E così mi son
fermato
ai piedi del
ponte.
E così ti sei
fermata anche tu
un gradino più
su.
Non sapevo ch'era
un addio.
L'ho saputo un
attimo dopo
sentendo le tue
labbra sfiorare le mie.
Era la prima, era
l'ultima volta.
Così.
La breve poesia
senza titolo che inizia col verso: E così
mi son fermato, è di Diego Valeri (Piove di Sacco 1887 - Roma 1976), e fa parte della scarna raccolta
intitolata Poesie inedite o «come»,
pubblicata dall’editore San Marco dei Giustiniani di Genova nel 1977, ovvero un
anno dopo la scomparsa del poeta veneto. Questa è la quinta poesia delle
quattordici che compongono questo volumetto (si trova alla pagina 29),
precedute da una presentazione di Domenico Porzio, e da un saggio di un altro
poeta: Carlo Betocchi.
I dieci versi di
Valeri parlano di un addio; tale evento, avvenuto in un tempo non precisato, ha
visto come protagonisti il poeta e, molto probabilmente, una donna con cui era
nata una relazione di amicizia, se non d’amore. I due si sono salutati
definitivamente ai piedi di un ponte, con un bacio veloce e nulla di più; il
poeta si è reso conto che non avrebbe visto mai più la donna, proprio dopo il
bacio d’addio. Il loro incontro non è durato molto: forse si sono conosciuti e
lasciati nelle ore di una sola giornata, come fa intuire il penultimo verso. Ma
questo incontro, per quanto breve, ha lasciato, almeno nel poeta, un ricordo
indelebile; perciò egli ha deciso di dedicare a questo personaggio femminile
una poesia, per poterla ancora ricordare, e nello stesso tempo rimpiangerla, seppure
a distanza di tanto tempo.
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