Nacque a Napoli nel
1879 e ivi morì nel 1927. Finito il liceo, frequentò per un periodo
l'università senza mai laurearsi. Collaborò a svariati giornali e riviste, tra
cui La Riviera Ligure, La Tribuna e Il Giornale d'Italia. Col poeta Alfredo Catapano, fondò e diresse la
rivista I Mattaccini. Ben inserito
nell'ambiente letterario napoletano, conobbe illustri scrittori come Salvatore
Di Giacomo, Ferdinando Russo e Benedetto Croce; con quest'ultimo strinse
profonda amicizia. Scrisse, oltre alle poesie, prose e saggi critici. La sua
lirica, per molti versi legata all'Ottocento, è, in maggioranza, di argomento
amoroso. In questo preciso settore, il Gaeta diede senz'altro il meglio di sé.
I suoi versi piacquero molto anche al Croce, che ne curò una edizione postuma
in cui sono presenti gran parte delle poesie pubblicate dallo scrittore partenopeo.
Gaeta morì suicida a quarantontotto anni, probabilmente a causa del dolore
provato per la recente scomparsa della madre.
Opere poetiche
"Il libro della
giovinezza", Chiurazzi, Napoli 1895.
"Reviviscenze",
Pierro, Napoli 1900.
"Canti di
libertà", Pierro, Napoli 1902.
"Sonetti
voluttuosi ed altre poesie", Roux e Viarengo, Roma-Torino 1906.
"XII
poesie", Laterza, Bari 1916.
"Poesie
d'amore", Laterza, Bari 1920.
"Poesie",
Laterza, Bari 1928.
Presenze in antologie
"Antologia della
lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C., Milano
1923 (p. 367).
"Poeti d'oggi:
1900-1925", a cura di Giovanni Papini e Pietro Pancrazi, Vallecchi,
Firenze 1925 (pp. 261-271).
"Le più belle
pagine dei poeti d'oggi", 2° edizione, a cura di Olindo Giacobbe, Carabba,
Lanciano 1928 (vol. 3, pp. 73-84).
"Antologia della
lirica italiana. Ottocento e Novecento", nuova edizione, a cura di Carlo
Culcasi, Garzanti, Milano 1947 (pp. 260-263).
"Antologia della
lirica contemporanea dal Carducci al 1940", a cura di Enrico M. Fusco,
SEI, Torino 1947 (pp. 160-163).
"Poeti del
Novecento italiani e stranieri", a cura di Elena Croce, Einaudi, Torino
1960 (p. 787).
"L'antologia dei
poeti italiani dell'ultimo secolo", a cura di Giuseppe Ravegnani e
Giovanni Titta Rosa, Martello, Milano 1963 (pp. 285-289).
"Poeti italiani
del XX secolo", a cura di Alberto Frattini e Pasquale Tuscano, La Scuola,
Brescia 1974 (pp. 100-104).
"Otto secoli di
poesia italiana", a cura di Giacinto Spagnoletti, Newton Compton, Roma
1993 (pp. 616-617).
Testi
SEDUTA RICAMAVA...
Seduta ricamava.
Erano i bei
dì che i giacinti
imbalsamano i banchi
de le fioraie,
carnicini e bianchi:
avea su 'l collo
opaco essa tre nei.
Talor, fra me
correndo i motti e lei,
figgea, qual chi di
greve opra s' affranchi,
l'uncino ne 'l
gomitolo, gli stanchi
suoi occhi... in
fondo a che? poi dentro a i miei.
Bacio, che allora
osai la prima volta
come un oltraggio, e
sùbito la ressi
infranta su le mie
braccia, disciolta!
Ricordo, o a me
lenzuol pregno d'acuto
profumo! Oh in te se
or ora m'imbattessi
d'un tratto, amore,
amore mio perduto!
(da "Sonetti
voluttuosi ed altre poesie")
LA TUA VOCE
Quando mi parli, a me
poggiata il volto,
di ciò che al nostro
amor più giova o nuoce,
non m'importa il
futuro e non t'ascolto,
preso e cullato sol
ne la tua voce,
ne la musica sol de
la tua voce.
Tutta io ti goda:
l'avvenir che preme
ne i poveri d'amor,
poveri istanti,
in cui sempre ci par
d'essere insieme
l'ultima volta,
clandestini amanti
scoverti presto e
risaputi amanti?
Ma se, meno conteso e
men furtivo,
più non dovesse amor,
siccome adesso,
mendicare di te,
bramoso e privo,
a le cose ed a gli
esseri un riflesso,
più non saprei
mirarmi in lui riflesso:
così quei che lo
specchio ostacol trova
che da la propria
effigie lo divide;
eppur, s'egli
l'ostacolo rimuova,
anche l'immagin sua d'un
tratto uccide
ne l'immagine sua sé
stesso uccide.
Onde, o mi narri tu
di gonne e mode,
o d'un tuo
stratagemma a la precoce
uscita, assorto
l'animo non t'ode,
fin che ti vesti
preso ne la voce
tua, naufragante sol
ne la tua voce.
(da "Poesie d'amore")
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