domenica 13 ottobre 2024

"Canto autunnale" di Umberto Bellintani

 Soltanto di recente ho avuto modo di leggere l'unica raccolta poetica di Umberto Bellintani (Gorgo di San Benedetto Po 1914 - San Benedetto Po 1999) che ancora non conoscevo. Ricordo che nel 1998: anno in cui fu pubblicata - insieme ad un'altra che ricapitolava l'intero percorso poetico dello scrittore lombardo - pur sapendo che era uscito, trascurai il volume, pensando che non aggiungesse gran che al resto dell'opera in versi di Bellintani. Ora so per certo che sbagliavo, poiché Canto autunnale (è questo il titolo della raccolta) è uno dei libri di poesie più belli che abbia letto in questi ultimi anni. Qui c'è, di nuovo, il migliore Bellintani: un poeta allo stesso tempo semplice e complicato, dotato di un talento eccezionale ma, purtroppo, non particolarmente prolifico. Sicuramente sarebbe il caso, dopo ben venticinque anni dalla sua scomparsa, che uscisse un volume con la sua intera opera poetica, comprendente anche un ulteriore libro pubblicato postumo non molti anni fa. Canto autunnale è stato pubblicato a Verona, da Perosini Editore; contiene in tutto 45 poesie, divise in quattro sezioni senza titolo, ognuna preceduta da una citazione di poeti o di scrittori famosi. Molto bella è anche la prefazione alla raccolta, scritta dal poeta Italo Bosetto. Ovviamente consiglio a chiunque di reperire e di leggere per intero questo assai prezioso volumetto di 88 pagine che è, in sostanza, una vera e propria "perla" di poesia. Ecco, infine, tre poesie che ho trascritto da Canto autunnale.





NULLA POTRAI


Qui tu cerchi un barlume di luce, una certezza

che in sé contenga tutta l'immensità.


Tu vuoi fermarti così, a metà del tuo cammino

e il duro nodo disbrogliare della storia.


Nulla potrai nemmeno in capo al giorno:

un uomo è appena una goccia d'universo


che dentro il cuore della vita si consuma.


Quietati dunque. Già sai che la speranza

or non ti resta a dar senso al tuo dolore.


(da "Canto autunnale", Perosini, Verona 1998, p. 27)





CONTINUARE


Bisogna continuare a credere nella poesia,

bisogna continuare a vivere di poesia,

a vivere la vita.

Bisogna uscire dalla folla,

credere ancora in Dio, tornare fanciulli nel cuore,

tornare alla contemplazione dei fiori,

della luna, delle piccole e grandi cose.

Lasciamoli agli altri gli stadi

le macchine le fabbriche le adunate sulle piazze

dove s'infolla l'essere e muore.


Se uccidi un grillo, quale strada

può accogliere il tuo piede, quale cielo

il tuo occhio?

Quale cavallo la tua mano, quale fiore

il tuo sorriso?


Tutto è così difficile, impossibile... Ma chissà.

È nel mistero il clamore bianco della gioia.


(da "Canto autunnale", Perosini, Verona 1998, p. 36)





È DIO


Semplice:

quando vedi qualcosa di bello

di più bello o di meno bello

è Dio che vedi

sempre Dio


perché Dio è la terra

il sole e le stelle

è la mattina la sera e la notte.

La vita la morte e la resurrezione

sono sempre Dio.


(da "Canto autunnale", Perosini, Verona 1998, p. 63)



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