Nacque a Pisa nel
1875 e ivi morì nel 1940. Laureatosi in medicina, assai giovane iniziò a
collaborare con riviste e giornali d'indirizzo politico e letterario; tra
l'altro scrisse su Il Libertario, Il Pensiero, Il Razionalista e L'Avvenire
anarchico. A proposito di anarchia, Del Guasta fu un seguace di questa dottrina
politica per tutta la vita, ancor di più dopo aver conosciuto Pietro Gori, con
cui strinse anche una profonda amicizia. Svolse contemporaneamente la
professione di medico, e pubblicò anche alcuni volumi poetici. I versi di Del
Guasta si distanziano dal suo pensiero politico, ed esternano i sentimenti di
un uomo sopraffatto dalla malinconia e sofferente per un amore impossibile.
Sorprendente risulta anche, leggendo alcune poesie, la sua fede cristiana, che
ovviamente per un anarchico è un elemento quanto meno stravagante.
Opere poetiche
"L'anima che
piange sulla tomba delle memorie", Tip. Franceschetti, Navacchio 1909.
"Rimembranze
d'amore", Tip. Franceschetti, Navacchio 1910.
"Mentre
spuntano gli astri", Tip. Coop. Germinal, Pisa 1914, 1921 (2° ed.).
"Fiori per
l'altare della Vergine", Arti grafiche Pacini-Mariotti, Pisa 1928.
Presenze in
antologie
"L'Adunata
della poesia", 2° edizione, a cura di Arnolfo Santelli, Editoriale
Italiana Contemporanea, Arezzo 1929 (pp. CCXXII-CCXXIII).
"Cenacolo:
Antologia di poeti d'oggi", a cura di Francesco Addonizio e Francesco
Giovinazzo, Luce Intellettual, Palermo 1931 (pp. 112-116).
"Poeti
simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni
Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. 2, pp. 100-101).
Testi
MENTRE SCENDE LA
SERA
Vieni, suora
paradisiaca,
discendi la
bianca gradinata
del convento a
specchio del mare...
Vieni, ti ho
fatto con le mie lacrime
un rosario di
gemme
per le tue
preghiere.
Già tornano i
pescatori
e più dolce si
lamenta l'onda...
È l'ora che
l'anima mia
con la tua
comunica
in un'estasi
celestiale...
Già sfumano i
monti lontani
fra dolci, fra
molli vapori
di viola; tra
bizantini ori
ed Espero brilla
nel cielo...
Come sei bianca,
come sei bella!
Chi sei? forse un
giorno ci amammo
un memorabile
giorno,
in una vita
anteriore,
chi sa in quale
astro, sorella,
chi sa dove, chi
sa quando?
Dove ho visto il
tuo ovale divino?
Fra gli angeli
del Botticelli?
fra le madonne
del Perugino?
Ave o giglio
della convalle,
ave o stella
pensosa del vespero!
Tutto passa!
libiamo, sorella
alla coppa
maliarda d'amore.
Vieni, l'anima
mia intenerita
d'amore già vola
leggera
al cielo
stellato,
come una
preghiera.
Vieni. Oh dolce
attardare
su i tuoi beati
cigli
la mia bocca
innamorata
qui, sull'orlo
del mare
lungamente, nella
notte stellata!
Vieni. Già
palpita il mare
come nuzial velo
di sposa ai baci
di un angelo.
È l'ora che
l'anima mia
con la tua
comunica
in un'estasi
celestiale...
Già sfumano i
monti lontani
tra dolci, tra
molli vapori
di viola, tra
pallidi ori
ed Espero brilla
nel cielo...
(da "L'anima
che piange sulla tomba delle memorie", pp. 10-12)
SANTE RELIQUIE
C'è in quest'arca
d'avorio un pio tesoro.
È una crocetta
che teneva al collo,
la mamma morta.
Con un fil di voce
me la dette nei
dì dell'agonia.
Disse: Figliuolo,
in mezzo alla tempesta,
la navicella tua
vada al suo porto,
ama chi t'odia e
con chi soffre il pane
spezza, contento
della magra cena.
Di bontà nutri i
giorni tuoi dolenti,
che vendemmia
n'avrai d'arcane gioie
come chi ara un
solco, con speranza.
Disse e spirava.
Sovra lei dal cielo
piovea un nembo
di gigli e il sol cingea
d'eterni rai
l'angelicata fronte.
(da "Mentre
spuntano gli astri", p. 56)
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