Dolore, dove sei?
Qui non ti vedo;
ogni apparenza
t'è contraria. Il sole
indora la città,
brilla nel mare.
D'ogni sorta
veicoli alla riva
portano in giro
qualcosa o qualcuno.
Tutto si muove
lietamente, come
tutto fosse di
esistere felice.
La poesia sopra
riportata è di Umberto Saba; l'ho estratta dalla pagina 477 del volume
"Tutte le poesie", Mondadori, Milano 1994. Fu pubblicata per la prima
volta sulla rivista L'Orto nel luglio
del 1938; fu quindi inserita nel libro del poeta triestino intitolato Ultime cose, pubblicato come decimo dei
Quaderni della Collana di Lugano nel 1944.
In soli sette
versi, Saba esprime una sensazione particolarmente piacevole, che è facile
provare in certi giorni di inizio estate, soprattutto se si vive in cittadine
balneari molto tranquille, come se ne trovano sulla costa adriatica della
penisola italiana. Devo dire che anche a me, in passato, è capitato di provare
la medesima sensazione, osservando il lungomare di una piccola città
dell'Adriatico, in un mattino di prima estate. Il sole che splendeva
incontrastato nel cielo, le automobili e le biciclette che lentamente e
lietamente passavano, le persone a piedi che passeggiavano con aria
spensierata, la spiaggia a due passi già colma di villeggianti che si godevano
la bella giornata e, un poco più lontano, il mare calmo e azzurro, il cui confine
si confondeva col cielo dello stesso identico colore. Il tutto trasmetteva
all'anima di chi guardava un'estasi che è difficile trovare in altri luoghi;
quelle immagini mi facevano pensare ad un posto incantato, un paradiso dove si
vive una perenne felicità, e dove, quindi, non esiste alcun tipo di dolore.
Ovviamente era un'impressione falsa, ma che in quegl'istanti appariva
veritiera, ed era bellissimo viverla.
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