Oggi è il 10
agosto, e quella che presto verrà, sarà la famosa notte di San Lorenzo, ovvero
la notte in cui, secondo una leggenda, coloro che vedono una stella cadente nel
cielo, hanno il potere di far avverare un loro desiderio. In questa giornata in
cui le stelle sono così osservate - malgrado i nostri cinici e spietati tempi -
ho deciso di pubblicare un post che contenga 10 poesie italiane dedicate alle
stelle; le ho selezionate tra le tantissime scritte da poeti italiani del
Novecento. Certo, non sono io la persona più adatta per parlare di astri, visto
che mai mi sono fermato per almeno un minuto ad osservare attentamente la sfera celeste, e visto che, se dovessi dire dove si trova una determinata stella,
non saprei minimamente indicare un qualsiasi punto. Fatto sta, però, che ho
letto tantissime poesie dedicate alle stelle, notando un interesse particolare
dei poeti verso questo argomento; ecco allora 10 componimenti in versi tra gli
infiniti che potevo aggiungere, in cui le stelle sono al centro
dell'attenzione: siano esse ben identificabili con un nome preciso, siano più
genericamente chiamate e invocate.
STELLA D'INVERNO
di Francesco
Arcangeli (1915-1974)
Tu non conosci
l'astro, tu non sai
come splende nel
buio di febbraio.
Astro lontano e
desolato, torcia
che agita sorti
squallide nel cielo
- chi lo volge
alla guerra, chi lo spera
segno di pace -
io guardo la sua fiamma
gelarsi fredda
come a un freddo polo.
Tu non conosci
l'astro e lenta, a un lume
breve e
tranquillo, bruna la tua mano
tormenta
silenziosa fogli pallidi
su cui piovono
immagini, frusciando
come rugiada, e
destano nei grembi
della notte
segrete primavere.
«Bright star» lo
chiameresti: a te risponde
dal cielo d'alte
notti, dal suo cuore
che duole eterno
ai tremiti di maggio,
John Keats; da un
tempo che non fu di guerre,
non fu di sangue,
o lo lavò col canto
dei poeti. Ora,
terra dolce, nulla
di loro vive; o
un germoglio solingo
in qualche vita.
Ma nell'astro bianco
di queste notti
io ti cerco, ignara
come sei del
dolore d'oggi, stanca
solo di veglie,
d'esili tormenti,
pura nel cerchio
dei tuoi giorni soli.
Gli chiedo del
mio tempo vuoto, amore,
che la notte in
te cali, che un'alta ombra
ti allontani gli
sguardi in una plaga
dove io ti trovi,
sconosciuta stella.
(da "Stella
sola", Bertoncello, Cittadella 1996)
LA STELLA DEL
MATTINO E DELLA SERA
di Riccardo
Bacchelli (1891-1985)
La stella del
mattino e della sera
Sorge per prima
ed ultima tramonta
La più bella di
tutte e la più viva,
Ma annuncia col
suo nascere la notte,
Annuncia il
giorno, ma col suo morire.
Sorga alla sera o
tramonti nell'alba,
La stella in ciel
più bella è la più vera
Significando ai
terrestri una sorte
Al di là della
vita oltre la morte,
La stella della
sera e del mattino.
(da "Versi e
Rime. La stella del mattino", Mondadori, Milano 1971)
ANTARES
di Piero
Bigongiari (1914-1997)
Rosei fulmini
impolveran l'infanzia.
Nulla ti manca,
nulla ti tradisce,
stella di cupe
strisce che abbandoni
nel transitato
oblio larve di fuochi
per noi: stella
che giuochi con le navi
alla fonda i tuoi
fuchi. I bei verzieri
funesti
irraggiano pei monti,
colmi di balli. I
ponti lungamente
abbandonano il
fianco turbinato
nelle valli.
S'apre uno spazio: e al lato
degli uccelli
notturni vi entrerai.
Un pavone celeste
s'addormenta.
(da "Stato
di cose", Mondadori, Milano 1968)
SIRIO
di Libero De
Libero (1906-1981)
Questa è l'ora
piena di sera
e comincia lenta
la luna
al chiaro odore
d'autunno,
e quella di Sirio
è una grazia
di sguardo sulla
collina.
Il tonfo delle
gazze nella vigna
è un palpito di
braccia
che fa premura
alla terra,
e il canneto non
fiata
e tu nella mia
mente hai casa.
(da
"Romanzo", All'Insegna del Pesce d'Oro, Milano 1965)
MARIS STELLA
di Augusto Garsia
(1889-1956)
Dal mare nel
cielo fiorisce
la stella che
dicon del mare,
nell'ora che il
giorno finisce:
nell'ora che
tacita appare
la notte vestita
delle ombre
più cupe, più
grevi, più amare.
Oh come son le
anime ingombre
d'un inconscio
funereo terrore!
Ma subito,
fattele sgombre,
le colmi tu,
stella, d'amore.
Dal mare
mitissima stella,
tu, fiore di
malinconia!
Ogni anima in te
si fa bella,
ritrova una sua
dolce via:
dolcezza, ma non
della terra;
dolcezza, ma pur
nostalgia
dei liberi cieli,
dov'erra,
o stella, il tuo
primo chiarore
lontano, su
questa mia guerra,
sul palpito
nostro d'amore!
(da "Voci
del mio silenzio", Campitelli, Foligno 1927)
ALTAIR
di Margherita
Guidacci (1921-1997)
Anche tu resterai
fra i miei tesori
più diletti, da
quando in un notturno
giardino
silenzioso (dolce l'erba
ai miei passi
come dolce la mano
che mi guidava e
sosteneva) a un tratto
in uno squarcio
fra le prime nubi
d'autunno, sopra
un lungo stelo
di tenebre, ai
miei occhi
stupefatti ti
apristi,
fiore di luce,
Altair.
(da "Le
poesie", Le Lettere, Firenze 1999)
BETELGEUSE
di Elpidio Jenco
(1892-1959)
Compenso a una
pena d’alberi nudi,
il primo dolce
soffio dal mare.
Sulla fronte
delle paludi,
si fanno vive
ombre di perla i frulli in ondoso migrare.
Le montagne si
risvegliano su un bisbiglio
d’imminenti vite
e scintillano di
gemme insolite al levare dell’oradirosa.
Attesa di verdi
alpeggi le consola dell’erbe contrite,
caldezza sognata,
di soli, delle ghiacce le riposa.
Questo succedersi
di luci e d’ombre, d’estati e d’inverni,
è larga vicenda
di cosmi: la legge dei mondi in cammino;
e l’uomo, il
labile specchio di terra, misura di eterni,
si modula,
oscuro, a questo dei cieli fraterno destino.
Conforto
all’ardente strazio dei solleoni
a me giunge il
crepuscolo, aurora delle notti assorte:
cala in cuore una
pace siderea, una calma bianca di costellazioni,
assaggio furtivo
d’una quasi dolcezza di morte.
Morte, quiete
d’astri. Del vivere stento che dura,
mi ripaghi tu, al
colmo delle illuni notti sospesa,
o ferma vegliante
promessa, mia patria futura,
fulgida
Betelgesa...
(da
"Marsilvana", Maia, Siena 1959)
ÈSPERO
di Pietro Mastri
(1868-1932)
Nella sera, d'un
verde viola
così tenero come
a marzo
le mammolette,
una scheggia di quarzo
è comparsa,
lucente: ed è sola.
Èspero! Oh stella
deserta,
la più bella di
tutte, che adduci
le prime ombre
come le prime luci
su per la
medesima erta;
più bella or che,
sul tuo sentiero
d'ombra, ti segue
il presagio divino
d'infinite altre
stelle in cammino...
e par che il tuo
nome sia: «Spero»!
Come ardi!... A
chi vai messaggera?...
Si gonfia il mio
cuor, come il mare
tenebroso al
primo albeggiare
del novilunio di
primavera.
Come ardi!...
Dov'è la riviera
di luce, onde
muovi pe 'l terso
cristallo
dell'universo,
goccia che anela
alla fonte primiera?
Come ardi,
tremante e leggera!...
Tutto il Creato è
dunque speranza?...
Ti guardo. Non
v'è più distanza
fra 'l cuor
dell'uomo e l'immensa tua sfera.
Gli dici: «E tu spera!»
(da "La via
delle stelle", Alpes, Milano 1927)
LA MIA STELLA
di Francesco
Pastonchi (1874-1953)
Gli altri bimbi
solo essi eran bimbi;
io no. Io ero un
bimbo che guardava
vivere gli altri,
capitato a caso
tra gli altri
sulla terra: certo un bimbo
caduto da una
stella, ecco. E la notte
scivolavo dal
letto per cercarla
di là dai vetri,
al buio, la mia stella.
(da
"Endecasillabi", Mondadori, Milano 1949)
STELLA
di Giuseppe
Ungaretti (1888-1970)
Stella, mia unica
stella,
Nella povertà
della notte sola,
Per me, solo,
rifulgi,
Nella mia
solitudine rifulgi;
Ma, per me,
stella
Che mai non
finirai d’illuminare,
Un tempo ti è
concesso troppo breve,
Mi elargisci una
luce
Che la
disperazione in me
Non fa che
acuire.
(da "Vita
d'un uomo. Tutte le poesie", Mondadori, Milano 1996)
Vincent Van Gogh, "Starry Night Over the Rhône" (da questa pagina web) |
Stella di Ungaretti e' per me unica nella sua melancolica disperazione. Ottima mini-antologia!
RispondiEliminaSì, "Stella" di Giuseppe Ungaretti è veramente una bellissima poesia. Grazie!
EliminaMeravigliosa piccola raccolta.
RispondiEliminaAdoro la poesia di Pastonchi ed è bello ritrovarla condivisa, essendo una piccola rarità, come altre che ho scoperto leggendo questo articolo.
Complimenti
Grazie mille
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