giovedì 7 novembre 2013

Le "dolcezze" nella poesia italiana simbolista e decadente

Non è certo difficile trovare, in taluna poesia italiana tra l'Ottocento ed il Novecento, liriche che si distinguono per atteggiamenti leziosi, bamboleggiamenti, eccessive effusioni, sproporzionato sentimentalismo e via dicendo. Questo modo di scrivere versi va ricollegato, in ambito simbolista, ad una regressione verso l'infanzia e l'adolescenza, ovvero un rifugiarsi in una esistenza falsa, in un mondo creato ad arte perché non è possibile accettare la realtà. Ecco allora personaggi ingenui che si commuovono per un nonnulla, dialoghi amorosi che posseggono qualcosa di melenso (al limite dell'idiozia), paesaggi malinconici pieni di elementi languidi e ancora fanciulli e fanciulle sognanti, giovinette, pastorelli, cagnolini, gattini, uccellini, casette, barchette ecc. Da ricordare infine che fu Giovanni Pascoli ad aprire la strada a questo tipo di poesia, intitolando emblematicamente Dolcezze una sezione della sua opera più famosa: Myricae; quindi Sergio Corazzini, alcuni anni dopo, diede alle stampe un volumetto di versi che portava il medesimo titolo.



Poesie sull'argomento

Mario Adobati: "Il mirabile vespro" e "La pausa" in "I cipressi e le sorgenti" (1919).
Diego Angeli: "Speculum Dianae", "Assonanze" e "Agosto" in "L'Oratorio d'Amore. 1893-1903" (1904).
Enrico Cavacchioli: "Armonia grigia" in "L'Incubo Velato" (1906).
Francesco Cazzamini Mussi: "...è l'ora" in "Le amare voluttà" (1910).
Francesco Cazzamini Mussi: "Invito" in "Il cuore e l'urna" (1923).
Decio Cinti: "Suavis" in "Domenica Letteraria", marzo 1897.
Sergio Corazzini: "Sonetti all'amica" in "Fracassa", dicembre 1903.
Sergio Corazzini: "All'amica" in «Marforio», febbraio 1904.
Sergio Corazzini: "Alla serenità" in "Le aureole" (1905).
Massimo Coronaro: "Languore" in "Poesia", marzo 1906.
Enrico Damiani: "Per musica" in «La Stella e L'Aurora Milanese», gennaio 1904.
Luigi Donati. "La malinconica follia" in "Le Ballate d'Amore e di Dolore" (1897).
Luigi Donati. "Nei viali. Di notte" in "Poesia di passione" (1928).
Diego Garoglio: "Per i viali taciti del parco" in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).
Luisa Giaconi: "Epistola" in "Tebaide" (1912).
Cosimo Giorgieri Contri: "Sogno dei diciott'anni" in «Nuova Antologia», settembre 1907.
Corrado Govoni: "Si svegliano gli uccelletti" in "Armonia in grigio et in silenzio" (1903).
Corrado Govoni: "I cenci dell'anima", "Ballabile in malinconia" e "Le dolcezze" in "Gli aborti" (1907).
Corrado Govoni: "Languore serale" in "Poesie elettriche" (1911).
Giuseppe Lipparini: "Pulcheria" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Enzo Marcellusi: "Dolcezza! Serenità! Io v'invoco" in "Il giardino dei supplizi" (1909).
Enzo Marcellusi: "Il convegno" in "I canti violetti" (1912).
Fausto Maria Martini: "Invito francescano" in "Panem nostrum" (1907).
Fausto Maria Martini: "Canzonetta nostalgica" in "Poesie provinciali" (1910).
Nino Oxilia: "È tardi" e "Ò visto" in "Gli orti" (1918).
Aldo Palazzeschi: "Rio Bo" in "Poemi" (1909).
Enrico Panzacchi: "Dolce colloquio" in "Poesie" (1908).
Giovanni Pascoli: "Con gli angioli" e "Notte" in "Myricae" (1900).
Giovanni Pascoli: "Le ciaramelle" in "Canti di Castelvecchio" (1903).
Yosto Randaccio: "Un'ora dolce" in "Poemetti della convalescenza" (1909).
Guido Ruberti: "Sur un davanzale" in "Le fiaccole" (1905).
Carlo Vallini: "Settembre, nella santità dell'ora" in "La rinunzia" (1907).
Alessandro Varaldo: "Nel crepuscolo bianco ultima vela" in "Marine liguri" (1898).
Remigio Zena: "Ascoltate la dolce litania" in "Le Pellegrine" (1894).

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