Sono diverse, e
tutte interessanti, le antologie dedicate agli scrittori che furono definiti
"scapigliati"; alcune di queste, sono rivolte solamente ai poeti. La
Scapigliatura fu un movimento artistico decisamente rivoluzionario, che
coinvolse, oltre agli scrittori, anche pittori e musicisti; ma, probabilmente,
fu sul versante poetico che si distinse in maggior misura. Tra le antologie
settoriali che posero la loro attenzione sugli scapigliati, una delle prime (in
ordine cronologico) ad essere pubblicata fu Poeti
della Scapigliatura, a cura di Mario Petrucciani e Neuro Bonifazi, Armando
Argalia Editore, Urbino 1960. Nelle 304 pagine di questo volume, dopo una
impeccabile introduzione di Neuro Bonifazi, si accolgono alcune poesie di 13
scrittori; giustamente, uno spazio consistente viene occupato dai quattro poeti
maggiori della Scapigliatura: Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo Boito
e Giovanni Camerana. Seguono altri nove lirici, che, pur avendo delle
caratteristiche tali da avvicinarli in qualche modo al movimento, non furono
certo scapigliati a tutto tondo. Ma è pur vero che, tra i quattro più illustri
esponenti, ce ne sono almeno due che potrebbero essere catalogati in modo
diverso; per esempio, Tarchetti può benissimo essere definito un post-romantico
sui generis, ossessionato dall'orrido
e dalla morte; mentre Camerana, se si prendono in considerazione alcune sue
liriche, potrebbe rientrare tra i poeti che in Italia anticiparono il
simbolismo, o tra coloro che abbracciarono per primi le allettanti atmosfere
del decadentismo europeo. I veri scapigliati, alla fine, possono ridursi ai
nomi di Praga e Boito, viste le tante peculiarità che li accomunano, tra le
quali lo spavaldo e irrispettoso sbandieramento della rivolta contro la
tradizione letteraria nostrana, il percettibile senso del macabro e un
maledettismo ereditato dalla migliore letteratura europea della metà del XIX
secolo, rappresentata magistralmente da scrittori come Charles Baudelaire e
Edgar Allan Poe. Stupisce l'assenza di uno scapigliato minore ma autentico,
quale fu senz'altro Giulio Pinchetti; un po' di sconcerto suscita invece la
presenza di qualche poeta quasi o del tutto ignorato dalle antologie e quindi
sconosciuto, come Pier Enea Guarnerio. D'altronde, come si vedrà quando me ne
occuperò, anche altre antologie sugli scapigliati inserirono più di un nome
azzardato nella selezione dei testi che furono scelti per realizzarle. Il fatto
è che, come accade quando si parla di scuole o movimenti che non sono
perfettamente delineati né precisamente circoscritti, è facile trovare elementi
che accomunano scrittori sostanzialmente dissimili, che comunque hanno
respirato la stessa aria e gli stessi fermenti di un determinato periodo
storico-letterario. La Scapigliatura, da questo punto di vista offre molte
possibilità e interpretazioni. Ecco, infine, i nomi dei poeti presenti in
questa antologia.
POETI DELLA
SCAPIGLIATURA
Emilio Praga,
Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo Boito, Giovanni Camerana, Bernardino Zendrini,
Vittorio Salmini, Domenico Milelli, Lorenzo Stecchetti, Luigi Gualdo, Achille
Torelli, Pier Enea Guarnerio, Pompeo Bettini, Remigio Zena.
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