domenica 23 dicembre 2018

Il Natale nei versi di tre poetesse italiane del XX secolo


Ecco tre poesie natalizie scritte da tre ottime poetesse italiane del Novecento. Come è facile notare, questi versi non celebrano la più importante festa cristiana dell'anno, ma mostrano segni di sconcerto, di sofferenza e di tristezza. Il Natale è presente, ma è vissuto in situazioni particolari o con sentimenti contrastanti.
Donata Doni scrisse la sua poesia in un ospedale (come si evince dal luogo riportato in calce alla sua composizione), a soli tre giorni dal 25 dicembre. Nei suoi versi si respira il clima di palpabile tribolazione fisica e mentale, dovuto alla malattia e all'umanità sofferente da cui era circondata la poetessa in quel difficilissimo momento. La Doni elenca una serie di azioni che non può fare, che sono quelle della tradizione natalizia, e che la stragrande maggioranza dell'umanità fa nei giorni che precedono la festa. Malgrado ciò, essa si rende conto che può fare qualcosa d'altro, di ben più profondo e di estremamente importante: stare vicino a chi, come lei, sta vivendo un periodo di forte sofferenza. Il verso finale indica più che mai l'aspetto religioso della poesia: la nascita di Gesù, rappresenta soprattutto qualcosa di fondamentale proprio per la parte dell'umanità più sofferente, poiché grazie alla sua vita e al suo messaggio, questo enorme popolo fino ad allora ignorato, diverrà importante e troverà una speranza e un conforto nelle parole del Cristo.
La poesia di Luciana Frezza è di tutt'altro tono, e descrive l'insignificanza dei natali moderni. La mancanza dell'anno preciso nel titolo in cui compaiono soltanto i primi due numeri, sembra voler accomunare tutti i natali del XX secolo, che si susseguono, fastosi e ripetitivi, causando in chi li vive anno dopo anno, una sorta di impalpabile indifferenza, che si va accentuando e che comporta una assoluta perdita di significato della festa.
Infine, la lirica di Daria Menicanti, in cui il Natale passa decisamente in secondo piano, poiché ciò che risalta è il breve messaggio indirizzato ad un uomo che non risponde alle lettere di una donna evidentemente innamorata; questi versi esprimono un'amarezza ed una rassegnazione che, comunque, non impediscono alla poetessa di scrivere a quest'uomo parole di comprensione, inserendo anche gli auguri di Natale, che però sono definiti del caso e, quindi, quasi obbligati, o comunque poco sentiti.




UN NATALE
di Donata Doni (1912-1972)

Non puoi confonderti
nel dedalo delle strade illuminate
nell'attesa del Natale.
Non puoi sentirti sospingere dalla folla,
fra le vetrine dei negozi,
il frastuono, l'aria di festa.
Non puoi cogliere in Piazza Navona
il sorriso estatico dei bambini,
né attendere la mezzanotte
fra un lieto scambio di doni.
Puoi solo stare accanto
a chi soffre, a chi geme, a chi piange.
Anche questa è una nascita.

             Roma, Policlinico Gemelli, 22 dicembre 1971

(da "Il fiore della gaggìa", Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1973)




NATALE 19...
di Luciana Frezza (1926-1992)

Le sere vicine al Natale
nella città che si chiude
i bimbi vestiti di rosso
le donne nelle sciarpe
percorrono vie di presepe,
tra selve di abeti inchiodati
tra file di fanali
- è come se anche questo Natale
fosse passato - saliamo
gli anni e non resta
a poco a poco
che questa mano che sfiori.

(da "Comunione col fuoco. Opera poetica", Editori Riuniti 2013)




BIGLIETTO NATALIZIO A GIULIO
di Daria Menicanti (1914-1995)

Non ti scrivo per quello. Capisco
bene come succede. Anch'io ti scrivo
solo oggi gli auguri del caso.
Non ti chiedo perché non hai risposto
ancora alle mie lettere: si rimanda,
si rimanda indefinitamente
e, prima ancora che per sé, si muore
negli altri

(da "Il concerto del grillo", Mimesis, Milano-Udine 2013)

Nessun commento:

Posta un commento