Nacque a L'Aquila
nel 1867 e morì a Roma nel 1941. Oltre che poeta fu drammaturgo, narratore e
giornalista. Completò i suoi studi a Napoli; qui strinse amicizia con Gabriele
D'Annunzio, divenendone fervente ammiratore. Si trasferirsi quindi a Roma, dove
collaborò a varie riviste e iniziò la sua carriera di letterato. La sua unica
raccolta di versi: I lauri, uscì nel
1908. In questo volume, che diede una certa notorietà allo scrittore abruzzese,
si evidenzia, oltre all'influenza del conterraneo ed amico D'Annunzio, una
certa ricorrenza di temi cari alla poesia decadente. In seguito proseguì la sua attività giornalistica nonché letteraria, pubblicando negli anni alcuni poemi drammatici, romanzi e novelle.
Opere poetiche
"I
lauri", Treves, Milano 1908.
Presenze in
antologie
"Antologia
della lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C.,
Milano 1923 (pp. 413-414).
"La fiorita
francescana", a cura di Tommaso Nediani, Istituto italiano d'arti
grafiche, Bergamo 1926 (pp. 113-115).
Testi
AMEBEO D'AMORE. ALL'ALBA
Schiude l'Aurora
i veli
bianchi a le
fiamme d'oro;
s'alzano in lento
coro
sospiri umani a'
cieli.
Brilla un lume
soave
su le innocenti
cose,
da le rose
odorose
sorge un
bisbiglio d'ave.
Trema ne le
fontane
l'inno de gli
astri spenti;
giungon echi su'
vènti
di campane
lontane.
Oh prodigio! Oh
fervore
del mondo che
s'innova!
Ei richiama a sua
prova
l'onnipossente
amore!
Tutto rinasce, e
assorta
sola in tuo sogno
taci?
Oh terrore! Tu
giaci
sì come Ofelia:
morta!
(dalla rivista
"Poesia", ottobre 1905)
IL CIGNO
Il Sol, che per
le vie grigie de l'aria,
il pallido
invernale oro distende,
calando nella
gran selva risplende
come lampada in
urna funeraria.
Non grido o passo
ne la statuaria
calma; non ala il
marsio bosco fende.
Morte, le ninfe:
sol la nebbia scende
grave ne la
tristezza solitaria.
Canta un cigno su
'l lago: dolcemente
canta, ed invoca
la sua bianca assente;
ma poi che tutto
ne l'ombra soggiacque,
ei, reclinando il
puro collo a l'acque,
e l'ali aprendo a
foggia d'una lira,
stanco,
l'armoniosa anima spira...
(da "I
lauri")
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