Nacque a Venezia
nel 1882 e morì a Roma nel 1960. Si laureò in legge a Padova, partecipò alla
Prima Guerra Mondiale, fu consigliere comunale nella città natale e svolse per
tutta la vita la professione di avvocato. Scrisse e pubblicò versi fin da
giovanissimo, ma per un lungo periodo tacque; ritornò quindi a dedicarsi alla
poesia in età molto matura, ripescando in un ultimo volume anche alcuni versi
usciti in riviste molti anni prima.
La poesia di
Musatti si rifà a quella dei poeti italiani del secondo Ottocento (in
particolare si riscontrano diverse somiglianze con quella di Enrico Panzacchi),
con, in aggiunta, una lieve malinconia, che in parte lo accomuna ai
crepuscolari e, sempre in parte, anticipa la mirabile scrittura in versi di un
suo corregionale insigne: Diego Valeri.
Opere poetiche
"Sonetti",
Tip. Pozzato, Bassano 1899.
"Eco
familiare", F.lli Druker, Verona-Padova 1901.
"La rosa dei
venti", Treves, Milano 1906.
"Canto
d'amore a un'ignota", Istituto Veneto di Arti Grafiche, Venezia 1907.
"Canzoniere
di fidanzamento", Istituto Veneto di Arti Grafiche, Venezia 1920.
"Il pane
segreto", Le Monnier, Firenze 1931.
Presenze in
antologie
"Poeti delle
Venezie", a cura di Federico Binaghi e Guido Marta, Zanetti, Venezia 1926
(pp. 165-170).
Testi
"BREVE ORTO
CHIUSO..."
a Elda Gianelli
Breve orto
chiuso, avanza
sotto il tuo
salcio chino
qualche gondola,
e va,
nel suo mistero,
vaga come un
pensiero
che nessuno dirà
e che nessuno
ignora;
tacite, ne
l'aurora,
passan sotto il
tuo salcio,
barche onuste
d'ortaggi,
spandendo la
fragranza,
per il rio che
s'indora,
de i maggi
rifiorenti
in torno a la
città;
sotto il tuo
salcio chino
passan, dileguan
canti,
breve orto
chiuso: tu
odi, ascolti, e
non sveli
chi, ne la queta
stanza,
fra quei semplici
incanti,
educa in sogno, o
pensa
un'antica
speranza,
che dolce in
cuore fu.
(da "Eco
familiare", Fratelli Drucker, Verona 18901, pp. 35-36)
CAMPANE
Il canto de le
rustiche campane
in questo punto a
la tua casa giunge,
e un desiderio
placido mi punge
del tuo paese,
che lasciai stamane.
Del tuo paese e
del tuo ciel, che ascolta
salirgli
attenuandosi quel canto,
e che risponde al
consueto incanto
con qualche
stella, da l'azzurra volta.
Tu al davanzale,
con il capo chino
ascolti l'Ave de
le tue campane,
e una mestizia in
cuor te ne rimane
ch'anche a me
punge, a mezzo del cammino.
(da "La rosa
dei venti", Treves, Milano 1906, p. 36)
PER UN CAMPOSANTO
L'acqua, che solo
pare una luce più verde,
chiude un suo
vivo anello intorno al camposanto,
e, come a un
limitare entro cui si perde,
versan le chiome
all'acqua i salici del pianto.
Su un triangol di
pietra s'apre una porta breve,
lieve, socchiusa
appena... Basta, a chi vuol aprire,
il suo ultimo
soffio, e il silenzio lo beve...
Credo che non si
possa per più pace morire...
(da "Il pane
segreto", Le Monnier, Firenze 1931, p. 89)
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