domenica 12 gennaio 2025

"Dal fondo delle campagne" di Mario Luzi

 Dal fondo delle campagne è il titolo di una raccolta poetica di Mario Luzi (Sesto Fiorentino 1914 - Firenze 2005). Fu pubblicata dalla casa editrice Einaudi di Torino nel 1965. Il poeta toscano, fin dalla prima edizione, in un breve frammento che si può leggere sul retro del libro, precisò che le poesie di qui presenti, cronologicamente precedono Nel magma - raccolta di Luzi uscita nel 1963 -, essendo state scritte tra il 1956 ed il 1960. Personalmente ritengo che Dal fondo delle campagne, insieme a Primizie del deserto (1952) e Onore del vero (1957), rappresenti la fase più significativa della carriera poetica di Luzi. A supporto di questa tesi, riporto un frammento del critico Pier Vincenzo Mengaldo, estratto dall’antologia Poeti italiani del Novecento:

 

[…] Nel secondo e centrale momento della sua carriera, che comprende grosso modo le tre raccolte Primizie del deserto, Onore del vero e Dal fondo delle campagne, Luzi tocca certamente i suoi risultati più alti. Ciò che prima era soprattutto atteggiamento letterario, qui diventa davvero esperienza esistenziale, e l’autore (già con Quaderno gotico) inizia a farsi storico di se stesso. Attraverso il Montale delle Occasioni Luzi passa sotto il patronato, ideologicamente più congruo, di Eliot, in parallelo al quale egli approfondisce la metafisica, tra cristiana e platonica, della identità e reciproca reversibilità, o meglio perpetua oscillazione, di divenire ed essere, mutamento e identità, tempo ed eternità e così via (…). È una poesia che, dalla vacillazione fra presenza e assenza che la caratterizza, si sviluppa a referto, per usare termini luziani, del «transito» e della «vicissitudine sospesa», spiati dalla «feritoia dei sensi» […].¹

 

Dal fondo delle champagne si compone di 25 poesie, suddivise nelle seguenti sezioni: Altre voci; Questione di vita o di morte; Morte Cristiana; Tre note; Dal fondo delle champagne; Quanta vita. Per finire, trascrivo da questa "plaquette" (così la definì lo stesso Luzi), una delle migliori poesie.

 

 

 


 

 

AUGURIO

 

Camera dopo camera la donna

inseguita dalla mattina canta,

quanto dura le lena

strofina i pavimenti,

spande cera. Si leva, canto tumido

di nuova maritata

che genera e governa,

e interrotto da colpi

di spazzole, di panni

penetra tutto l’alveare, introna

l’aria già di primavera.

 

Ora che tutt’intorno, a ogni balcone,

la donna compie riti

di fecondità e di morte,

versa acqua nei vasi, immerge fiori,

ravvia le lunghe foglie, schianta

i seccumi, libera i buttoni

per il meglio della pioggia,

per il più caldo del sole,

o miei giovani e forti,

miei vecchi un po’ svaniti,

dico, prego: sia grazia essere qui,

grazia anche l’implorare a mani giunte,

stare a labbra serrate, ad occhi bassi

come chi aspetta la sentenza.

Sia grazia essere qui,

nel giusto della vita,

nell’opera del mondo. Sia così.

 

(da "Dal fondo delle campagne", Einaudi, Torino 1965, p. 28)

 

 

NOTE

1)     Da Poeti italiani del Novecento, Mondadori, Milano 1991, pp. 650-651

 

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