Certamente quello
della noia è uno degli argomenti preferiti dei poeti decadenti e simbolisti,
collegandosi facilmente con lo spleen,
ovvero con quell'umor nero e quella malinconia descritti in modo ineccepibile
da Charles Baudelaire e da altri poeti francesi della seconda metà
dell'Ottocento. Nei poeti italiani la noia viene cantata in modi assai diversi:
a volte diviene materia, come l'edera che sale sui muri e invade le stanze di
un vecchio palazzo in stato di abbandono (Gualdo) o come un albergo senza
ospiti, che si ritrova in un perenne letargo (Mannoni); a volte equivale al
"Nulla" ovvero all'inutilità (Donati Pétteni, Oxilia e Vallini);
altre volte ancora si evidenzia in un paesaggio nebbioso, statico e angoscioso
(De Maria, Govoni e Palazzeschi). Ma la noia può nascere anche guardando un
semplice oggetto come l'orologio, il quale scandisce un tempo che si annuncia
vuoto di avvenimenti (Venditti); oppure, proprio perché sprona la mente, fa
nascere una serie di fantasie che a volte si tramutano in veri e propri sogni
ad occhi aperti (Adobati, Guido da Verona e Marcellusi). Immancabile è la
presenza della morte, ricercata dal poeta in questi momenti, specialmente se a
lungo andare la noia si trasforma in una disperazione senza scampo (Spiritini).
Poesie sull'argomento
Mario Adobati:
"Il tedio sul fiume" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).
Francesco Cazzamini
Mussi: "Alla Noia" in "Le amare voluttà" (1910).
Guido Da Verona:
"Ballata crepuscolare" in "Il libro del mio sogno errante"
(1919).
Federico De Maria:
"Paesaggio d'angoscia" in "La Leggenda della Vita" (1909).
Giuliano Donati
Pétteni: "Più nulla" in "Intimità" (1926).
Luigi Fallacara:
"Noia" in «Lacerba», dicembre 1914.
Corrado Govoni:
"Noia" in "Le fiale" (1903).
Corrado Govoni:
"È un pomeriggio livido" in
"Armonia in grigio et in silenzio" (1903).
Corrado Govoni:
"Noia" in "Poesie elettriche" (1911).
Luigi Gualdo:
"Gioia passata" in "Le Nostalgie" (1883).
Amalia
Guglielminetti: "Tediata" in "Le vergini folli" (1907).
Remo Mannoni:
"L'albergo della noia" in "Fermento" (1931).
Enzo Marcellusi:
"Nausea" in "I canti violetti" (1912).
Tito Marrone:
"Attimo" in «Matelda», settembre 1908.
Angiolo Orvieto:
"Al Tedio" in "La Sposa Mistica. Il Velo di Maya" (1898).
Nino Oxilia: "Da quale attimo nacque questa noia..."
in "Canti brevi" (1909).
Aldo Palazzeschi:
"Il pastello del tedio" in "I cavalli bianchi" (1905).
Masimo Spiritini:
"Quando il tedio mi afferra..."
in "In Olanda" (1904).
Carlo Vallini:
"La noia" in "Un giorno" (1907).
Mario Venditti,
"L'orologio in castigo" in "Il cuore al trapezio" (1921).
Giuseppe Zucca:
"Qualche cosa" in "Io" (1921).
Testi
BALLATA CREPUSCOLARE
di Guido da Verona
Nell'alte bufere di polvere
che solleva uno
stormo di cavalli
nel furioso galoppo,
i corvi gridando
ammulìnano
su da l'immenso
pianoro
verso la Città che
splende orlata di nuvole d'oro.
Avvampa un rogo per i culmini
dall'alta muraglia
ove convergono
i fuochi vertiginosi
del tramonto
e i corvi, neri come
la tormenta,
feltrati calanti come
l'ala della notte,
a migliaia sopra,
gridando, vi strapiombano a migliaia,
come per stendere un
lenzuolo funebre
sopra il delirio
della sera.
Perché tanto gridano i corvi
calando sui rami
degli alberi
al sopravvenire della
notte?
Son forse richiami
d'amore che il maschio a voi manda,
o femmine calde,
raccolte nell'ala piegata
sul ramo che manda
profumo
di notte stellata?
Ma io che sto sola e m'annoio
nella deserta mia
casa dove nessuno mi chiama,
non odo la voce
lontana
dell'uomo ignoto che
mi ama,
e quasi di tristezza
muoio...
Io faccio scorrer la spola
e fo' girar
l'arcolaio
per compiere questo
ricamo
di seta che ho sul
telaio.
I corvi si addensan come nuvole
su gli alberi del mio
giardino,
e manda un profumo
che m'inebbria
il fiore pallido
Gelsomino.
Ma i corvi ora s'addormentano,
ed il pavone s'è
appollaiato...
Oh il buon odore che
tramandano
i fiori del pomo
granato!
Traverso la porpora d'oro
che infiamma d'aurore
notturne le mura serene,
che filtra per le
griglie verdi ove s'inerpica e trema
il fiore pallido
Gelsomino,
mi giunge lieve una
ballata crepuscolare, che m'incanta:
e mentre il delirio
della sera
per la imporporata
ombra sale,
un'ebbra voglia di
vivere,
frammista in me con
il pensiero
della morte infinita,
m'assale.
O stendardi di porpora!...
gonfie bandiere
scintillanti come fontane d'oro!...
ali recise, cadenti
nella fiamma,
supreme ali di
sole!...
portate a me
solitaria un simile grido d'amore,
un simile grido, e mi
giunga
soffocato, nel
delirio della sera!
Bufere, bufere... La spola
si ferma; il telaio
s'inclina;
più vasta l'ombra
s'accoglie
nella mia faccia
china.
Ahimè, come sono felici
i corvi, sui rami
odorati
che dolce profumo che
mandano
i fiori dei pomi
granati!...
Mentr'io camminerò senza lampada
nel raggio verde
pallidissimo della luna verde che non dà pace,
verso la mia coltre
deserta,
verso il giaciglio
tormentoso
dove non fui che
l'amante inane del mio sogno voluttuoso.
Dove talvolta, mentre le stelle,
simili ad un volo
innumerevole di farfalle d'oro,
infurian come bufere
di luce
nel quadrato azzurro
della finestra,
e par che ogni atomo
dello spazio
più miriadi ne
chiuda,
non oso nemmeno
spogliarmi
per la paura d'esser
nuda,
e sto con la gola
scoverta
guardando le stelle
infuriare nella finestra aperta.
Allor talvolta nell'incantesimo
della notte, che fila
i fili d'oro della
sua conocchia,
mi par che un'ombra
m'allacci
subitamente le
ginocchia,
subitamente mi
stringa la gola turgida, inquieta,
e che una mano mi
stracci
la bella mia veste di
seta.
(da "Il libro
del mio sogno errante")
DA QUALE ATTIMO
NACQUE QUESTA NOIA CHE OPPRIME
di Nino Oxilia
Da quale attimo
nacque questa noia che opprime,
questa lotta che
sfibra?
Che cosa sono e bene
e male se non parole
vane che noi creammo?
Alla sua turpe scuola
il despoto: l'inganno
ci tiene ebeti,
avvinti.
Ogni baleno è falso,
ogni dolore scompare
nel silenzio dell'Io.
Dalle mille ferite
che ostentiamo piangendo
altrui, che non si
cura,
non sorte sangue -
Delle pozzanghere il limo
ci scorre nelle vene.
(da "Canti
brevi")
Gustave Courbet, "Young Ladies on the bank of the Seine – fragment of a painting (Woman with Flowers on Her Hat)"
(da questa pagina web)
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