domenica 6 febbraio 2022

Poeti dimenticati: Geppo Tedeschi

 

Nacque a Oppido Mamertina (Reggio Calabria) nel 1907 e morì a Roma nel 1993. Seguace, fin da giovanissimo, di Marinetti e del futurismo, Tedeschi cominciò a pubblicare versi nel terzo decennio del Novecento. Se è vero che la sua poesia, e in particolar modo la primissima, ricalca i temi cari ai futuristi, è altrettanto vero che Tedeschi andò progressivamente allontanandosi dal movimento, almeno per le tematiche dei suoi versi, sempre più incentrati sulla vita paesana e su figure - persone o animali - evidentemente incontrate e conosciute nella terra natale. Tutto sommato, la sua migliore poesia non si discosta poi molto da quella dei grandi poeti meridionali del XX secolo: Quasimodo, Carrieri, De Libero, Gatto e Sinisgalli; risulta però, nella sua intera opera in versi, del tutto assente qualsivoglia traccia di ermetismo; al contrario si fanno notare una semplicità, un'ironia ed un'allegria decisamente particolari, che lo distinguono da tutti gli altri poeti del suo tempo.

 

 

 

Opere poetiche

 

"Gli affari del primo porto mediterraneo", Il Radicchio, Genova 1932.

"Un saluto a Marinetti", Grafiche La Sicilia, Messina 1933.

"Il golfo della Spezia", Il Radicchio, La Spezia 1933.

"Idrovolanti in siesta sul golfo di Napoli", Studio Editoriale, Napoli 1938.

"Corti circuiti", Carabba, Lanciano 1938.

"Il sonnivendolo", Carabba, Lanciano 1939.

"I canti con l'acceleratore", Carabba, Lanciano 1940.

"Ruralismo calabrese", Faenza 1942.

"Rosolacci tra il grano", Gastaldi, Milano 1943.

"Canne d'organo", Gastaldi, Milano-Roma 1951.

"Liriche epigrafiche", Gastaldi, Milano 1951.

"Zufoli sul colle", Corso, Roma 1957.

"L'incendiario del villaggio", 1957.

"Tempo di aquiloni", Editrice Scena Illustrata, Roma 1963.

"Antologia poetica dal Futurismo ad oggi. 1932-1975", Catria, Roma 1975.

 

 


 

 

Presenze in antologie

 

"I poeti del Futurismo 1909-1944" a cura di Glauco Viazzi, Longanesi & C., Milano 1978 (pp. 645-648).

"I futuristi", a cura di Francesco Grisi, Newton Compton, Roma 1994 (pp. 380-388).

"L'altro Novecento, Volume V: La poesia centro-meridionale e insulare", a cura di Vittoriano Esposito, Bastogi, Foggia 1999 (pp. 97-99).

 

 

 

 

Testi

 

 

ERANO INVECE I GRILLI ED I RANOCCHI

 

Parve d'udire,

dentro sonno e veglia,

al vecchio

prete

un canto di campane.

Un canto di campane a mattutino.

Balzò dal letto,

aperse la finestra.

Erano, invece, i grilli

ed i ranocchi

che tinnivano,

a gola dispiegata,

sui bordi erbosi,

della via maestra.

 

[da "Dal futurismo ad oggi (1932-1975)", Catria, Roma 1975, p. 94]

 

 

 

 

 

APRIGLI LE BRACCIA, SIGNORE

 

Scarnito,

come i margini

dei rivi,

a TE, per sempre,

torna il pellegrino.

Polvere, ancora,

à di maestre vie.

Ti porta i piedi scalzi

e l'abbaiare

dei cani, a sera,

dalle fattorie.

 

[da "Dal futurismo ad oggi (1932-1975)", Catria, Roma 1975, p. 103]

 

 

 

 

CONFESSIONE

 

Amo il sole,

a maniera di ramarro.

Quando fa bruma

e a noi vengono i tordi,

mi riscaldo alla fiamma

dei ricordi.

 

[da "Dal futurismo ad oggi (1932-1975)", Catria, Roma 1975, p. 135]

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