Non è difficile rintracciare,
in alcune poesie dei decadenti e dei simbolisti, le ispirazioni procurate
dall'osservazione di quadri famosi o meno, i cui autori sono in genere pittori
molto vicini alla corrente simbolista; così nascono ad esempio alcuni sonetti
del Camerana riferiti all'inquietante tela di Arnold Böcklin: L'isola dei
morti, un capolavoro del simbolismo pittorico; la stessa cosa può dirsi a
riguardo della tela di Segantini: L'Amore alla fonte della vita, da cui
scaturisce una lirica di Angiolo Orvieto che porta il medesimo titolo. A
seconda del tema o del protagonista della tela, si sviluppa la simbologia dei
versi che la descrivono: una donna particolarmente affascinante, un paesaggio
di rara bellezza, una abitazione misteriosa ecc. Da ricordare che il simbolismo
(più che il decadentismo) trovò la sua migliore espressività proprio nella
pittura, grazie ad artisti geniali come Böcklin, Moreau, Gaugin, Segantini,
Munch e tanti altri.
Poesie sull'argomento
Vittoria Aganoor:
"Vecchio organista" in "Nuove liriche" (1908).
Vittoria Aganoor:
"Prima luce" in "Poesie complete" (1912).
Diego Angeli:
"Donna Lucrezia" in "L'Oratorio d'Amore. 1893-1903" (1904).
Giovanni Camerana:
"Corot" e "Ad Arnoldo Böcklin" in "Poesie"
(1968).
Gabriele D'Annunzio:
"Psiche giacente" e "La donna del sarcofago" in "Poema
paradisiaco" (1893).
Cosimo Giorgieri
Contri: "Confidenze" in "Il convegno dei cipressi" (1894).
Corrado Govoni:
"Prerafaelitica" in "Le Fiale" (1903).
Guido Gozzano:
"Im Spiele der Wellen" in "Poesie e prose" (1961).
Gian Pietro Lucini:
"Sopra di un «Disegno macabro e bacchico»" in "Le antitesi e le
perversità" (1971).
Arturo Onofri:
"Gioconda" in «Lirica», giugno 1912.
Angiolo Orvieto:
"L'Amore alla fonte della vita" in "La Sposa Mistica. Il Velo di
Maya" (1898).
Aldo Palazzeschi: "Il
dittico a mezze scale" in "Poemi" (1909).
Emanuele Sella:
"Primavera" in "Monteluce" (1909).
Domenico Tumiati:
"Il paese delle tre capanne", "Mura deserte" e
"Aratura" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Testi
IM SPIELE DER WELLEN
di Guido Gozzano
Tra le sirene che
Boecklin gittava
nel fremito dell'onde
verdazzurre
una ne manca, appena
adolescente,
agile più di tutte e
la più bella.
Poiché non quella che
supina ascolta
il Tritone soffiare
nella conca,
non quella che si
gode la bonaccia
con tre scherzosi
albàtri affaticati,
e non quelle che
fuggono al Centauro,
l'una presa alle
chiome, l'altra emersa
con volto sorridente,
l'altra immersa
col busto, eretta con
le gambe snelle:
non tutte quelle
vincono la grazia
appena adolescente
che abbandona
il mare caro al
grande basilese,
il mare Azzurro per
il mare Grigio!
E al mare nostro più
non resta viva
che l'immagine fatta
di memoria,
svelta nel solco dove
più ribolle
la spuma e dove
l'onda è tutta gemme!
(da
"Poesie", Rizzoli, Milano 1993)
L'AMORE ALLA FONTE
DELLA VITA
(QUADRO DI G.
SEGANTINI)
di Angiolo Orvieto
Non ti compiaci, o
giovinetto Aprile,
dell'opera leggiadra?
Assai gentile
coppia è questa che
vien fra l'erbe e i fiori
teneri, tra gli odori
leggeri, fra i colori
indefinitamente
delicati.
Procedon essi uniti
ed irrorati
di giovinezza,
spirano, beati,
l'aure vitali del
mattin fragrante
fra le gemmate
piante;
ed ogni nuovo istante
concede una letizia a
lor novella.
Ella è pudica come
una sorella,
ma il cuore, il cuore
dentro le martella;
ei ferve come il
mare, ma non osa
ancor di desiosa
stretta avvincer la
sposa,
che lo segue alla
fonte della vita.
La fonte è presso ed
è tutta fiorita;
immerge in essa un
Angelo le dita.
Quell'acqua fresca,
dolce e cristallina,
nell'aria mattutina
per il mondo declina
a irrorarlo di sua
grazia infinita.
(da "La Sposa
Mistica. Il Velo di Maya", Treves, Milano 1898)
Giovanni Segantini, "L'Amore alla Fonte della Vita"
(da questa pagina web)
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