domenica 4 maggio 2025

Gli addii in 10 poesie di 10 poeti italiani del XX secolo

 E nella nostra vita prima o poi, seppure malvolentieri, ci tocca dire addio a qualcosa o a qualcuno. Iniziamo col dare addio ai nostri cari giocattoli: l'orsacchiotto che ci faceva sempre tanta compagnia, e rimaneva accanto a noi anche quando dormivamo; i tanti e tanti soldatini, che per noi erano un esercito di piccoli guerrieri pronti a proteggerci, nel malaugurato caso in cui qualche presenza sgradita avesse voluto entrare nella nostra stanza; e i giornalini di fumetti, che leggevamo appassionatamente, e che ci trasportavano in mondi fantastici, dove accadevano le cose più impossibili. Gli anni passano, e purtroppo dobbiamo dire addio ai nostri nonni, che ci hanno voluto tanto bene, ci hanno cresciuto e coccolato (avremmo avuto bisogno di loro per tanto tempo ancora, ma il tempo se li è portati via troppo presto). E poi diciamo addio ai nostri primi amori, che tanto ci hanno emozionato (provavamo sensazioni così forti!), ma i nostri sentimenti mutarono nel giro di pochi anni, e ciò che appariva come un legame saldo, si rivelò tutt'altra cosa. Quindi diciamo addio alle nostre prime case: lì siamo nati e cresciuti; lì abbiamo trascorso tante e tante ore piacevoli; in quelle stanze rimangono indelebili ricordi delle nostre giovani vite, trascorse insieme ai nostri cari. E diciamo tristemente addio anche ai nostri amici animali: cani, gatti, canarini e altri ancora; anch'essi, nel loro piccolo, hanno rappresentato qualcosa di veramente importante per la nostra esistenza, tant'è vero che quando ci hanno lasciato, abbiamo provato un senso di vuoto indicibile. E poi arriva il momento più tremendo: dire addio ai nostri genitori, coloro che ci hanno fatto nascere e che ci hanno amato come nessuno mai; sapevamo che sarebbe arrivato il momento del definitivo distacco da loro, ma non volevamo pensarci, per l'intenso dolore che tale pensiero ci procurava, però il tempo trascorre spietatamente, e non possiamo far altro che prenderne atto: addio mamma, addio papà, non vi dimenticheremo mai…

Infine, arriva il momento di dire addio alla nostra vita; quest'ultimo addio non sempre è possibile prevederlo e meditarci sopra: a volte si parte senza la possibilità di salutare, all'improvviso; allora io ti do già adesso - non so quanto in anticipo - l'ultimo addio, vita mia, e così sia.




GLI ADDII IN 10 POESIE DI 10 POETI ITALIANI DEL XX SECOLO



ADDIO SUL LAGO NEBBIOSO

di Elena Bono (1921-2014)


Addio, amici.

Non sporgetevi troppo

per salutarmi.

Cadono nell'acqua

i fiori

che avete portati per me.

Nulla segue.

Sfugge alla chiusa mano

il calore dell'ultima stretta.

Addio, volti nebbiosi.

Una sponda è perduta

e l'altra non appare,

solo gridanti e vane

ombre

come di uccelli.

Pure

se calmo batte il remo

calmo deve battere il cuore.

Andiamo. Andiamo

dove ci portano

i fiochi gridi

e la lenta corrente

e il remo misterioso.


(da "Poesie. Opera omnia", Le Mani, Recco-Genova 2007, p. 170)





PRO MEMORIA

di Gesualdo Bufalino (1920-1996)


E non vedrò più nessuno,

ho i pugni pieni di peste.

Addio, bivacchi di festa

accesi sotto la luna;


addio, inabili labbra

sorprese un’alba nel vento,

grandi segreti da niente

sepolti dentro la sabbia,


pupille risa disprezzi

scambiati da infame a infame,

giochi di m’ama non m’ama,

miei cuori, mia giovinezza!


Resta di tanta vacanza

solo una pozza di sole

scordata sulle lenzuola

della mia ultima stanza;


e questa rosa che il gelo

del davanzale consuma,

e se ne perde il profumo

verso un inutile cielo.


(da "L'amaro miele", Einaudi, Torino 2021, p. 7)





QUI ERA IL GROVIGLIO

di Dino Buzzati (1906-1972)


Qui era il groviglio delle popolazioni

ciascuno chiudendo in sé le meraviglie

il capolavoro, la cosa indicibile

la gloria le interiora dell'uomo!

E invece in un terribile appartamento condominiale

galera di Dio, con la gabbietta

del canarino al davanzale, dove

le speranze si rattrappiscono

senza neppure dolore, di giorno in giorno,

finché rimane lui, che non sa

che non capisce, che non soffre, che

sprofonda, che solo nell'estremo

attimo, chissà, capirà la sorte, la

dannazione, la condanna (ah il gabardine

di cui era tanto orgoglioso,

la spider, le basette, quella sua

faccia vagamente simile a Friedrich March,

le ombre, le nuvole, gli abissi,

i gorghi giù giù), ah ricordarsi, ah

poter ricordare, addio Golgonda,

addio Milano, addio boschi della vicina brughiera,

addio illusioni del 17 ottobre 1965 la

ti ricordi, all'angolo di viale Papiniano,

era così bello.

E adesso più niente!


(da "Poesie", Neri Pozza, Vicenza 1982, p. 99) 





L’ADDIO

di Sergio Corazzini (1886-1907)


Venne l’ultimo giorno... Con le stelle

si spense ogni speranza, il sole uccise

in me, ogni cosa, ogni delirio, e rise

il cielo azzurro, e le rose sorelle 


nel mio rosario parvero più belle

quel dì... La donna venne, mi sorrise

mi baciò sulla fronte ardente e mise

nelle mie, le sue mani bianche e snelle. 


Era il saluto estremo, allor credetti

di morire e gridai: «Vision fuggente

dimmi, mi hai amato, come io t’amai?!»


Ella un poco annoiata, e a denti stretti 

disse di sì; ma l’eco, che non mente,

lugubremente mi rispose «...mai!»


(da "Poesie", Rizzoli, Milano 1992, p. 246)





ADDIO

di Olinto Dini (1873-1951)


Come tenace stretta di mano gelida un fiero

  diaccio senso di morte mi signoreggia il cuore.


Penso a un mattino sereno e giocondo: m'è lugubre sera;

  penso a una lieta culla: mi si trasforma in bara.


Vedo innumere torme d'umane vite fuggenti;

  l'anima - addio - mi grida; gridan mille echi - addio!


(da "Poesie", Ed. d'Arte Rassegna, Bergamo 1971, p. 110)





ADDIO

di Leo Ferrero (1903-1933)


Ripartirai senza aver visto in questi

occhi inquieti tanta tenerezza

nascosta. Ed io non vidi in te che voglia

di chiamarmi e fuggire; onde so bene

che ti ritroverò fatta nemica,

come dopo ogni assenza. E dentro i grandi

buoni occhi vedrò nascer, col cauto

riso, la tua nuova finzione e un falso

timore; e intanto andrai cercando in mezzo

al tumulto la pace; e se ridendo,

quasi per gioco negherai l'amore

e la dolcezza agli uomini, nessuno

vedrà come sei triste e quanto hai sete

d'essere amata: la tua casa è vuota

di tenerezza, ed io ben so che in questa

allegria c'è del pianto. Io ti saluto

oggi che il sole maturò nei vasti

giardini colmi di rosai, per me

solo. E pien di tristezza è questo addio.


                                                      Firenze, Luglio 1924.


(da "La catena degli anni", Nuove Edizioni Capolago, Lugano 1939, p. 49)





ADDIO, PASSATO, SOGNI, TENEREZZA

di Nino Oxilia (Angelo Oxilia, 1889-1917)


Addio, passato, sogni, tenerezza!

nulla di voi mi resta. In labirinto

me ne vo senza voi. Dal fato spinto

non cerco più la via della saggezza.


Chi cantò in me ora tace, forse estinto

per sempre. Io non ò più la giovinezza.

Non ò più nulla fuorché la certezza

che non avrò mai nulla. Amen. Son vinto.


O mamma, non mi giova aver vissuto,

o mamma, non mi giova aver sofferto

e neppure mi giova ora morire


se pure l'estro mio s'è fatto muto,

se quello che pensai non lo so dire,

se il mio cuore s'è fatto già deserto.


(da "Poesie", Guida, Napoli 1973, p. 93)





L'ULTIMO GIORNO, L'ULTIMO ADDIO

di Lalla Romano (Graziella Romano, 1906-2001)


L'ultimo giorno, l'ultimo addio

non ha dolcezza

né amore


Forse lo stanco volo

dell'ultima ape

può essere altro che un gioco?


Suggere dai crisantemi

e dalle dalie agonizzanti

per chi, se non per i morti

amaro miele?


(da "Poesie", Einaudi, Torino 2004, p. 61)





COM'ERA BELLO CESARETTI

di Mario Tobino (1910-1991)


Com'era bello Cesaretti

che se ne andava giovane e felice

verso il suo destino.

Nella corsa

si voltò un istante,

e splendevano come camosci

le sue calze bianche:

«Addio» disse

«vado a conquistare il mondo».


(da "L'asso di picche. Veleno e Amore secondo", Mondadori, Milano 1974, p. 104)



Jacques-Louis David, "The Farewell of Telemachus and Eucharis"
(da questa pagina web)



Nessun commento:

Posta un commento