili alzarsi le voci discordi.
La gente fa il segno di croce:
ritornano al tempio i pagani gridando.

(da "I cavalli bianchi")



Ferdinand Khnopff, "In Brügge, Eine Kirche"
(da questa pagina)

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