domenica 12 marzo 2023

Tramonto

 

Chi batte ai palazzi di marmo sanguigno?

Sono i mercanti dagli occhi verdi.

Sono i mercanti dagli occhi verdi,

e ognuno porta un chiuso scrigno.

 

- O mercanti, che portate?

Che portate nel vostro forziere? -

Così domandano le dame annoiate

col gomito sull'origliere.

 

Poi nel forziere le dame annoiate

affondano le mani profumate.

Si mettono diademi ed ori,

e merletti d'argento e ghirigori,

purpurei manti si mettono addosso

e vanno a specchiarsi vestite di rosso.

Ma negli specchi certe dame smorte

appaiono, come da oscure porte...

Appaiono manti di scarlatto...

Appaiono verdi occhi di gatto...

 

Intanto ai confini del mondo

passano i carri d'oro del tramonto.

 

 


 

 

COMMENTO

 

Tramonto è il titolo di una poesia di Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953). La raccolta di versi dello scrittore marchigiano che la contiene, s’intitola Il re pensieroso (Treves, Milano 1922); questa è anche la sua raccolta d’esordio. Io l’ho trascritta dal volume Poesie (Cappelli, Rocca San Casciano 1957), che comprende l’intera opera poetica di Betti.

La struttura di Tramonto è quella tipica de Il re pensieroso, dove è facile ritrovare, coi ritmi di una canzonetta, personaggi e luoghi al di fuori della realtà e del tempo; spesso il poeta descrive situazioni fantastiche, che sembrano scaturire da una favola antica e misteriosa. In questi versi, per esempio, si parla di enigmatici mercanti di oggetti preziosi, i quali bussano alle porte di palazzi di marmo, dove abitano delle dame particolarmente affascinanti, ricche e sole; le dame, appena riconosciuti i mercanti, si avvicinano e aprono il forziere che nasconde una gran quantità di ori, diademi e tanti altri oggetti allettanti; quindi indossano tutto ciò che le attira, per poi osservarsi negli specchi delle loro stanze. Ma gli specchi le riflettono in modo controverso: dietro di loro appaiono porte misteriose e oscure; i mantelli rossi cambiano di colore, divenendo scarlatti; e, ancora dietro di loro, si vedono occhi verdi, di gatto: questi ultimi sono simili agli occhi dei mercanti di cui Betti parla all’inizio della poesia, sottolineandone il colore. Sembrerebbe, quindi, che tali, enigmatici mercanti, tramite una magia siano entrati nelle stanze delle dame per spiarle mentre indossano le loro mercanzie. Importanti, in tutto il componimento, risultano i colori: i palazzi di marmo sanguigno, gli occhi verdi dei mercanti, i manti purpurei, le vesti rosse e, infine, i carri d’oro del tramonto dell’ultimo verso. Molto probabilmente, il poeta che influenzò di più Betti nelle sue primissime composizioni poetiche, fu Aldo Palazzeschi; in particolare i versi delle prime raccolte dello scrittore fiorentino: dove è facilissimo trovare atmosfere favolistiche simili a quelle che caratterizzano maggiormente Il re pensieroso.

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