Deserta sera di pioggia
va battendo alla
finestra
e il lume lento della
strada:
dispersi gli ultimi
canti
il prato e il cuore
rimangono a
bagnarsi...
Atti da raccogliere
al termine d'un
giorno!
Umida sola sera,
ora dolorosa.
Questi dieci versi
senza titolo sono di Leo Paolazzi e fanno parte di un'esigua raccolta
intitolata Calendario che fu
pubblicata dall'editore Schwarz di Milano nel 1956. Per chi non lo sapesse già,
l'autore, che all'uscita del suo libro d'esordio usava ancora il suo nome
originale, altri non è che Antonio Porta (Vicenza 1935 - Roma 1989), ovvero uno dei più celebri
rappresentanti di quel gruppo di poeti che furono definiti Novissimi (tra gli altri c'erano Edoardo Sanguineti, Elio
Pagliarani e Nanni Balestini) e che contribuirono non poco al rinnovamento del
linguaggio poetico, rivoluzionandolo completamente e, come avvenne nel caso dei
futuristi, lasciando spesso sconcertato il pubblico della poesia, per via di
arditezze e sperimentazioni inimmaginabili. Come si potrà notare da questi
pochi versi, il debutto letterario di Porta non fu affatto caratterizzato da
tentativi o da esperimenti poetici atti a stravolgere la base del fare poetico tradizionale;
i suoi punti di riferimento iniziali furono scrittori come Attilio Bertolucci,
Giorgio Caproni e Sandro Penna, ovvero poeti che prediligevano la semplicità e
che spesso adottavano, quali componimenti poetici preferiti di gran lunga agli
altri, l'epigramma e il madrigale per esprimere i loro sentimenti, le loro
sensazioni o , più semplicemente, i loro pensieri. Deserta sera di pioggia ne è un esempio, visto che il poeta qui ci
parla di un momento della giornata alquanto malinconico: una desolata sera di
pioggia osservata dai vetri di una finestra, e il conseguente stato d'animo
colmo di tristezza, di chi si sente il cuore "fradicio", come lo è il prato situato all'esterno dell'abitazione, che fatica ad assorbire tutta l'acqua che è caduta.
I due versi finali, bellissimi, esprimono ancor più chiaramente i sentimenti
del poeta di fronte a quel paesaggio e a quel momento preciso della giornata:
una sensazione di umidità che tende a far rabbrividire; il freddo che viene
ancor più avvertito a causa della solitudine, divenendo così vero e proprio
dolore fisico e mentale, mentre il tempo sembra essersi fermato a quell'ora
così straziante.
Nessun commento:
Posta un commento