Di Willy Dias
(pseudonimo di Fortunata Morpurgo Petronio, nata e vissuta a Trieste tra il 1872
e il 1956) avevo già parlato nel post a lei dedicato. Lì, ho segnalato la
sua predilezione per la scrittura prosastica e il suo coraggio (firmò un
documento per la libertà di stampa ai tempi del fascismo); nello stesso tempo
ho ricordato che scrisse varie poesie pubblicate su riviste uscite tra la fine
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, e che mai è stato pubblicato un volume
in versi della scrittrice triestina. Ebbene, tra le poche poesie che ho letto,
ritrovate nelle pagine di qualche vecchio giornale o in una ormai dimenticata
antologia, penso che la migliore sia Cose
morte, uscita per la prima volta in Domenica
Letteraria del 2 febbraio 1896. Ecco il testo:
COSE MORTE
Il cofanetto,
ornato
di leggiadre
figure
(estranee
creature
che un artista ha
sognato)
esala un tenue
odore
di dolci cose
morte
forse di rose
smorte
che han perduto
il colore
perduta la
bellezza.
L'anima,
tristemente
che ricorda, che
sente
pensa la
giovinezza
pensa il tempo
lontano,
(o creature
sparite
o larve che
inseguite
abbiamo sempre
invano
e sempre invano
amato,
nulla resta di
voi,
tranne il ricordo
in noi,
tranne il dolor
passato).
Lettere, che
d'amore
ci feste
impallidire
per le quali
morire
pareva nulla al
cuore,
e ch'empiste il
cassetto
con la carta
ingiallita,
un palpito di
vita
non ci destate in
petto.
Passò il tempo e
gli affanni
e tra le cose
morte
e tra le rose
smorte
fuggirono gli
anni.
E travolse
l'oblio
le bocche che
baciammo,
gli sguardi che
scambiammo,
pallidi di desio.
La nebbia
lentamente
cade gelida al
piano,
svanisce nel
lontano
l'amor,
gelidamente.
La stessa poesia,
con diverso titolo e con alcune varianti nel teso, fu ripubblicata su Poesia nell'agosto del 1908; anche di
questa nuova versione riporto il testo:
IL COFANETTO
Il cofanetto
ornato
di leggiadre
figure
(esili miniature
d'un artista
malato)
esala tenue odore
di dolci cose
morte
(forse di rose
smorte
che non hanno
colore,
che non hanno
bellezza).
L'anima,
tristemente
per te ricorda,
sente,
pensa la
Giovinezza,
pensa il tempo
lontano.
(O creature
sparite,
o larve che
inseguite
abbiamo sempre
invano,
e sempre, invano,
amato,
nulla resta di
voi,
solo il ricordo
in noi,
solo il dolor
passato).
Lettere, che
canzoni
foste d'ignoti
cieli
per cui fummo
crudeli
per cui fummo più
buoni.
Ora nel cofanetto
siete carta
ingiallita
che un palpito di
vita
non sa destare in
petto.
Passarono gli
anni,
e con le cose
morte,
e tra le rose
smorte
l'ebbrezze e i
disinganni.
E travolse
l'oblio
le bocche che
baciammo,
gli sguardi che
scambiammo,
pallidi di
desio...
La nebbia
lentamente
scende gelida al
piano,
svanisce nel
lontano
l'amor,
gelidamente...
La prima versione
fu ripescata da Glauco Viazzi e da Vanni Scheiwiller, che la inserirono nel
secondo volume dell'antologia Poeti
simbolisti e liberty in Italia, uscito nel 1972 (Scheiwiller, Milano).
Questa composizione della Dias anticipa i temi cari al crepuscolarismo, come il
piacere di ricordare le cose e gli avvenimenti di un passato ormai remoto;
l'occasione di questi malinconici ricordi, possono essere offerti da foto
ingiallite riunite in un vecchio album, dal ritrovamento di oggetti frusti e
obsoleti che erano nascosti in qualche sgabuzzino della casa o, come nel caso
di Cose morte, da un cofanetto che
racchiude delle lettere d'amore scritte in gioventù. È, insomma, la ricerca dei
feticci, delle reliquie di un tempo beato che ha fatto perdere quasi ogni
traccia di sé. Come non citare, in questo preciso ambito, anche le buone cose di pessimo gusto che
Guido Gozzano elenca in alcuni versi de L'amica
di Nonna Speranza. Il fatto che la rivista creata da Marinetti, dopo ben
dodici anni dalla sua prima apparizione, accolse la poesia della Dias, sta a
confermare l'attualità di quei versi, seppure inseriti in pagine dove molto
spesso ne comparivano altri ben più innovativi, come quelli dei poeti
futuristi. Giustamente Viazzi e Scheiwiller non si dimenticarono della
scrittrice triestina, inserendola in un'antologia importante, che fu pure la
prima ad occuparsi di poeti italiani simbolisti e liberty.
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