Non sono certe le
notizie anagrafiche di Arnaldo Beccaria, poeta e critico d'arte italiano del
Novecento; presumibilmente nacque a Milano nel 1904, e ivi morì nel 1972. La
sua opera poetica, oggi completamente dimenticata, ma anche in passato
generalmente trascurata o ignorata, consta di due volumi: Adamo (1942) e Sull'orlo del
cratere (Mondadori, Milano 1966); l'ultimo citato comprende anche le poesie
della precedente. Una decina di poesie, che sarebbero entrate a far parte di Adamo, furono pubblicate sulla rivista Maestrale tra il 1940 ed il 1942. Amico
di Leonardo Sinisgalli - che gli dedicò il volume antologico L'ellisse. Poesie 1932-1972 - e di
Libero De Libero, i suoi versi hanno poco a che vedere con l'ermetismo, come
qualcuno ha detto, ma, piuttosto, trovano somiglianze con quelli di altri poeti
attivi nella terza e nella quarta decade del XX secolo, come Angelo Barile,
Giovanni Titta Rosa, Elpidio Jenco, Adriano Grande, Giovanni Descalzo e Roberto
Rebora. Se proviamo a leggere le poesie presenti nella prima raccolta di
Beccaria, uscita in un anno in cui l'ermetismo la faceva da padrone, noteremo
che i suoi versi risultano chiari, limpidi, facili alla comprensione; tutti
quegli elementi che sono peculiari della poesia ermetica, e che la rendono
ostica alla lettura, qui non sono presenti. E' pur vero - da come risulta anche
dalle note critiche di Reanto Aymone che si possono leggere in una recente
ristampa di Vidi le muse, opera
poetica fondamentale di Leonardo Sinisgalli - che la poesia di Beccaria fu
tenuta fortemente in considerazione da alcuni poeti ermetici come il suoi amici
Sinisgalli e De Libero, ma rimangono comunque nette le distanze tra il fare
poetico di questi due esponenti dell'ermetismo e quello del poeta milanese. Ciò
che più sorprende, è il fatto che i versi di Beccaria non abbiano mai trovato
un critico che li apprezzasse e li inserisse tra i migliori del suo tempo.
Eppure non è un caso che alcune ottime riviste degli anni '40 del XX secolo, in
cui la poesia si trovava in primo piano, scegliessero di pubblicare i suoi versi; e che un editore importante come Mondadori, nel 1966 stampasse l'intera
opera poetica del nostro.
A riprova della
validità di Beccaria poeta, riporto di seguito tre poesie; la prima fu
pubblicata dalla rivista Maestrale nel gennaio del 1942 e, come la seconda fa
parte della raccolta Adamo; la terza,
invece, uscì nel secondo ed ultimo volume: Sull'orlo
del cratere.
ANEDDOTO
Uscimmo a un
praticello
tutto fiorito. Ed
erano farfalle
ferme nel sonno.
Sulla soglia ci
tenne di quel sonno
- laghetto
inopinato -
il leggiadro
mistero.
E pensavo,
tornando, ancor pensavo
alle farfalle e
ai loro sogni lievi.
O LUNA
O luna, bianca
luna
alta nel cielo
t'affacci sulla
terra.
Come di sopra un
muro,
sulla terra
t'affacci
dall'immenso.
DALLA FINESTRA
Nel giardino
delle Suore
è caduta la neve.
Le educande
hanno innalzato
fantocci goffi e
buffi.
Vi hanno
intrecciato intorno girotondi;
hanno riempito
l'aria
di gridi come
rondini.
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