a Marino Moretti
Iersera la festa
dei vivi colori,
la danza di risa
e di lazzi iersera!...
La festa del
grigio è stamane,
del grigio di
piombo.
S'è fatta la luce
assai tardi;
la strada è
ravvolta nel grigio silenzio,
non s'ode che
l'eco di sonno,
di sonno di
piombo.
La nebbia leggera
purifica l'aria
siccome i vapori
d'incenso,
ricuopre di
grigio lo specchio macchiato
che ancora ne
l'ombra riflette
gli sprazzi
scarlatti di risa,
di risa e di
lazzi.
Riposano ai piedi
dei letti di sonno profondo
gualciti gli
stracci dai vivi colori.
La festa del
grigio è stamane!
Rasentan le mura
coperte di brune
mantiglie,
beghine ricurve,
rasentan le mura
silenti.
Insiste argentino
l'invito a la Messa:
la Prima.
Leggere vi corron
le piccole figlie.
La strada è
ravvolta nel grigio silenzio.
L'invito
argentino si tace.
Più nulla. La
Messa incomincia.
Più ratte
rasentan le mura
le brune
mantiglie,
più rade si fanno
ed il passo ne cessa.
Soltanto la
nebbia leggera
tranquilla rimane
al suo giorno di festa:
la festa del
grigio è stamane!
Festa grigia è una poesia di Aldo Palazzeschi (pseudonimo di Aldo
Giurlani, nato a Firenze nel 1885 e morto a Roma nel 1974). Comparve per la
prima volta come settima lirica (pp. 33-34), all'interno del volumetto Lanterna, che lo scrittore toscano
pubblicò a sue spese in Firenze nel 1907. La si ritrova poi costantemente,
sebbene in parte modificata, nelle successive raccolte che riuniscono le poesie
di Palazzeschi, a partire da Poesie
(1904-1909), Vallecchi, Firenze 1925, fino alla complessiva Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2002,
dove viene riproposta anche la prima versione di questa lirica. Io l'ho riportata da un altro volume, intitolato I cavalli bianchi. Lanterna. Poemi, pubblicato dalle Edizioni
Empirìa di Roma nel 1996 (da cui la foto sopra); qui si possono rileggere nelle versioni originali,
tutte e tre le prime raccolte poetiche di Palazzeschi, che grosso modo,
rappresentano la fase più "crepuscolare" di questo poeta così sui generis nel panorama italiano del
primo Novecento. Ma soltanto in Lanterna,
Festa grigia porta la dedica al poeta
ed amico Marino Moretti, probabilmente per quel colore grigio così amato dallo
scrittore romagnolo, come si può evincere dai tanti suoi versi in cui viene
evocato. Ma non è da dimenticare che il grigio è uno dei colori preferiti un
po' da tutti i poeti crepuscolari, a cominciare da Corrado Govoni, che intitolò
la sua seconda raccolta di poesie Armonia
in grigio et in silenzio. Quanto all'argomento trattato da questi versi, si
tratta di un mattino nebbioso che segue una notte di festa grande (forse
carnevalesca). Come in molte altre poesie di Palazzeschi - e si fa riferimento
soprattutto alle sue prime raccolte - il tutto è avvolto da un'atmosfera
altamente misteriosa e da un'immobilità spaventosa, che fa apparire quel
paesaggio, quasi ultraterreno: sia per la sola presenza vitale rappresentata
dalle beghine che si recano quasi furtivamente alla prima messa; sia per
l'unico rumore presente, che è quello delle campane che annunciano l'inizio del
rito religioso. Inutile aggiungere che in questa poesia, il poeta toscano
riesce, una volta di più, ad affascinare il lettore come pochissimi altri poeti
hanno saputo fare.
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