Parlando di laghi, è opportuno ricordare che bisogna sempre riconnettersi al discorso delle acque (escludendo
ovviamente le acque correnti). In queste poesie si nota molto spesso la presenza
di elementi inquietanti. Nei versi di Mastri, per esempio, le acque del lago
assumono un insolito colore rosso che trasmette nella mente del poeta tutta una
serie di pensieri orribili. Anche nella poesia di Tumiati: Il lago salato,
sembra di vivere in una sorta di incubo dove c'è una figura femminile in preda
ad una sete tremenda che infine trova, come unico luogo dove potersi dissetare,
un lago dalle acque velenose. A proposito di donne, vi sono vari componimenti
che le vedono, giovani e belle, bagnarsi nelle acque dei laghi; a volte però,
l'immagine gradevole e invitante delle giovinette svestite che giocano nelle
acque lacustri altro non è che una trappola mortale per gli uomini ipnotizzati
da tale visione. Si riscontra inoltre, in alcune poesie, l'elencazione di una
serie di immagini, figure, rumori; ad esempio, spesso compaiono le nebbie che,
gradatamente, coprono le acque dei laghi; oppure i cigni che vagano all'interno
del bacino lacustre o, ancora, il suono, in lontananza, di campane. Tutti
elementi, questi ultimi, che si ritrovano facilmente in molti altri versi di
poeti liberty, simbolisti, crepuscolari e decadenti.
Poesie sull'argomento
Diego Angeli:
"Ricordo di Lucerna" in "L'Oratorio d'Amore. 1893-1903"
(1904).
Francesco Cazzamini
Mussi: "Lago di Bourget" in "Fogline d'assenzio" (1916).
Girolamo Comi: "Intraducibili
sono i tuoi splendori" in "Lampadario" (1912).
Gabriele D'Annunzio:
"Sul lago di Nemi" in "Elegie romane" (1892).
Alfredo Galletti:
"Ombra" in "Odi ed elegie" (1903).
Luisa Giaconi:
"Il laghetto" in "Tebaide" (1909).
Cosimo Giorgieri
Contri: "Sera di lago" in «Nuova Antologia», aprile 1907.
Corrado Govoni:
"Laghi" in "Le Fiale" (1903).
Arturo Graf:
"Acqua chiara..." in "Medusa" (1890).
Arturo Graf: "Il
lago delle ondine" in "Morgana" (1901).
Giuseppe Lipparini:
"Il lago" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)"
(1916).
Gian Pietro Lucini:
"Or all'alba od al vespero..." in "Il Libro delle
Figurazioni Ideali" (1894).
Pietro Mastri:
"Il lago rosso" in "L'arcobaleno" (1900)
Mario Morasso: "Il
simbolo di Carmen in Helène Hastreiter - Epilogo" in "I Prodigi"
(1894).
Domenico Tumiati:
"Ricordo di lago" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Domenico Tumiati:
"Il lago salato" in «Il Marzocco», novembre 1897.
Diego Valeri:
"Pomeriggio sul lago" in "Umana" (1916).
Testi
OMBRA
di Alfredo Galletti
Il lago è già immerso
ne l'ombra,
ma in alto un supremo
bagliore
sfavilla.
Laggiù ne l'azzurra
penombra
la stella ch'è sacra
a l'amore
scintilla.
La nebbia leggiera si
spande
su l'acque, su i
prati: le cose
pallenti
proiettano un'ombra
più grande;
somigliano a larve
brumose
vanenti.
Lontano rumor di
campane
da l'acque sonore
echeggiato
si muore,
par voce d'angosce
lontane
che desti un dolore
obliato
ne 'l cuore.
La luce da i cieli,
la vita
da i campi, da i fior
la fragranza
s'invola;
o anima stanca e ferita,
s'invola da te la
speranza:
sei sola.
(Da "Odi ed
elegie")
LAGHI
di Corrado Govoni
O laghi cristallini e
smeraldini
ricamati di bianchi
nenufari
candidi come
improvvisati altari
con nappe pendule di
pannolini;
o laghi azzurri, o
laghi oltre marini
circondati da boschi
solitari
con i branchi di
cigni pellegrini;
o laghi in cui i
monti immacolati
flettono la purezza
d'innocenti
culmini ornati di
perpetuo sfagno;
laghi dove i
crepuscoli rosati
muoiono lenti sanguinolenti
come in immensi
specchi senza stagno.
(Da "Le
fiale")
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