Tullio Colsalvatico è lo pseudonimo con cui artisticamente si firmò Tullio Pascucci (Camporotondo 1901 – Tolentino 1980): poeta e narratore marchigiano che visse a Roma in gioventù e nella capitale italiana conobbe diversi intellettuali che lo incoraggiarono ad iniziare la sua attività letteraria, la quale si concretizzò dapprima in collaborazioni saltuarie a riviste nazionali ed estere, per proseguire con pubblicazioni di volumi di versi, romanzi e novelle. Nelle liriche di Colsalvatico (come afferma, tra le altre cose, il poeta Davide Rondoni nella prefazione che precede una raccolta antologica del poeta marchigiano) spesso si nota uno stupore ed una malinconica sorpresa di fronte alla bellezza dei colori che contraddistinguono i luoghi dove lo scrittore nacque e trascorse gran parte della sua vita. Sempre Rondoni, avvicina i versi di Colsalvatico a quelli di Camillo Sbarbaro, del primo Giorgio Caproni, del giovane Attilio Bertolucci e dell’ultima Ada Negri. Certamente, quella del poeta marchigiano è una poesia di ottima qualità, che andrebbe perciò maggiormente ricordata.
Opere poetiche
“L’anima bagnata
di lacrime”, Tip. Filelfo, Tolentino 1924.
“Domani
riprenderò la mia strada”, Tip. Filelfo, Tolentino 1925.
“Rapsodia Prima”,
Sperling-Kupfer, Milano 1937.
“Rapsodia
Seconda”, Sperling-Kupfer, Milano 1939.
“Strada
d’argento”, Bardi, Roma 1950.
“La casa
perduta”, Istituto “La Casa”, Milano 1954.
“Trasparenze”,
Ceschina, Milano 1966.
“Solitudini”,
Ceschina, Milano 1969.
“Montefano”,
Città Armoniosa, Reggio Emilia 1978.
“Poesie
(1954-1978)”, Circolo Culturale “Tullio Colsalvatico”, Tolentino 2001.
Testi
SORRISO
Bastò un sorriso
che gettasti ignara
perch'io
dimenticassi di quel giorno
e d'altri giorni
un tragico presagio.
Or ti cerco ogni
volta ch'è più greve
il mio peso, e
smemoro al ricordo.
Ma se ti penso so
che ti ho perduta
senza mai averti,
e accresci la mia angoscia.
(da "Strada d'argento", Bardi, Roma 1950, p. 36)
SPIRA UN GELIDO
VENTO
Sospeso in aria
dalle nebbie, il treno
s'appende al
fischio, che ferisce il buio.
La stazioncina
aspetta rivestita
di luci, e tu mi
guardi con stupore:
la muta
sofferenza cambia il volto.
Arde una vita
dietro ogni parola…
che si perde nel
fremito del pianto.
Dietro di te la
casa s'allontana
più che non il
tuo passo la distacchi.
Non sei partita e
già vivo il ritorno.
Il tuo ricordo è il mio solo domani.
(da
"Trasparenze", Ceschina, Milano 1966, p. 59)
CONSUNTO DAI
RICORDI
Consunto dai
ricordi di una vita
che non vissi,
cammino sotto il peso
di ciò che non ho
più; tutto m'è ignoto
e, più d'ogni
altra cosa, il nostro cuore.
Della mia pena,
Dio, non ho saputo
farne un canto,
ma un rauco urlo nel vuoto.
Per ardue forme
di cristallo, il sogno
cercato ha invano
il suo slancio perenne.
(da
"Solitudini", Ceschina, Milano 1969, p. 41)
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