domenica 8 ottobre 2017

Le lacrime nella poesia italiana decadente e simbolista

In molti versi le lacrime assumono una forma consolatoria e, almeno in parte, piacevole, come si evince dagli aggettivi con cui sono descritte: dolci e schiette (Graf); rugiada che l'anima consoli (Giaconi); dolce ristoro ai cuori mesti e affranti (Ruberti) ecc. Qualche volta vengono invocate (Govoni) oppure diventano qualcosa di estremamente prezioso (Palazzeschi). Più raramente, come nel caso della poesia di Ada Negri, vengono definite usando aggettivi decisamente negativi; in questi casi le lacrime vanno associate al dolore morale e possono anche collegarsi alla descrizione di paesaggi funerei o tristissimi, in cui esse, cadendo in gran quantità dal cielo, assumono la forma di pioggia deprimente.




Poesie sull'argomento

Diego Angeli: "Le lacrime" e "L'Addolorata" in "La città di Vita" (1896).
Ugo Betti: "Congedo" in "Il Re pensieroso" (1922).
Enrico Cardile: "Ne l'aria mesta ripioveano stille..." in "Le Apocalissi" (1904).
Giovanni Chiggiato: "Quel giorno, quando vidi per le gote" in "La dolce stagione" (1901).
Sergio Corazzini: "Elegia (frammento)" in "Elegia" (1906).
Guglielmo Felice Damiani: "Incontro di viandanti" in "Lira spezzata" (1912).
Giuseppe Deabate: "Lacrime" in "Il canzoniere del villaggio" (1897).
Luisa Giaconi: "Le buone lacrime" in "Tebaide" (1912).
Giulio Gianelli: "La stilla" in "Tutte le poesie" (1973).
Corrado Govoni: "Le lagrime" in "Fuochi d'artifizio", 1905).
Corrado Govoni: "La porta delle lacrime" in "Gli aborti" (1907).
Arturo Graf: "Lagrime" in "Le Rime della Selva" (1906).
Gian Pietro Lucini: "I proci e le lagrime" in "Le Antitesi e le Perversità" (1970).
Nicola Marchese: "Lacrymae rerum" in "Le Liriche" (1911).
Ada Negri: "Lacrime silenziose" in "Maternità" (1904).
Aldo Palazzeschi: "La lacrima" in "I cavalli bianchi" (1905).
Giovanni Pascoli: "Diario autunnale, I" in "Canti di Castelvecchio" (1910).
Guido Ruberti: "Lagrime" in "Le fiaccole" (1905).
Domenico Tumiati: "La stilla" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Mario Venditti: "La meta fuggente" in "Il cuore al trapezio" (1921).




Testi

LA LACRIMA
di Aldo Palazzeschi

Su la vetta del monte
ne l'ombra dei cipressi alti
è il Santuario.
Sette cipressi alti
una cappella piccola ed un lume.
N'à la chiave la cieca:
ella mena la gente.
Va la gente al Santuario
su la vetta del monte,
sale l'erta la gente,
la cieca ne insegna il cammino,
e parla:
"Ne l'ombra dei cipressi apparve"
"Sostò ne l'ombra e pianse"
Su la vetta del monte
ne l'ombra dei cipressi alti
è il Santuario.
Sette cipressi alti
una cappella piccola ed un lume.
"Sostò ne l'ombra e pianse"
"Qui la Lacrima cadde"

(da "I cavalli bianchi")




LAGRIME
di Arturo Graf

Sì, veramente, dansi
Di strani casi al mondo:
Questa mattina in fondo
A un valloncello io piansi.

Ah, fu proprio uno schianto!
Piansi come un bambino!
Eran degli anni, opino,
Che non avevo pianto.

Piansi. Perché? Davvero
Nol saprei dir. Qualcosa
M’affogava. Che cosa?
Nol saprei dir: mistero!

Piansi proprio con gusto,
E senz’essere alticcio.
Credete per capriccio?
Io per capriccio? Giusto!

Piansi naturalmente,
Guardando il bosco e il monte;
Piansi, come una fonte
Versa l’acqua lucente.

Non era doglia acerba;
Non cruccio alfin disciolto:
Piovevan dal mio volto
Le lagrime sull’erba.

Sull’erba molle e rada,
Che tremava alla brezza;
Sull’erba non avvezza
A sì fatta rugiada.

Piansi forse due ore,
In silenzio, soletto:
Dolcemente nel petto
Mi si struggeva il core.

E dal cor che per vana
Speme s’accese e amò,
Fiorivami non so
Che musica lontana;

Come un puro e solenne
Canto d’angioli santi
Che per cieli raggianti
Battessero le penne.

Lagrime senza inganno,
Lagrime oneste e care,
Son molti che le rare
Vostre virtù non sanno.

Voi, mentre discendete
Silenzïose e lente,
Ogni cruccio rodente
Dall’anima stergete,

Ed ogni voglia impura,
Ed ogni reo pensiero,
Onde s’offusca il vero
E il cor si disnatura.

Lagrime dolci e schiette,
Che dall’imo sgorgate,
Lagrime consolate,
Lagrime benedette;

Come per mite piova
L’illanguidita pianta,
Così per voi l’affranta
Anima si rinnova.


(da "Le rime della selva")


Pietro Antonio Rotari, "Giovane piangente"

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