domenica 11 febbraio 2024

"Piccolo libro inutile" di Sergio Corazzini e Alberto Tarchiani

 

Piccolo libro inutile è il titolo di un volumetto poetico pubblicato nel 1906 dalla Tipografia operaia romana. Gli autori sono Sergio Corazzini (Roma 1886 - ivi 1907) e Alberto Tarchiani (Roma 1885 - ivi 1964); del primo, esponente di spicco della corrente che fu in seguito definita "crepuscolarismo", sono qui presenti otto poesie; di Tarchiani, invece, precedute da una breve prosa poetica, si possono leggere dieci liriche. Per quanto concerne Corazzini, malgrado lo scarso numero di composizioni in versi che compaiono in Piccolo libro inutile, si può affermare che qui il poeta romano raggiunse l'apice del suo brevissimo excursus letterario, poiché i versi di Desolazione del povero poeta sentimentale, così come quelli di Per organo di Barberia e non solo, sono dei veri e propri capolavori, destinati a far parte delle migliori e più severe antologie inerenti la poesia italiana del Novecento. Ho citato due poesie, ma le restanti non sono certamente da trascurare, anzi, direi che complessivamente, questo gruppo di liriche rappresenti il meglio dell'opera poetica di Corazzini. Quanto a Tarchiani, la sua attività poetica iniziò e nello stesso tempo terminò con questa esigua raccolta. Pure, ci furono diversi critici - tra cui Pier Vincenzo Mengaldo - che ebbero buone parole nei suoi confronti; fatto sta che Tarchiani decise, dopo la morte prematura dell'amico Corazzini, di troncare di netto con la letteratura, dedicandosi ad attività ben differenti.

Volendo ora parlare delle riedizioni di questo libriccino, ricordo che, recentemente, sono state pubblicate due ristampe di Piccolo libro inutile: la prima, edita da San Marco dei Giustiniani a Genova nel 2013 (vedi foto sotto); la seconda, pubblicata da Diana Edizioni nel 2021 (ivi sono comprese altre due raccolte di Corazzini: Dolcezze e L'amaro calice). Esiste anche un'ebook recentissimo, edito da StreetLib nel 2021; infine c'è anche un sito web dove è possibile leggere e scaricare gratuitamente la famosa raccolta dei due poeti romani in formato originale.

Passando ai saggi critici riguardanti specificatamente le poesie di Piccolo libro inutile, posso tranquillamente affermare che Sergio Corazzini vantò e tutt'ora vanta una serie innumerevole di commenti più o meno approfonditi di insigni critici letterari riguardanti la sua intera produzione in versi. Diverso è invece il discorso, se si parla di Tarchiani poeta; personalmente, consiglio di leggere almeno il capitolo a lui dedicato da Angela Ida Villa nel volume Neoidealismo e rinascenza latina tra Otto e Novecento (LED, Milano 1999), perché in queste pagine si fa un'analisi molto approfondita delle dieci poesie ivi presenti, oltre che di tutta la fase prettamente letteraria - che in sostanza va ricondotta alla sua prima gioventù - del diplomatico romano.

Chiudo riportando l'indice del volumetto, seguito da due sonetti presenti nella raccolta, rispettivamente di Corazzini e di Tarchiani.   

 

 

Piccolo libro inutile


 



QUESTE SONO LE LIRICHE DI SERGIO CORAZZINI

 

Desolazione del povero poeta sentimentale.

Ode all'ignoto viandante.

San Saba.

Sonata in bianco minore.

A Gino Calza.

per organo di Barberia.

Canzonetta all'amata.

Dopo.

 

 

LIRICHE DI ALBERTO TARCHIANI

 

[Un giorno d'estate...].

A Suora Paola delle Francescane.

Dalle torri del silenzio.

Mattutino.

Polla d'acqua dolce.

Il fanciullo cieco.

Notturno.

Alle cose perdute.

Sull'argine di una gora morta.

Alle foci di un perenne desiderio.

Amen.

 

 

 Testi

 

SAN SABA

di Sergio Corazzini

 

Forse, Antonello, nostra sora Morte,

da la qual nullo uomo può scampare,

udendo quel tuo dolce sospirare

piana venne a le nostre anime assorte,

 

poi che vedemmo le tre chiuse porte

ove i beati stannosi a pregare

e i mendichi non osano levare

occhi, in temenza della buona sorte?

 

Forse, Antonello, se desio di vita

ci crebbe l’ora de le prime stelle

e un di piccoli orti vanimento

 

sì rassegnati al trasfiguramento

che le ingenue anime sorelle

non pensaronsi aver la via smarrita.

 

(da "Piccolo libro inutile", Tipografia operaia romana, Roma 1906, p. 19)

 

 

 

 

AMEN

di Alberto Tarchiani

 

Anima, andremo, sì, per vie serene

e lontano, tra i monti, a salvamento:

alle cerule soglie d'un convento

stenderemo sull'erba nostre pene.

 

Cori sommessi udremo, e cantilene

pie di compagni e favole di vento:

beveremo nei calici d'argento:

faremo un nido delle nostre vene!

 

Ma passeranno l'albe per la valle

e le notti stellate, come fiumi:

a piedi scalzi, un dì, verrà la morte.

 

Tremeranno, di brividi, le porte:

crudeli mani accecheranno i lumi:

andrai piano gemendo, anima, sola!

 

(da "Piccolo libro inutile", Tipografia operaia romana, Roma 1906, p. 89)

 

 

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