La luna in ambito
poetico, è stata, è e sarà sempre un argomento portante. Sono numerosissime le
poesie famose che vedono la luna protagonista (si pensi al Leopardi), e tante
sono anche quelle scritte nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e
l'inizio del Novecento. Analizzando queste ultime, si nota che le ambientazioni
sono diverse e, in alcuni casi, atipiche; spesso però è presente una situazione
di plenilunio che crea un mondo fantastico, in cui uomini, animali e vegetali assumono
comportamenti strani; i raggi lunari rendono visibili luoghi affascinanti e
misteriosi, che durante il giorno sembrerebbe impossibile vedere. Spesso il
poeta si rivolge al satellite e gli fa delle domande, oppure lo invoca
semplicemente, come fosse un dio. Varie sono anche le forme in cui, con molta
fantasia, questi poeti riescono a vedere la luna: una medaglia, uno specchio, una
lampada, un teschio... La luna, a sua volta, in taluni casi assume le fattezze
umane (ha occhi, bocca e persino un ventre) e parla, magari confessando di non
provare amore. Infine la luna, proprio come un essere vivente, muore, e finisce
in un cimitero di margherite (Emanuele
Sella).
Poesie sull'argomento
Vittoria Aganoor:
"Schizzo" in "Leggenda eterna" (1900).
Antonino Anile:
"Plenilunio" in "Poesie" (1921).
Paolo Buzzi:
"Notte di luna" in "Aeroplani" (1909).
Enrico Cavacchioli:
"Notturno d'agosto" in "Le ranocchie turchine" (1909).
Giovanni Alfredo
Cesareo: "Il trionfo della luna" in "I canti di Pan"
(1920).
Arturo Colautti:
"Plenilunio" in "Canti virili" (1896).
Luigi Donati.
"Poesia morta" in "Poesia di passione" (1928).
Diego Garoglio:
"Occhio velato..." in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).
Giulio Gianelli:
"Silenziosa musica di luna" in "Intimi vangeli" (1908).
Cosimo Giorgieri
Contri: "Insonnia lunare" in "La donna del velo" (1905).
Alessandro Giribaldi:
"Luna su i Gigli" in "Il 1° libro dei trittici" (1897).
Alessandro Giribaldi:
"Madrigale alla luna" in "Canti del prigioniero e altre
liriche" (1940).
Corrado Govoni:
"La luna" in "Poesie elettriche" (1911).
Arturo Graf:
"Medaglia antica" in "Morgana" (1901).
Arturo Graf:
"Fantasma lunare" in "Le Danaidi" (1897).
Arturo Graf:
"Luna sorgente" e "Luna cadente" in "Le Rime della
Selva" (1906).
Gian Pietro Lucini:
"Luna classica e piena per le
lunatiche", "Parade", "Miraggi di luna" e "Un
tisico alla luna" in "Le antitesi e le perversità" (1971).
Mario Malfettani:
"Luna su le viole" in "Il 1° libro dei trittici" (1897).
Enzo Marcellusi:
"Buona mamma del cielo" in "I canti violetti" (1912).
Nicola Marchese:
"Alla luna" in "Le Liriche" (1911).
Fausto Maria Martini:
"Selene" in "Le piccole morte" (1906).
Pietro Mastri:"La
spola (luna mattutina)", "Lo specchio (luna piena)" e "Il
diadema (Luna calante)" in "L'arcobaleno" (1900)
Arturo Onofri:
"Elegia con la luna" in "Canti delle oasi" (1909).
Francesco Pastonchi:
"Nascer di luna" in "Belfonte" (1903).
Antonio Rubino:
"Insidie lunari" in "versi e disegni" (1911).
Cristoforo Ruggieri:
"Plenilunio d'Ottobre" in "Ritmi" (1900).
Raffaele Salustri:
"Bianco raggio di luna" in "Poesie" (1891).
Emanuele Sella:
"Trittico della morte della luna" in "Monteluce" (1909).
Emanuele Sella:
"Laetitia lunae" in "L'Ospite della Sera" (1922).
Alessandro Varaldo:
"Luna su le Rose" in "Il 1° libro dei trittici" (1897).
Alessandro Varaldo:
"Mezzanotte: cielo sereno" in "Marine liguri" (1898).
Mario Venditti,
"Il martire insonne" in "Il terzetto" (1911)
Testi
LUNA SU LE ROSE
di Alessandro Varaldo
Un getto d'acqua in
fondo a quel viale
invisibile piange ne
la sera:
su l'orizzonte che
ben lento annera
spunta la luna in un
letiziale
sorriso e bacia come
una sincera
bocca di donna tutta
un'augurale
cesta di rose al
nuziale
destino e forse
all'ultima preghiera.
Quale bacio è più
dolce in su le rose
un poco gialle poi
che è morto il giorno?
Ride la luna e
lentamente passa
sorgendo e bacia
tutti i fiori intorno.
Più d'una rosa umile
il capo abbassa,
tristi fanciulle e
giovinette spose.
(da "Il 1° libro
dei trittici")
INSIDIE LUNARI
di Antonio Rubino
Simili a immensi
mausolei diruti
guardan le cime ai
laghi ferrugigni:
passa la luna, cadono
i minuti
freddi sul cuore
ignudo dei macigni.
Passa la luna fredda
sui macigni
senza che il volto
dell'orrore muti:
la gran ruina è piena
di sogghigni
come un ammasso di
teschi caduti.
Morta, che i campi
della Morte irrighi
liquida luna, a cui bocche
infinite
di teschi si
protendono per bere,
io ti sento su me
pendula bere,
intenta luna, poi che
le stupite
vie del silenzio non
un sogno irrighi.
(da "Versi e
disegni")
Peder Severin Krøyer, "Summer evening on the beach at Skagen. The painter and his wife" (da questa pagina) |
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