Come è noto, il
"nudo" è un genere artistico assai diffuso, che ha avuto le migliori
espressioni, per ovvi motivi, nella scultura e nella pittura. Anche la poesia
italiana ha, non di rado, posto l'attenzione alla bellezza del corpo umano. In
questi versi, i cui autori sono poeti italiani del Novecento, si parla
esclusivamente di nudi femminili. Protagoniste sono modelle, spogliarelliste, amanti,
giovinette e figure non ben identificabili che, per come vengono descritte,
molto somigliano a vere e proprie divinità. In due componimenti sono le stesse
poetesse a parlare con fierezza della propria nudità. Non sono assenti tracce
di erotismo; nessun riferimento, invece, alla volgarità, poiché la nudità è trattata come qualcosa di totalmente naturale, rientrante nella libertà di agire e di mostrarsi che appartiene a qualsiasi essere umano adulto e consapevole.
NUDA NEL SOLE
di Sibilla Aleramo
(1876-1960)
Nuda nel sole per te
che dipingi sto immobile,
il seno soltanto
ritmando
la vita gagliarda del
cuore.
Come un cielo soave
d'aurora
è per te questa mia
forma lucente,
un prato un'acqua una
solitaria fiorita di petali,
tralci di vigna in
festività.
E adori, e fervente
le dolci dita
su la tela conduci.
Nuda nel sole ed
immobile,
frammento di natura,
ti miro orante ed
oprante.
Da te invasa da te
riassorbita,
sei tu che mi
divinizzi
o la mia divinità è
che ti crea,
artista, arte,
spirito ?
Tacitamente il seno
respira.
(da
"Momenti", Bemporad, Firenze 1921)
BAGNO DI SARA
di Raffaele Carrieri
(1905-1984)
Quanti sguardi alle
balaustre
e trapani nell'aria:
più nuda non potevi
essere.
Da siepi e feritoie
spiavano i caprai,
ti tagliavano con gli
occhi.
Più nuda non potevi
essere
del pesce spada
controvento.
(da "Canzoniere
amoroso", Mondadori, Milano 1958)
TUTTA NUDA
di Luciano Folgore
(1888-1966)
Te, nuda dinanzi la
lampada rosa,
e gli avori, gli
argenti, le madreperle,
pieni di riflessi
della tua carne
dolcemente luminosa.
Un brivido nello
spogliatoio di seta,
un mormorio sulla
finestra socchiusa,
un filo d'odore,
venuto
dalla notte delle
acacie aperte,
e una grande farfalla
che ignora
che intorno a te
non si bruciano le
ali,
ma l'anima.
(da "Città
veloce", Edizioni Futuriste di Poesia, Milano 1919)
SOGNO D'ESTATE
di Alfonso Gatto
(1909-1976)
Trapeli un po' di
verde
il limone, il sifone,
il piccolo portone
della pensione,
trapeli il blu,
anche tu
vestita col tuo nudo
rosa,
ogni cosa amorosa.
L'amore è amore
liscio alla sua foce.
Un'alpe zuccherina,
l'amore è brina.
Che sogno averti
vicina
notturna, fresca,
sottovoce.
(da "Tutte le
poesie", Mondadori, Milano 2005)
DONNA INCONTRO AL
MARE
di Curzio Malaparte
(1898-1957)
Nel paesaggio scarno
ove la selva
d'asfodeli accoglie
il cielo notturno
tu cammini verso
estremi orizzonti
il tuo passo solleva
nubi gonfie d'erba e
di foglie
tutto quel che ho
sofferto in te si posa
amore speranza paura
non temer ch'io mi
penta dei miei sacri errori
senza prigione senza
ferite senza crudeli inganni
non ha mistero la
vita, né misura.
L'ombra dei carrubi
dalle foglie lucenti
stormisce intorno,
densa di cupa luce,
come coltelli
tintinnano le nere bacche
e il grido di
gabbiani apre segrete
vie nel rosso
tramonto. La turchina
notte fra poco
scenderà lieve sulla
triste riva.
Sotto i pallidi astri
bruceranno
i tuoi occhi dolci.
Nessuno ti vedrà
scendere nuda nel
purpureo sonno.
(dalla rivista
«Prospettive», luglio 1941)
CANTO DELLA MIA
NUDITÀ
di Antonia Pozzi
(1912-1938)
Guardami: sono nuda.
Dall'inquieto
languore della mia
capigliatura
alla tensione snella
del mio piede,
io sono tutta una
magrezza acerba
inguainata in un
color d'avorio.
Guarda: pallida è la
carne mia.
Si direbbe che il
sangue non vi scorra.
Rosso non ne
traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma
in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho
il ventre.
Incerta è la curva
dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie e tutte
le giunture,
ho scarne e salde
come un puro sangue.
Oggi, m'inarco nuda,
nel nitore
del bagno bianco e
m'inarcherò nuda
domani sopra un
letto, se qualcuno
mi prenderà. E un
giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa
terra,
starò, quando la
morte avrà chiamato.
(da
"Parole", Garzanti, Milano 1998)
IGNUDA
di Umberto Saba
(1883-1957)
Ignuda come un
ruscelletto e bocca
a bocca, ogni tuo
brivido addolciva
quel bacio che mi
torna oggi al pensiero.
M'era in sogno, ma
forse ero nel vero,
che in te parlasse,
fatto carne, un angelo.
Un angelo del bene
anche acquiesce
per bontà, per
eccesso in lui d'amore.
(da
"Mediterranee", Mondadori, Milano 1946)
NUDA CHE SCENDE LE
SCALE
di Toti Scialoja
(1914-1998)
Si schiude l'uscio
vetrato dove il giallo su tutto abbaglia
proveniva dalla scala
il ticchettìo secco dei tacchi
risuonava il
ticchettìo dei tacchi sempre più deciso
discendeva da quella
scala rapida per apparire
nella sala dove
apparve dove regnava il batticuore
la nuda dai tacchi
rossi il pelo del pube giallastro.
(da "Poesie
1961-1998", Garzanti, Milano 2002)
A UNA DONNA NUDA
di Federigo Tozzi
(1883-1920)
L'anima è come una
corona d'oro,
la quale tu mi porti
di lontano;
io l'ho veduta dentro
la tua mano.
L'anima è come una
corona d'oro.
(da "La zampogna
verde", Puccini, Ancona 1911)
DANIELLE
di Diego Valeri
(1887-1976)
La giovinetta che,
davanti al mare,
splende, incantando
il mare,
ha negli sguardi, nei
gesti qualcosa
di esitante: è felice
e dubitosa.
Bellezza, di che
temi?
Forse non d'altro che
dell'esser bella,
di portar nella carne
gloriosa
un così gran mistero,
di sentire che dentro
il pugno breve
chiudi più di una
sorte:
il piacere, l'amore,
e la vita e la morte.
Forse soltanto di
vederti nuda,
come un tenero fiore.
(da
"Poesie", Mondadori, Milano 1962)
Lovis Corinth, "Female Nude Defending Herself (Weiblicher Akt in Abwehr)" (da questa pagina web) |
Abbiamo "usato" un verso, o meglio una tua poesia, per un evento in Archivio!praticamente c'era da valorizzare la cartografia della Liguria del Levante e quale poeta migliore che Ceccardo Roccatagliata Ceccardi?
RispondiEliminaScelta sacrosanta, anche se non conosco la poesia da voi selezionata. So che il Ceccardi ha scritto versi bellissimi dedicati ai luoghi meravigliosi (e sono tanti!) della Liguria. Aggiungo, non per rimprovero, che la poesia scelta non è mia e nemmeno del poeta che l'ha scritta, ma del pubblico che la sa apprezzare.
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