domenica 21 gennaio 2024

La musica in 10 poesie di 10 poeti italiani del XX secolo

 Penso che nella musica, quella migliore, ci sia qualcosa di unico e, direi, di divino. La musica è l'unica forma artistica che coinvolge esclusivamente il senso dell'udito; se si parla di musica strumentale (dove risulti esclusa la voce umana o, nel caso essa compaia, abbia la sola funzione di strumento musicale), essa non ha bisogno di traduzioni, spiegazioni o cose simili: arriva all'ascoltatore da qualunque luogo provenga (forse anche alcuni animali ne possono apprezzare la bellezza). Non ha importanza, infine, il tipo di musica: ciò che solamente conta, è che sia ben fatta, e che quindi possa suscitare, in chi l'ascolta, forti emozioni. Forse, se Dio esiste, è possibile che abbia conferito all'umanità (ma non a tutta, ovviamente) la possibilità di intercettarlo componendo della musica. Chiudo con una piccola nota: il titolo di questo post non è del tutto esatto (e non è neppure il primo), visto che l'ultimo poeta da me selezionato: Giuseppe Zoppi, è nato, vissuto e morto nel Canton Ticino.




LA MUSICA IN 10 POESIE DI 10 POETI ITALIANI DEL XX SECOLO



MUSICHE DELLA SERA

di Antonio Bruno (1891-1932)


  Le musiche d’altri tempi!

  Tornano i ricordi simili ad asfodeli in un defunto Eliso

  È una marcia funebre

  All’orizzonte s’attarda una nebbia violacea sonnolenta 

  La luna tramonta come una nave stanca che approdi

  Tutti i nostri orizzonti furono ofiuscati

  Le musiche del nostro passato sono funebri

  I nostri giardini defunti Elisi

  Cenere ed ombra le nostre alate speranze - Anima

.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .

.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .

.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .


(da "Fuochi di bengala", Edizioni de L'Italia Futurista, Firenze 1917, p. 19)





MUSICA

di Giovanni Cena (1870-1917)


Nascesti avvolto da le voci erranti

nelle frondi e su l'acque; e tra le gole

canore che opprimean talor gli schianti

del tuono, emerse il tuo cantico al sole;


e quando venner meno le parole,

i metalli squillarono: con quanti

strumenti il mondo giubila o si duole

moltiplicasti l'onda de' tuoi canti,


Uomo! Così ti levi, inno che domini

l'odio; che accordi la gioia e lo strazio

spiranti verso la serenità.


Così ti comporrai, coro degli uomini,

cantico della terra, e nello spazio

coro degli astri per l'eternità.


(da "Homo", Nuova Antologia, Roma 1907, p. 81)





LA MUSICA CHE ASCOLTO IN PRIMA FILA

di Gian Carlo Conti (1928-1983)


La musica che ascolto in prima fila

nel teatro ducale con le donne più belle

che sporgono dai palchi ingioiellate

mi fa dimenticare che ci sei anche tu

nella sala dorata e che ti ho visto

nell'intervallo più alta delle amiche

e ho incontrato per un istante

i tuoi occhi duri mentre sentivo

il cuore contrarsi nello spasimo d'amore.


(da "Non si ricordano più. Le poesie", Guanda, Parma 1991, p. 115) 





MUSICA DI MISTERO

di Olinto Dini (1873-1951)


Odo in questo dolce silenzio un suono

che soltanto l'anima avverte e intende:

un velato suono che sembra d'una tenera voce

che soave langua per troppo amore:

mormorii di spiriti ch'escon lievi

lievi dalle selve e per l'aria vanno misteriosi.


(da "Poesie", Ed. d'Arte Rassegna, Bergamo 1971, p. 173)





MUSICHE

di Luigi Fallacara (1890-1963)


Queste musiche udite sono tempo

che ci giunge così senza figura,

sono le qualità della misura

per cui restiamo immersi dentro il sempre.


Una tua nota si configge là

dove il passato è scorso entro se stesso,

oh l'immobilità di questo adesso,

di cui conosco la profondità.


Mi commuovono i canti un tempo uditi

e poi per sempre dentro me fuggiti

come in un luogo dove ancora esistono,


Là sempre io ricomincio, là ti ho visto

Dio della giovinezza e dell'infanzia;

là sempre io t'oda, nostra lontananza.


[da "Poesie (1914-1963)", Longo, Ravenna 1986, p. 217]





LA MUSICA

di Corrado Govoni (1884-1965)


Musica, lievito del pianto, foce

azzurra della gioia, gran girone

delle vertigini, nero tifone

che dell'anima squassa il mare atroce.


Abisso del colore e della voce,

musica, bianco trasognato alone

della malinconia, ippogrifone

che trasporta nell'isola veloce.


Oh le tastiere candide dei piani

come denti che mastican diamanti

e perle sotto il pulsar delle mani!


Oh i contrabassi, atroci suicidi

che si straccian le viscere fumanti

con paurosi, con orribili gridi.


(da "Gli aborti", Taddei-Soati, Ferrara 1907, p. 74)





MUSICA

di Nicola Moscardelli (1894-1943)


Sopra il ritmo d'un violino

balla il mio cuore, balla il tuo cuore,

quello del mio vicino...

Si aprono le finestre:

quanti fiori,

quanti profumi,

danze, carezze, voluttà...

Rapidità

dell'incanto.

Tu scolorisci gli occhi,

pieghi i ginocchi;

ti senti cadere, svanire,

soffri una pena che non hai.

I giardini dell'anima si schiudono:

piangi lagrime di assenzio,

chiami con voce che non è tua,

ami un cuore che non è tuo...


(da "La veglia", Unione Arti Grafiche, L'Aquila 1913, p. 29)





O MUSICA, SOAVE CONOSCENZA

di Clemente Rèbora (Clemente Luigi Antonio Rèbora, 1885-1957)


O musica, soave conoscenza,

Tanto innaturi l'anima fin ch'ella

Delle imagini vere la più bella

In sua voce ritrova e in sua movenza;


E come a noi perman l'intelligenza

Se vada in labil suono di favella,

Armoniosa in te non si cancella

L'eterna verità mentre è parvenza.


Virtù ti crea che non par segreta,

Ma il ritmo snuda l'amor che discende

Dall'universo a rivelar la meta:


Amor che nel cammino nostro accende

L'inconsapevol brama triste o lieta,

E in te, raggiunto il tempo, lo trascende.


(da "Le poesie", Garzanti, Milano 1994, p. 41)





MUSICA

di Carlo Vallini (1885-1920)


Sovra l’argentea cetera scolpita

ella, ricurva, attentamente morde

col mobil plettro le vibranti corde 

in melode dolcissima, infinita.


Poscia, in un'onda pienamente ardita,

ascolta il lungo risonar concorde

delle note trillanti, or alte, or sorde,

ebre d'amore, fulgide di vita.


Grande, intorno, il meriggio. Su l'immenso

conflagrare dei campi sotto al sole,

la messe ondeggia bionda e solitaria;


e pe 'l sole che regna atroce e intenso

nel cielo bianco, va, senza parole,

il canto e quasi sfolgora nell'aria.


(da "Un giorno e altre poesie", Einaudi, Torino 1969, p. 108)





MUSICA

di Giuseppe Zoppi (1896-1952)


Quando l'orchestra impetuosa versa

sulla folla silente un flutto d'oro,

socchiudo gli occhi e m'abbandono al coro

splendido. E la mia vita va dispersa


nel prodigioso fiume che attraversa

le verdi erbe, s'indugia nel ristoro

d'un lago azzurro, spezzasi in canoro

zampillo qual di tinnula acqua tersa.


Ma, oltre il vorticoso rapimento

in cui travolta l'anima veloce

intensamente, acutamente gode;


mi aspetta il gran silenzio, in cui sento,

cessando intorno ogni terrestre voce,

salirmi al cuore, violenta, l'Ode.


(da "La nuvola bianca", L'Eroica, Milano 1923, p. 47)



Poul Friis Nybo, "Woman playing the piano"
(da questa pagina web)


Nessun commento:

Posta un commento