Péguy e Psichari, Jacques ed io formavamo un quartetto felice, perché prospettive di vita spirituale e certezze intellettuali si aprivano nuovamente davanti a noi.
Ritrovavo la leggerezza e la gioia della mia infanzia, quando col cuore che batteva mi recavo a scuola.
Partivamo per le lezioni di Bergson, commossi di una curiosità che ci sconvolgeva, di un'attesa religiosa. Ne ritornavamo portando la nostra raccolta di verità o di promesse, come vivificati da un'aria salubre, esuberanti, prolungando ancora e ancora i commenti sulla lezione del maestro. E l'inverno passava, stava per giungere la primavera.
(Da "I grandi amici" di Raïssa Maritain, Vita e Pensiero, Milano 1991, p. 80)
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