domenica 26 ottobre 2025

Poeti dimenticati: Tullio Colsalvatico

 Tullio Colsalvatico è lo pseudonimo con cui artisticamente si firmò Tullio Pascucci (Camporotondo 1901 – Tolentino 1980): poeta e narratore marchigiano che visse a Roma in gioventù e nella capitale italiana conobbe diversi intellettuali che lo incoraggiarono ad iniziare la sua attività letteraria, la quale si concretizzò dapprima in collaborazioni saltuarie a riviste nazionali ed estere, per proseguire con pubblicazioni di volumi di versi, romanzi e novelle. Nelle liriche di Colsalvatico (come afferma, tra le altre cose, il poeta Davide Rondoni nella prefazione che precede una raccolta antologica del poeta marchigiano) spesso si nota uno stupore ed una malinconica sorpresa di fronte alla bellezza dei colori che contraddistinguono i luoghi dove lo scrittore nacque e trascorse gran parte della sua vita. Sempre Rondoni, avvicina i versi di Colsalvatico a quelli di Camillo Sbarbaro, del primo Giorgio Caproni, del giovane Attilio Bertolucci e dell’ultima Ada Negri. Certamente, quella del poeta marchigiano è una poesia di ottima qualità, che andrebbe perciò maggiormente ricordata.

 

 

Opere poetiche

 

“L’anima bagnata di lacrime”, Tip. Filelfo, Tolentino 1924.

“Domani riprenderò la mia strada”, Tip. Filelfo, Tolentino 1925.

“Rapsodia Prima”, Sperling-Kupfer, Milano 1937.

“Rapsodia Seconda”, Sperling-Kupfer, Milano 1939.

“Strada d’argento”, Bardi, Roma 1950.

“La casa perduta”, Istituto “La Casa”, Milano 1954.

“Trasparenze”, Ceschina, Milano 1966.

“Solitudini”, Ceschina, Milano 1969.

“Montefano”, Città Armoniosa, Reggio Emilia 1978.

“Poesie (1954-1978)”, Circolo Culturale “Tullio Colsalvatico”, Tolentino 2001.

 

 


 

Testi

 

 

SORRISO

 

Bastò un sorriso che gettasti ignara

perch'io dimenticassi di quel giorno

e d'altri giorni un tragico presagio.

Or ti cerco ogni volta ch'è più greve

il mio peso, e smemoro al ricordo.

Ma se ti penso so che ti ho perduta

senza mai averti, e accresci la mia angoscia.

 

(da "Strada d'argento", Bardi, Roma 1950, p. 36)

 

 

 

 

SPIRA UN GELIDO VENTO

 

Sospeso in aria dalle nebbie, il treno

s'appende al fischio, che ferisce il buio.

La stazioncina aspetta rivestita

di luci, e tu mi guardi con stupore:

la muta sofferenza cambia il volto.

Arde una vita dietro ogni parola…

che si perde nel fremito del pianto.

Dietro di te la casa s'allontana

più che non il tuo passo la distacchi.

Non sei partita e già vivo il ritorno.

Il tuo ricordo è il mio solo domani.

 

(da "Trasparenze", Ceschina, Milano 1966, p. 59)

 

 

 

 

CONSUNTO DAI RICORDI

 

Consunto dai ricordi di una vita

che non vissi, cammino sotto il peso

di ciò che non ho più; tutto m'è ignoto

e, più d'ogni altra cosa, il nostro cuore.

Della mia pena, Dio, non ho saputo

farne un canto, ma un rauco urlo nel vuoto.

Per ardue forme di cristallo, il sogno

cercato ha invano il suo slancio perenne.

 

(da "Solitudini", Ceschina, Milano 1969, p. 41)

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