domenica 26 novembre 2023

"Sparvieri" di Adelchi e Pier Angelo Baratono

 

Sparvieri è il titolo di una raccolta poetica pubblicata dall’editore Montorfano di Genova nel 1900, in cui si trovano versi scritti dai fratelli Adelchi (Firenze 1875 – Genova 1947) e Pier Angelo Baratono (Roma 1880 – Trento 1927). Entrambi, dopo questa prima esperienza in campo poetico, si dedicarono ad altro. Adelchi insegnò filosofia in varie università italiane, non disdegnando l’interesse - da studioso - per la psicologia e la pedagogia; inoltre fu, per qualche anno, anche deputato socialista. Pier Angelo invece, rimase letterato a tutto tondo, pubblicando soprattutto novelle e racconti. Sono rarissimi i versi dei due fratelli successivi a Sparvieri; alcuni di essi, si possono leggere sulle pagine della rivista La Riviera Ligure e, per quel che riguarda il solo Pier Angelo, su quelle di Poesia. Sono pochissimi anche i critici che si occuparono di questa raccolta uscita agli albori del XX secolo; fu il critico Glauco Viazzi (1920-1980) che, dopo ottant’anni di oblio, li volle recuperare ed antologizzare nei due tomi intitolati Dal simbolismo al déco (Einaudi, Torino 1981). I versi di entrambi i fratelli leggibili in Sparvieri, molto risentono del clima letterario che si avvertiva in Europa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo; in particolare, tutti e due furono attratti dal decadentismo e dal simbolismo. Mentre Adelchi, per alcuni aspetti, si rivela da una parte un precursore del crepuscolarismo e dall’altra un seguace dei poeti “maledetti” francesi; il fratello Pier Angelo è più portato per l’estro fantasioso, ed alcune sue poesie, che sembrano dei racconti in versi, anticipano i temi che predilesse allorché abbandonò la poesia per dedicarsi alla prosa.

Il volumetto, di 70 pagine, si apre con una brevissima prosa poetica senza titolo e senza autore, che vede protagonisti proprio gli uccelli del titolo; segue una prima parte intitolata Poesie sparse e Gli Epigoni, in cui compaiono sette poesie e tre prose poetiche di Adelchi, divise nelle seguenti sezioni: Sentimentali, L’aurora che sveglia, Sui ritmi del cuore, Gli Epigoni. Seguono tredici liriche di Pier Angelo, anch’esse divise in sezioni e sottosezioni; la prima sezione s’intitola Novalba e racchiude le seguenti sottosezioni: Motivi dell’infanzia triste, Fiabe, Ombre di lanterna, Intime; la seconda ed ultima sezione s’intitola Congedo e contiene una sola poesia: Libecciata. Chiudo questo post trascrivendo due poesie (una di Adelchi e una di Pier Angelo) tratte dalla raccolta Sparvieri.

 

 


 

 

Da "L'AURORA CHE SVEGLIA"

 

I.

Un pianto d'acque, avanti giorno, insiste

e desta un trillo, due; più nulla. Pare

di sera. Pare, l'alba, ancor più triste

dopo una notte senza riposare.

 

O pianti soffocati! e in gola il sangue

aspro trabocca, e irrigidisce esangue

il volto, e l'occhio vaga dilatato.

 

Giunge l'aurora, e gridi gridi ai monti

ai mari ai fiumi col fiato fiammato

vanno squarciando i pallidi orizzonti.

 

Veggono la malata ed il malato

ai vetri lunghe scale di cristallo,

un lumeggiar cangiante, rosa, giallo.

 

Poi batte il sole sulla croce d'oro,

fa suonar le campane, filtra in chiesa,

bacia un languido volto, alluma il coro,

ride su l'orlo della lampa accesa.

 

(da “Sparvieri”, Montorfano, Genova 1900, p. 21)

 

 

 

 

I SETTE DORMIENTI

 

Sette barbe fluenti,

fiocchi di neve, sovra il petto incolti,

nei velluti biancheggiano e sui volti

di sette re dormienti.

 

Sette bocche contorte,

vuote son de' lor denti le mascelle,

come di frati abbandonate celle

riposan mute e smorte.

 

Sette cuori ghiacciati,

ove si stagna denso e nero il sangue;

nei petti antichi la memoria langue

degli affetti passati.

 

Sette nebbiose menti

non soffron più, nella continua pace

che sui paesi sonnolenti giace,

della vita i tormenti.

 

Ma un giorno quelle sette

teste invecchiate rivedran la luce,

e al mondo ansioso doneranno un duce

solo, profuso in sette.

 

(da “Sparvieri”, Montorfano, Genova 1900, pp. 39-40)     

 

 

 

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