Ofelia è un
personaggio femminile della tragedia "Amleto" di William Shakespeare
ed è stata sovente fonte d'ispirazione di importanti opere artistiche che vanno
dalla musica al cinema, dalla pittura (a tal proposito si guardino le tele che
raffigurano Ofelia i cui autori sono soprattutto pittori simbolisti) alla
poesia. I simboli preponderanti legati al personaggio di Ofelia si collegano
all'ingenuità, alla purezza e all'innocenza.
Poesie sull'argomento
Augusto Ferrero:
"Ofelia" in "Nostalgie d'amore" (1893).
Francesco Gaeta:
"La morta" in "Poesie" (1928).
Corrado Govoni:
"Il castello di Ofelia" in "Poesie elettriche" (1911).
Gian Pietro Lucini:
"Ophelia" in "Il Libro delle Imagini terrene" (1898).
Tito Marrone:
"Ofelia" in "Cesellature" (1899).
Enrico Panzacchi:
"Sognando" in "Poesie" (1908).
Guido Ruberti:
"Ofelia" in "Le fiaccole" (1905).
Testi
OFELIA
di Guido Ruberti
Imitato da Mürger
Ell'era bionda e si
chiamava Ofelia:
e come il puro e vago
fiordaliso
cui Amleto prence fè
la triste celia
era attesa fra i
santi in paradiso.
Era una mite e
candida fanciulla
docile a 'l padre e
fervorosa a Dio;
dal suo lettuccio
bianco come culla
era ben lungi ogni
pensiero rio...
Siccome l'alba fresca
e mattiniera
presta era sempre a
le fatiche usate:
ginocchioni dicea la
sua preghiera
chinando il capo su
le man rosate.
Poi senza specchio il
vago crine d'oro
ravvivava per sola
acconciatura
e ritornando a
l'umile lavoro
dissipava cantando
ogni ria cura.
Visse così fino al
vigesimo anno,
e per la terra la
chiamavan fata;
qual mai blanda
lusinga o scaltro inganno
può a tal vergogna
averla trascinata?
Ell'è dal piedistallo
omai discesa
ne 'l fango de
l'impura ipocrisia,
il suo lettuccio
s'apre su la via
e vi si recan gli
ebri a far contesa.
Or ella canta una
canzon lasciva
e di bianco e carmino
va imbrattando
la fronte verginal
che non ardiva
l'angel suo buono
sfiorar tremando;
Ell'era bionda e si
nomava Ofelia
e come il puro e vago
fiordaliso
cui Amleto prence fè
la triste celia,
era attesa fra i
santi in paradiso.
1902.
(da "Le
fiaccole", Roux & Viarengo, Roma-Torino 1905, pp. 95-96)
George Everett Millais, "Ophelia" (dettaglio)
[da questa pagina web]
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