Nacque a Torino nel
1852 e ivi morì nel 1923. Inizialmente visse e lavorò nel capoluogo piemontese;
in questo periodo collaborò alla rivista "Serate italiane" e poi fu
libero docente all'Università di Torino. Trascorse quindi alcuni anni in Svizzera
come insegnante di letteratura italiana al Politecnico di Zurigo. Tornò infine
a Torino, dove rimase fino alla morte. Il suo esordio poetico fu salutato con
fervore ma, alla lunga, la sua fama diminuì drasticamente. Fu, a seconda dei
tempi in cui il suo estro poetico si manifestò: carducciano, scapigliato, realista,
mistico e, nelle ultime poesie rimaste inedite fino alla morte, anche
simbolista.
Opere poetiche
"Primi
versi", Casanova, Torino 1878.
"Su pe 'l
calvario", Casanova, Torino 1889.
"Amore
montanino", La Letteratura Edit., Torino 1890.
"La buona
novella", Treves, Milano 1910.
"Poesie scelte
fra le edite e le inedite", Casanova, Torino 1937.
Presenze in antologie
"Dai nostri
poeti viventi", 3° edizione, a cura di Eugenia Levi, Lumachi, Firenze 1903
(p. 117).
"I Poeti
Italiani del secolo XIX", a cura di Raffaello Barbiera, Treves, Milano
1913 (pp. 1262-1263).
"La fiorita
francescana", a cura di Tommaso Nediani, Istituto italiano d'arti
grafiche, Bergamo 1926 (pp. 85-86).
"Poeti minori
del secondo Ottocento italiano", a cura di Angelo Romanò, Guanda, Bologna
1955 (pp. 295-303).
"I poeti minori
dell'Ottocento", a cura di Ettore Janni, Rizzoli, Milano 1955-1958 (vol.
IV, pp. 184-187).
"Poeti minori
dell'Ottocento italiano", a cura di Ferruccio Ulivi, Vallardi, Milano 1963
(pp. 511-516).
"Dio
borghese", a cura di Adolfo Zavaroni, Mazzotta, Milano 1978 (p. 146).
"Poeti della
rivolta", a cura di Pier Carlo Masini, Rizzoli, Milano 1978 (pp. 187-192).
"Poeti per
Torino", a cura di Roberto Rossi Precerutti, Viennepierre, Milano 2008
(pp. 27-28).
Testi
AZZURRO
Trionfator delle
tenèbre, in cielo
L'azzurrino vessil
spiega il mattino:
Appar sul disco della
luna un velo
Qual tremolio di
bianco e d'opalino:
Ed azzurro è il vapor
che dalla fonte
Si leva in densa
nuvola, o Maria:
L'onda del mare è
azzurra, e azzurro è il monte...
Azzurro è simpatia.
Nei paesi ove il sole
è più cocente,
Ed ove eterno è di
natura il riso,
Svolazza un augellin
liberamente,
E lo chiamano — uccel
di paradiso: —
Azzurre ha l'ali,
azzurro il corpicino.
Lo diresti un zaffir,
bionda Maria...
Perchè il chlamar con
quel nome divino?
Azzurro è simpatia.
E azzurro è il mar,
la faccia sua serena,
Quando il lene
dell'onde sue susurro,
Inno è di pace e
canto di sirena;
E il cielo è vivo
argento in campo azzurro.
E tu, cosa di cielo,
in azzurrino
Velo ti avvolgi,
candida Maria:
Come sei cara e bella
in quel divino
Color di simpatia!
(Da "Primi
versi")
TRISTE STORIA
Su la città cade la
notte. A lento
Passo ritorna per la
strada usata
La povera fanciulla,
dal tormento
Di undici faticate
ore prostrata.
E pensa. E ascolta un
timido lamento
Venirle su dall'anima
domata;
Onde stringe con ira
al macilento
Petto il guadagno vii
de la giornata.
Vede frattanto,
avvolte ne le trine,
Correre ai balli e al
fasto de le cene
Le ossequiate celebri
sgualdrine.
Vede, e le brucia in
cor la febbre insana.
E un uomo intanto con
parole oscene
Le alita in viso
l'anima villana.
(Da "Su pe 'l
Calvario")
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