Augusto Cardile nacque a Taranto nel 1909. Ben presto dovette affrontare con coraggio alcune situazioni drammatiche che coinvolsero la sua famiglia. Stabilitosi a Firenze, nel capoluogo toscano sembrò trovare una tranquillità che in vero durò poco, visto che nel 1937 decise di togliersi la vita. I suoi versi, mai pubblicati in volume, uscirono nella rivista "Letteratura" nel 1938, arricchiti da una struggente testimonianza del critico Oreste Macrì.
Di seguito si possono leggere due brevi composizioni in versi che ben testimoniano tutta la sofferenza interiore vissuta da questo sfortunato poeta.
NON FUI
Non fui,
malinconia dei lunghi anni trascorsi
in questa casa solitaria:
né sorriso cercai
né dolcezza.
Mi parve buona ebbrezza
quella dei morti libri.
(Dalla rivista «Letteratura», ottobre, 1938)
* * *
IDDIO CHE VEDI...
Iddio che vedi, non posso più andare
ho nell'anima un male profondo
come gorgo senza fine
e se porgessi a te il mio cuore
piegare la mia mano vedresti
sotto il peso.
Non posso camminare
e nella notte
sotto fili di stelle
m'accascerò per sempre.
(Dalla rivista «Letteratura», ottobre, 1938)
Grazie per aver pubblicato queste poesie di Cardile.
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