in ricordo della mia mamma
Questa antologia, che fu pubblicata dall'editore Mursia di Milano nel 1990, è una delle
migliori - almeno tra quelle che ho consultato personalmente
- dedicate alla figura materna. Il curatore, Luigi Santucci (Milano 1918 - ivi
1999), è stato uno scrittore egregio, autore di buoni romanzi e di una raccolta
poetica intitolata Se io mi scorderò (Mondadori,
Milano 1969), che si distingue per il fatto che tutti i versi ivi presenti
hanno come argomento portante la dolorosa perdita della mamma: evento recente
che aveva - come si evince dalla lettura delle sue poesie - lasciato un segno
profondo nella vita dello scrittore meneghino. Anche questa antologia contiene molti versi che pongono l'accento sull'assenza della madre: dovuta ad una lontananza
momentanea o perpetua (in quest'ultimo
caso, il dolore è evidentemente più percepibile e struggente). I poeti qui
presenti possono essere considerati tra i migliori del XIX e del XX secolo, siano
essi italiani o stranieri; a questo riguardo è estremamente esplicativo il
sottotitolo dell'antologia:
le Poesie alla madre che / da Heine a
Ginsberg / da D'Annunzio a Pasolini / hanno svolto / un tema intimo e
universale / nella poesia degli ultimi due secoli
Altrettanto
esplicativa mi pare la motivazione dell'opera antologica, che è presente
sull'aletta anteriore della sovraccoperta del libro. Anche in questo caso
riporto il contenuto:
Questa
raccolta vuol essere un poetico omaggio alle mamme. A esse e insieme, non meno,
ai figli: dunque al sentimento più alto, indiscusso e universale, dopo quello
religioso, che eleva gli uomini in ogni terra e in ogni tempo, ad ogni livello
d'intelligenza, di civiltà, di moralità. Un libro che intende dunque
rivolgersi, fuori da umane discriminazioni, ai migliori come ai peggiori di
noi, ai letterati e agl'ignoranti, ai santi e ai briganti.
Non è forse
artificioso cogliere in ogni espressione della lirica - anche in quella epica e
guerresca - una radice segreta che è della madre: di colei che ci ha dato,
oltre la vita fisica, il sentimento stesso della vita e della morte, e perciò
di tutto; non è allora arbitrario percepire, in ogni brano di vera poesia, un
grido di figlio.
Aggiungo
che la scelta dei componimenti poetici è senz'altro adeguata, anche se non ho
ben compreso il motivo per cui, in alcuni casi, il curatore ha cambiato i
titoli delle poesie.
Chiudo,
come al solito, riportando i nomi dei poeti presenti in questa bella antologia.
...come una
volta mi darai la mano...
Osvaldo
Alcantara, Damaso Alonso, Attilio Bertolucci, Carlo Betocchi, Wilhelm Busch,
Marcello Camilucci, Giorgio Caproni, Vincenzo Cardarelli, Giovanni Cena,
Giovanni Cristini, Gabriele D'Annunzio, Edmondo De Amicis, Luciano Erba, Sergej
Esenin, Evgenij Evtušenko, Enzo Fabiani, Achille Formis, Allen Ginsberg,
Giuseppe Giusti, Albrecht Haushofer, Heinrich Heine, José Luis Hidalgo, Attila
Jósef, Erich Kästner, Rudyard Kipling,Maurice Magre, Kaoru Maruyama, Nikolaus
Lenau, Mario Luzi, Gabriela Mistral, Eugenio Montale, Marino Moretti, Eduard
Mörike, Kazumasa Nakagawa, Gábor Olá, Giovanni Pascoli, Pier Paolo Pasolini,
Corrado Pavolini, Antonia Pozzi, Emilio Praga, Giovanni Prati, Salvatore
Quasimodo, Nelo Risi, Salvador Rueda, Umberto Saba, Sônosuke Satô, Ina Seidel,
Leonardo Sinisgalli, Jaroslav Smeljakov, David Maria Turoldo, Giuseppe
Ungaretti, Diego Valeri, Giorgio Vigolo
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