domenica 9 febbraio 2025

Le risa nella poesia italiana decadente e simbolista

 In questo post ho voluto riunire le poesie - non molte in verità - in cui i poeti italiani decadenti e simbolisti mettono al centro delle loro dissertazioni poetiche la risata, lo sghignazzo, ma anche il semplice sorriso o la malevola derisione. L'argomento, quindi, presenta diversi aspetti ed evidenzia nette contrapposizioni. Il riso ed il sorriso femminile, qui rappresentato dalle poesie di Orvieto, Mastri e Chiaves, vuole simboleggiare qualcosa di estremamente positivo: un invito alla vita, una dimostrazione di simpatia o d'amore. C'è poi il riso "forzato", ovvero quello che si fa per nascondere tutt'altro stato d'animo, e diventa, quindi, una maschera più o meno volontaria (ne fanno testo la seconda poesia di Mastri e quelle di Adobati e Tecchio). Quindi c'è il riso inconscio, della propria anima, che si manifesta anche quando quest'ultima ha vissuto situazioni sfavorevoli e deprimenti (si legga, a tal proposito, la poesia di Oxilia). La derisione è qui rappresentata dalla lirica di Govoni intitolata Ai vili: il poeta si rivolge a chi lo beffa, mostrando tutto il suo rancore, perché costoro sono inconsapevoli della sofferenza interiore provata da chi, ingiustamente, viene giudicato soltanto per degli aspetti superficiali. Infine non si può tralasciare, nei versi di Sinadinò, quel riso frenetico che fa da tramite all’assunzione al “furore della Festa”, leggibile in una delle prime pagine del volume poetico altamente rivoluzionario ed ermetico del poeta forse più rappresentativo del simbolismo nostrano.

 

 

Poesie sull’argomento

 

Mario Adobati: "Insegnamento del riso" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).

Giuseppe Casalinuovo: "Corro nelle campagne moribonde" in "Dall'ombra" (1907).

Francesco Cazzamini Mussi: "Ozio" in "Le amare voluttà" (1910).

Carlo Chiaves: "Invocazione" in "Sogno e ironia" (1910).

Guelfo Civinini: "Un riso nell'alba" in "I sentieri e le nuvole" (1911).

Sergio Corazzini: "Il dubbio" in «Marforio», gennaio 1903.

Corrado Govoni: "Ai vili" in "Le Fiale" (1903).

Corrado Govoni: "Il riso" e "Il tuo sorriso" in "Gli aborti" (1907).

Arturo Graf: "Il riso" in "Le Rime della Selva" (1906).

Pietro Mastri: "Sorriso" in "L'arcobaleno" (1900).

Pietro Mastri: "L'uomo che ride sempre" in "La fronda oscillante" (1923).

Angiolo Orvieto: "Il sorriso" in "La Sposa Mistica. Il Velo di Maya" (1898).

Nino Oxilia: "Perchè?" in "Gli orti" (1918).

Agostino John Sinadinò: "- Ora sono assunto al furore della Festa -" in "La Festa" (1900).

Giovanni Tecchio: "A un sognatore" in "Canti" (1931).

Giuseppe Villaroel: "Vibrazione" in "La tavolozza e l'oboe" (1918).

 

 

 

 

Testi

 

 

IL DUBBIO

di Sergio Corazzini (1886-1907)

 

Ieri lo vidi: è bello, è bello ancora

come tanti anni or sono! m’ha guardato,

e ha sorriso di sprezzo, io l’ho chiamato...

 

Forse non mi sentì...forse dell’ora

tremenda ei già se n’è dimenticato

e mi schiva, mi odia, o egli ignora

che v’è un’anima al mondo che l’adora

 

e che lo sogna come un dí lo ha amato!

Ma no, ma no non esser tanto umile

anima mia che mendichi un amico,

 

che atroce sprezzo ti gettò sul viso!

Va', sorridi anche tu, anima vile

di sprezzo verso lui! Sorrido e dico:

almen come il suo riso è il mio sorriso!

 

(da "Poesie", Rizzoli, Milano 1992, p. 232)

 

 

 

 

ORA, SONO ASSUNTO AL FURORE DELLA FESTA

di Agostino John Sinadinò (1876-1956)

 

- Ora, sono assunto al furore della Festa -

 

      Per questo riso, per questo riso frene-

tico che m'assale e che mi scuote come

un turbine l'albero sacro, perché doni

alla terra i suoi frutti,

                         sono assunto al furore della Festa.

 

 

- Una torrida luce m'invade -

 

      Chi mi ascolta, di tra la febbre e i clamori,

chi mi ascolta, - me, centrale -, nel raggio

di questo mondo maraviglioso mio, di

questo universo ammansato soggetto obbediente?

Ma chi m'ascolta, in terra?

 

      - Susciterò una orchestra di bronzi

limpida e d'ori;

                clamerà verticale alle stelle:

     

      Sono assunto al furore della FESTA.

 

Ma chi m'ascolta in terra?

 

    Ora sono assunto al furore della Festa.

 

 

                         (...profferisce l'Orchestra)

 

(da "Solennità: La Festa", Tessin-Touriste, Lugano 1901, p. 11)

 


Pierre-Auguste Renoir, "Lady Smiling, Portrait of Alphonsine Fournaise"




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