Il sole: la stella che per
noi terrestri rappresenta qualcosa di estremamente importante, poiché, se non
ci fosse, non ci sarebbe neppure la vita sul pianeta. Quante poesie e quante
canzoni sono state dedicate al sole? Un’infinità. Per quel che concerne la
poesia, ho qui trascritto dieci liriche che parlano del sole; quasi sempre, la
stella è lodata e osannata, a parte i tre versi di Gaetano Arcangeli, scritti
in un periodo di grande sofferenza (in un anno della 2° Guerra mondiale), che
parlano di un sole svogliato, stanco di rifare il percorso giornaliero
attraverso il cielo. Non sono assenti, infine, i versi ricchi di fantasia, come
ad esempio, quelli che descrivono nuovi e misteriosi mondi fatti di ombre e di
luci, che nascono grazie ai riflessi dei raggi solari sulle cose terrestri e
che soltanto poche persone riescono a intercettare. Ma una
giornata di sole – purché non sia troppo calda – è gradita da quasi tutti gli
esseri viventi, che grazie al calore e alla luce intensa ritrovano forze ed
entusiasmi perduti; e qualche anima bella, allora, può scrivere dei versi
gioiosi, oppure canticchiare allegramente quella famosa canzone che comincia
con il verso: “Che bella cosa na jurnata ‘e sole!”
IL SOLE IN 10 POESIE DI 10
POETI ITALIANI
È LOGORO IL TURNO DEL SOLE
di Gaetano Arcangeli
(1910-1970)
È logoro il turno del sole,
rispetta irritato l'oario
ormai, questo stanco
convoglio...
[da "Solo se ombra
(1941-1953), Scheiwiller, Milano 1995, p. 84]
SOLE
di Girolamo Comi
(1890-1968)
Fulgida ebbrezza
che Dio ci ha dato
perché vi assaporiamo la
carezza
terrestre del creato,
e perché dentro il corpo
che morrà
echeggi il suo sinfonico
calore
quale preludio
dell'eternità
che nel consumo rapido
delle ore
pregusta già la nostra
umanità...
(da "Sonetti e
poemi", Ceschina, Milano 1960, p. 65)
FANTASIA SOLARE
di Giovanni Descalzo
(1902-1951)
a Umberto Fracchia
Fu la ronca invisibile
del vento balzato
improvviso
sulla compatta volta delle
nubi,
a crear lo scompiglio nel
cielo.
Avvenne la fuga precipitosa
verso il mare, verso la
terra,
pigiandosi, scerpendosi
nembo contro nembo
nell'irrompente follia
del panico che incalzava.
Nella prima fenditura
cacciò il sole la sua luce:
fu incendio!
Il vento lasciata la ronca
parve afferrare le torce
che ardenti
si attizzavano all'occaso.
Le scagliò sulle nubi
atterrite
come un'ultima irrisione;
sorsero allora dovunque
roghi immani, paurosi
lividori di fiamme
ondegginti
come vampe di fornaci,
eruzioni senza fine di
fumosi
lave uscenti in cateratte;
si formarono crogiuoli e il
bronzo fuso
tra la danza dei vapori
incandescenti
traboccò su nube e nube
lacerando ed abbagliando.
Poi il vento gettate le
torce
avviluppò le fiamme
e in una magnifica
ebbrezza,
le soffiò sui boschi,
le lanciò sulle case,
lediffuse sul mare
ed arse tutta la terra.
Nessuna vela sul mare
nessuna ala nel cielo.
Qualche cuore muto,
ebbro anch'esso e partecipe
si trovò solo e dimenticato
nel freddo
quando, consunto, il rogo
si spense nella notte.
(da "Risacca",
All'Insegna della Tarasca, Genova 1933, pp. 20-21)
HO BISOGNO DI SOLE
di Luigi Fiorentino
(1913-1981)
Piove il sole sui salici
e le fogliuzze cupe
alla brezza
che si trascina una canzone
vecchia
si muovon come tanti
piccoli pesci brillanti.
Piove il sole su le arance
d'oro
che sorridono festanti,
sui nuovi cedri simiglianti
a seni
di vergini fanciulle;
ovunque piove il sole.
Eppure ho freddo e devo
camminare:
da quale strada vengo,
quale faccio?
Risplendi, o sole!
Forse poc'anzi somigliavo
ad astro
ed ora son smarrito, ho
tanto freddo
e invoco la tua pioggia,
amato sole!
(da "Cielo
stellato", Carabba, Lanciano 1942, p. 31)
IL SOLE
di Corrado Govoni
(1884-1965)
Mentre i buoi arano la
terra lucida e bruna,
enormi incerte cose bianche
cadute dall'uovo di cotone della luna
salutata dai galli rochi
mattinieri
e salutata dalle fruste dei
carrettieri
che schioccano forte perché
inzuppate di rugiada
raccolta nella notte lungo
la musicale strada,
tra i pioppi, eterni
inquieti pallidi, è dolce la tua bassa faccia
tonda di sana gioia, lustra
di vernaccia.
(da "Brindisi alla
notte", Bottega di Poesia, Milano 1924, p. 73)
IL SOLE SUL MURO
di Ada Negri (1870-1945)
Fu mia delizia,
nell'adolescenza
fugace, con attenti occhi
seguire
sulle muraglie del mio
verde regno
l'alterno gioco del sole e
dell'ombra.
E m'incantavo a decifrar
rabeschi
di fronde, in nero sulla
calce bianca
a capriccio segnati: era il
mio libro
di canti e fiabe, aperto a
me soltanto.
Tutto una vampa il muro a
mezzogiorno
nei dí sereni: volto dallo
sguardo
di fiamma, che nel tempo
dell'amore
io riconobbi nell'amante
amato.
Ma obliqua l'ombra,
serpeggiando a gradi
dal basso, esatto
m'indicava il corso
dell'ore; ed io, fra me: –
Non verrà mai
un meriggio che sia senza
tramonto? –
E quando il sole, al suo
sparir, dall'orlo
della cimasa mi diceva
«addio»,
sempre quel dubbio
m'assaliva: – O luce,
e se domani non tornassi
piú? –
Fedele, ogni alba, a me
tornò la luce
lungo il fiume degli anni;
e fu il mio bene
piú grande: il bene che non
si cancella
mai, per volger di tempo e
di vicende.
Desiderio non ho d'altra
ricchezza,
né m'importa degli uomini;
ma imploro
che sol da morte a me luce
sia tolta.
E m'è delizia tuttavia, sul
muro
del mio terrazzo alto sui
tetti, intenta
seguire, come ai
fanciulleschi giorni
in cui tutto allo sguardo è
meraviglia,
l'alterno gioco del sole e
dell'ombra.
(da "Vespertina. Il
dono", Mondadori, Verona 1943, pp. 104-105)
SOLE CHE NASCE
di Carlo Saggio (1897-1997)
O mattina, ora d'amore!
Verso oriente, è il sogno
della luce
non apparita ancora;
bassa all'orizzonte,
una fascia di porpora
traluce,
più e più lucente e
impallidita.
Le viole della notte
impallidiscono.
Percuote là una lavandaia
il suo bucato,
un'altra qua risponde.
Il fiume è simile alle
fronde
nuove,
è simile a una guancia di
bambino
liscia,
è simile a una pietra non
mai vista
versicolore.
E poi nel cielo è un
paradiso multiforme
e dentro l'acqua sono gigli
d'oro
e mille rose immacolate
e violette pallide,
e un riso innumerevole
d'amore.
Pigola un uccello e una
campana canta
il mattutino.
Ora le nubi sono fuoco
senza fiamma,
e son nell'acqua come son
nell'aria,
e tutto l'orizzonte è un
canto di campane.
Son molte lavandaie che
sciaguattano,
gli uccelli si rispondono:
sull'anello de' cieli è
nato il sole.
(da "Il sogno e l'ala",
Alpes, Milano 1924, pp. 33-34)
SOLE D'OTTOBRE
di Sergio Solmi (1899-1981)
Bianco sole d'ottobre
appena vivo
che l'ora abbrividente oggi
rallumini
il tuo volto di pace è
fatto vano
teso il tempo scandisce la
mia vita.
Ché le tue cieche braccia omai
sol bramo,
le tue dolcezze sfinite, i
tuoi baci
smemorati e pesanti,
l'ombra notturna che su noi
si serra,
o amore, fresco sepolcro,
tu dolce
buio come la terra.
(da "Opere, Volume I,
tomo primo", Adelphi, Milano 1983, p. 8)
L'IRRAGIONEVOLE SOLE D'AGOSTO
di Geppo Tedeschi
(1907-1993)
L'irragionevole sole
d'agosto
si dichiara più bello,
stamattina,
della magra campagna
calabrese.
- Ti sbagli terribilmente,
gli urlarono inferociti,
con roteanti bastoni,
d'acacia,
due vallate a strapiombo.
- Mira i nostri damschi, di
fiori,
a mille motivi.
Assaggia questo arnacione,
sfiora quel verde a
strilli,
dissetati in questo viola.
Allora, il sole,
diventò pensoso.
Più tardi una rondinella,
venuta da poco dal mare,
col battello del vento,
portò una missiva,
scarlatta,
alle mani di un pesco
che lesse lesse, commosso:
- Mi dichiaro stravinto
dai tuoi rari fulgori
calabresi.
Mi dicharo stravinto!
In calce,
proprio in calce,
c'era firmato
IL SOLE.
(da "Antologia poetica
dal futurismo a oggi 1932-1975", Catria, Roma 1975, pp. 82-83)
HORO
di Carlo Vallini
(1885-1920)
Horo, Iddio Sole, mutano
con l'ora
gli aspetti che il tuo
spirito riveste.
Kopri è il tuo nome, se tra
le foreste
pallide, accendi i fuochi
dell'aurora.
Poi, quando la tua furia
ebra divora
l'etere e un'onda torrida
c'investe,
Rhâ tu diventi, il Despota
celeste
raggiante dall'altissima
dimora.
Ma se l'attimo volga e
all'infinito
crescano l'ombre intorno e
gl'ipogei
ardano contra il tuo disco
gigante,
tra la porpora e il sangue,
Horo, ferito
a morte, nel supplizio
ultimo sei
Tumu, l'Ammutolito - il
Declinante.
(da "Un giorno e altre
poesie", Einaudi, Torino 1967, p. 120)
Edvard Munch, "The Sun"
(da questa pagina web)
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