Bartolo Cattafi
(Barcellona Pozzo di Gotto 1922 – Milano 1979) appartiene a quella che fu
definita dal critico Piero Chiara, la “quarta generazione” dei poeti italiani del
Novecento; secondo me, è anche uno dei migliori in assoluto dell’intero secolo.
La sua poesia, come ben dissero i personaggi illustri che la lessero e se ne
occuparono in diversi saggi, attraversò due fasi ben distinte. Nella prima, che
va dalla raccolta d’esordio: Nel centro
della mano, a Le mosche del meriggio,
il poeta siciliano si distingue per la indubbia capacità di descrivere luoghi e
paesaggi da lui visitati nei numerosi viaggi in Italia e all’estero fatti in
gioventù; la seconda fase, che non abbandonerà più fino all’ultima raccolta
(postuma) Chiromanzia d’inverno, ha
caratteristiche ben differenti, e spicca soprattutto per una riduzione
all’essenziale dei versi, che spesso divengono dei veri e propri epigrammi. Ma,
per meglio spiegare questo periodo poetico di Cattafi, che è anche il più
importante, ecco cosa ha scritto al riguardo Enzo Di Mauro nell’antologia Poesia italiana del Novecento (Skiria,
Milano 1995):
[…] Lo sguardo di
Cattafi si ripiega, si introverte. Forse dà l’impressione di diventare più
minuzioso, più circoscritto, ma a costo di fermarsi a pochi centimetri dal
proprio corpo. In realtà, sembra uno sguardo che smette di guardare. Il
paesaggio comincia a scomparire, gli oggetti si rimpiccioliscono a tal punto da
rendersi inafferrabili.
[…] Agisce, da un
certo momento in avanti, una sorta di falso movimento, come se Cattafi
scrivesse sempre la stessa poesia. Il ricorso a una moralità acre e disperata,
una fissità solenne e priva di scatti, una compattezza coatta e senza sbocchi,
sono le caratteristiche di quest’ultimo periodo.¹
Per concludere questo post,
riporto l'elenco dei titoli di tutte le raccolte poetiche di Cattafi, che si chiude col
volume in cui si ritrova l’intera opera in versi del poeta siciliano; da
quest’ultimo ho trascritto cinque poesie che ritengo tra le sue migliori.
Opere poetiche
“Nel centro della mano”,
Edizioni della Meridiana, Milano 1951.
“Partenza da Greenwich”,
Quaderni della Meridiana, Milano 1955.
“Le mosche del meriggio”,
Mondadori, Milano 1958.
“Qualcosa di preciso”,
All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano 1961.
“L’osso, l’anima”,
Mondadori, Milano 1964.
“L’aria secca del fuoco”,
Mondadori, Milano 1972.
“Il buio”, All’Insegna del
Pesce d’Oro, Milano 1973.
“La discesa al trono,
Mondadori, Milano 1975.
“Marzo e le sue idi”,
Mondadori, Milano 1977.
“18 dediche”, All’Insegna
del Pesce d’Oro, Milano 1978.
“L’allodola ottobrina”,
Mondadori, Milano 1979.
“Chiromanzia d’inverno”,
Mondadori, Milano 1983.
“Segni”, Scheiwiller,
Milano 1986.
“Occhio e oggetto precisi”,
Scheiwiller, Milano 1999.
“Ultime”, Idola-Novecento,
Palermo 2000.
“Simùn”, San Marco dei
Giustiniani, Genova 2004.
“Tutte le poesie”, Le
Lettere, Firenze 2020.
Testi
TIRATORE
Azzeccò qualche colpo da
principio
poi perse quota nel
punteggio
giunto a terra
ambiguamente brandì l'arma
fissò l'occhio sull'orlo
della canna
oscillò nella mira
dal compagno più prossimo
a se stesso.
(da “Tutte le poesie”, Le
Lettere, Firenze 2020, p. 129)
CAUTELA
Bastarono quattro o cinque
lampi
sparati tra nuvole
d’argento
a stendere secca l’estate.
Con l’orecchio appiattito
contro il suolo
ascolti il sopraggiungere
dei tonfi
d’uccelli maturi sotto i
colpi
di marroni di mele
cotogne ed il franare
d’un alto inverno con
nuvole con piogge.
Calzando cauta lana come
fanno
i piedi clandestini degli
dei
vai dietro alla porta
del Fato per sapere
che decreto borbotta
che botta ti prepara.
AL DAVANZALE
Mentre affacciato al
davanzale
il cielo guardi
e le cose celesti
un paio di formiche
s'aprono il passo
un sentiero tra peli
d'avambraccio
malebestie in guerra con
qualcuno
per pinzarti per dirti
toglietevi da qui
tu e la tua razza dalle
finestre
scendi
vieni con noi
incolonnato nell'ombra.
(da “Tutte le poesie”, Le
Lettere, Firenze 2020, p. 367)
QUEST'ARIA
Quest'aria cattiva
è soltanto abrasiva
non lama esigente
che taglia e ama
il rosso quando diventa
dolce
sostanza interiore
il prosciutto nei pressi
dell'osso.
(da “Tutte le poesie”, Le
Lettere, Firenze 2020, p. 444)
RAMERINO
Ramerino
con fiore cilestrino
innocenza ci tenne per mano
bambini in girotondo
gonfiateli i palloni
gonfiateli
coi gas con la putredine
del mondo.
(da “Tutte le poesie”, Le
Lettere, Firenze 2020, p. 661)
NOTE
1) Da Poesia italiana del Novecento, Skiria, Milano 1995, pp. 723-724.
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