mercoledì 19 febbraio 2020

Festa grigia


a Marino Moretti

Iersera la festa dei vivi colori,
la danza di risa e di lazzi iersera!...
La festa del grigio è stamane,
del grigio di piombo.
S'è fatta la luce assai tardi;
la strada è ravvolta nel grigio silenzio,
non s'ode che l'eco di sonno,
di sonno di piombo.
La nebbia leggera purifica l'aria
siccome i vapori d'incenso,
ricuopre di grigio lo specchio macchiato
che ancora ne l'ombra riflette
gli sprazzi scarlatti di risa,
di risa e di lazzi.
Riposano ai piedi dei letti di sonno profondo
gualciti gli stracci dai vivi colori.
La festa del grigio è stamane!
Rasentan le mura
coperte di brune mantiglie,
beghine ricurve,
rasentan le mura silenti.
Insiste argentino l'invito a la Messa:
la Prima.
Leggere vi corron le piccole figlie.
La strada è ravvolta nel grigio silenzio.
L'invito argentino si tace.
Più nulla. La Messa incomincia.
Più ratte rasentan le mura
le brune mantiglie,
più rade si fanno ed il passo ne cessa.
Soltanto la nebbia leggera
tranquilla rimane al suo giorno di festa:
la festa del grigio è stamane!





Festa grigia è una poesia di Aldo Palazzeschi (pseudonimo di Aldo Giurlani, nato a Firenze nel 1885 e morto a Roma nel 1974). Comparve per la prima volta come settima lirica (pp. 33-34), all'interno del volumetto Lanterna, che lo scrittore toscano pubblicò a sue spese in Firenze nel 1907. La si ritrova poi costantemente, sebbene in parte modificata, nelle successive raccolte che riuniscono le poesie di Palazzeschi, a partire da Poesie (1904-1909), Vallecchi, Firenze 1925, fino alla complessiva Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2002, dove viene riproposta anche la prima versione di questa lirica. Io l'ho riportata da un altro volume, intitolato I cavalli bianchi. Lanterna. Poemi, pubblicato dalle Edizioni Empirìa di Roma nel 1996 (da cui la foto sopra); qui si possono rileggere nelle versioni originali, tutte e tre le prime raccolte poetiche di Palazzeschi, che grosso modo, rappresentano la fase più "crepuscolare" di questo poeta così sui generis nel panorama italiano del primo Novecento. Ma soltanto in Lanterna, Festa grigia porta la dedica al poeta ed amico Marino Moretti, probabilmente per quel colore grigio così amato dallo scrittore romagnolo, come si può evincere dai tanti suoi versi in cui viene evocato. Ma non è da dimenticare che il grigio è uno dei colori preferiti un po' da tutti i poeti crepuscolari, a cominciare da Corrado Govoni, che intitolò la sua seconda raccolta di poesie Armonia in grigio et in silenzio. Quanto all'argomento trattato da questi versi, si tratta di un mattino nebbioso che segue una notte di festa grande (forse carnevalesca). Come in molte altre poesie di Palazzeschi - e si fa riferimento soprattutto alle sue prime raccolte - il tutto è avvolto da un'atmosfera altamente misteriosa e da un'immobilità spaventosa, che fa apparire quel paesaggio, quasi ultraterreno: sia per la sola presenza vitale rappresentata dalle beghine che si recano quasi furtivamente alla prima messa; sia per l'unico rumore presente, che è quello delle campane che annunciano l'inizio del rito religioso. Inutile aggiungere che in questa poesia, il poeta toscano riesce, una volta di più, ad affascinare il lettore come pochissimi altri poeti hanno saputo fare.

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