E nella nostra vita prima o poi, seppure malvolentieri, ci tocca dire addio a qualcosa o a qualcuno. Iniziamo col dare addio ai nostri cari giocattoli: l'orsacchiotto che ci faceva sempre tanta compagnia, e rimaneva accanto a noi anche quando dormivamo; i tanti e tanti soldatini, che per noi erano un esercito di piccoli guerrieri pronti a proteggerci, nel malaugurato caso in cui qualche presenza sgradita avesse voluto entrare nella nostra stanza; e i giornalini di fumetti, che leggevamo appassionatamente, e che ci trasportavano in mondi fantastici, dove accadevano le cose più impossibili. Gli anni passano, e purtroppo dobbiamo dire addio ai nostri nonni, che ci hanno voluto tanto bene, ci hanno cresciuto e coccolato (avremmo avuto bisogno di loro per tanto tempo ancora, ma il tempo se li è portati via troppo presto). E poi diciamo addio ai nostri primi amori, che tanto ci hanno emozionato (provavamo sensazioni così forti!), ma i nostri sentimenti mutarono nel giro di pochi anni, e ciò che appariva come un legame saldo, si rivelò tutt'altra cosa. Quindi diciamo addio alle nostre prime case: lì siamo nati e cresciuti; lì abbiamo trascorso tante e tante ore piacevoli; in quelle stanze rimangono indelebili ricordi delle nostre giovani vite, trascorse insieme ai nostri cari. E diciamo tristemente addio anche ai nostri amici animali: cani, gatti, canarini e altri ancora; anch'essi, nel loro piccolo, hanno rappresentato qualcosa di veramente importante per la nostra esistenza, tant'è vero che quando ci hanno lasciato, abbiamo provato un senso di vuoto indicibile. E poi arriva il momento più tremendo: dire addio ai nostri genitori, coloro che ci hanno fatto nascere e che ci hanno amato come nessuno mai; sapevamo che sarebbe arrivato il momento del definitivo distacco da loro, ma non volevamo pensarci, per l'intenso dolore che tale pensiero ci procurava, però il tempo trascorre spietatamente, e non possiamo far altro che prenderne atto: addio mamma, addio papà, non vi dimenticheremo mai…
Infine, arriva il momento di dire addio alla nostra vita; quest'ultimo addio non sempre è possibile prevederlo e meditarci sopra: a volte si parte senza la possibilità di salutare, all'improvviso; allora io ti do già adesso - non so quanto in anticipo - l'ultimo addio, vita mia, e così sia.
GLI ADDII IN 10 POESIE DI 10 POETI ITALIANI DEL XX SECOLO
ADDIO SUL LAGO NEBBIOSO
di Elena Bono (1921-2014)
Addio, amici.
Non sporgetevi troppo
per salutarmi.
Cadono nell'acqua
i fiori
che avete portati per me.
Nulla segue.
Sfugge alla chiusa mano
il calore dell'ultima stretta.
Addio, volti nebbiosi.
Una sponda è perduta
e l'altra non appare,
solo gridanti e vane
ombre
come di uccelli.
Pure
se calmo batte il remo
calmo deve battere il cuore.
Andiamo. Andiamo
dove ci portano
i fiochi gridi
e la lenta corrente
e il remo misterioso.
(da "Poesie. Opera omnia", Le Mani, Recco-Genova 2007, p. 170)
PRO MEMORIA
di Gesualdo Bufalino (1920-1996)
E non vedrò più nessuno,
ho i pugni pieni di peste.
Addio, bivacchi di festa
accesi sotto la luna;
addio, inabili labbra
sorprese un’alba nel vento,
grandi segreti da niente
sepolti dentro la sabbia,
pupille risa disprezzi
scambiati da infame a infame,
giochi di m’ama non m’ama,
miei cuori, mia giovinezza!
Resta di tanta vacanza
solo una pozza di sole
scordata sulle lenzuola
della mia ultima stanza;
e questa rosa che il gelo
del davanzale consuma,
e se ne perde il profumo
verso un inutile cielo.
(da "L'amaro miele", Einaudi, Torino 2021, p. 7)
QUI ERA IL GROVIGLIO
di Dino Buzzati (1906-1972)
Qui era il groviglio delle popolazioni
ciascuno chiudendo in sé le meraviglie
il capolavoro, la cosa indicibile
la gloria le interiora dell'uomo!
E invece in un terribile appartamento condominiale
galera di Dio, con la gabbietta
del canarino al davanzale, dove
le speranze si rattrappiscono
senza neppure dolore, di giorno in giorno,
finché rimane lui, che non sa
che non capisce, che non soffre, che
sprofonda, che solo nell'estremo
attimo, chissà, capirà la sorte, la
dannazione, la condanna (ah il gabardine
di cui era tanto orgoglioso,
la spider, le basette, quella sua
faccia vagamente simile a Friedrich March,
le ombre, le nuvole, gli abissi,
i gorghi giù giù), ah ricordarsi, ah
poter ricordare, addio Golgonda,
addio Milano, addio boschi della vicina brughiera,
addio illusioni del 17 ottobre 1965 la
ti ricordi, all'angolo di viale Papiniano,
era così bello.
E adesso più niente!
(da "Poesie", Neri Pozza, Vicenza 1982, p. 99)
L’ADDIO
di Sergio Corazzini (1886-1907)
Venne l’ultimo giorno... Con le stelle
si spense ogni speranza, il sole uccise
in me, ogni cosa, ogni delirio, e rise
il cielo azzurro, e le rose sorelle
nel mio rosario parvero più belle
quel dì... La donna venne, mi sorrise
mi baciò sulla fronte ardente e mise
nelle mie, le sue mani bianche e snelle.
Era il saluto estremo, allor credetti
di morire e gridai: «Vision fuggente
dimmi, mi hai amato, come io t’amai?!»
Ella un poco annoiata, e a denti stretti
disse di sì; ma l’eco, che non mente,
lugubremente mi rispose «...mai!»
(da "Poesie", Rizzoli, Milano 1992, p. 246)
ADDIO
di Olinto Dini (1873-1951)
Come tenace stretta di mano gelida un fiero
diaccio senso di morte mi signoreggia il cuore.
Penso a un mattino sereno e giocondo: m'è lugubre sera;
penso a una lieta culla: mi si trasforma in bara.
Vedo innumere torme d'umane vite fuggenti;
l'anima - addio - mi grida; gridan mille echi - addio!
(da "Poesie", Ed. d'Arte Rassegna, Bergamo 1971, p. 110)
ADDIO
di Leo Ferrero (1903-1933)
Ripartirai senza aver visto in questi
occhi inquieti tanta tenerezza
nascosta. Ed io non vidi in te che voglia
di chiamarmi e fuggire; onde so bene
che ti ritroverò fatta nemica,
come dopo ogni assenza. E dentro i grandi
buoni occhi vedrò nascer, col cauto
riso, la tua nuova finzione e un falso
timore; e intanto andrai cercando in mezzo
al tumulto la pace; e se ridendo,
quasi per gioco negherai l'amore
e la dolcezza agli uomini, nessuno
vedrà come sei triste e quanto hai sete
d'essere amata: la tua casa è vuota
di tenerezza, ed io ben so che in questa
allegria c'è del pianto. Io ti saluto
oggi che il sole maturò nei vasti
giardini colmi di rosai, per me
solo. E pien di tristezza è questo addio.
Firenze, Luglio 1924.
(da "La catena degli anni", Nuove Edizioni Capolago, Lugano 1939, p. 49)
ADDIO, PASSATO, SOGNI, TENEREZZA
di Nino Oxilia (Angelo Oxilia, 1889-1917)
Addio, passato, sogni, tenerezza!
nulla di voi mi resta. In labirinto
me ne vo senza voi. Dal fato spinto
non cerco più la via della saggezza.
Chi cantò in me ora tace, forse estinto
per sempre. Io non ò più la giovinezza.
Non ò più nulla fuorché la certezza
che non avrò mai nulla. Amen. Son vinto.
O mamma, non mi giova aver vissuto,
o mamma, non mi giova aver sofferto
e neppure mi giova ora morire
se pure l'estro mio s'è fatto muto,
se quello che pensai non lo so dire,
se il mio cuore s'è fatto già deserto.
(da "Poesie", Guida, Napoli 1973, p. 93)
L'ULTIMO GIORNO, L'ULTIMO ADDIO
di Lalla Romano (Graziella Romano, 1906-2001)
L'ultimo giorno, l'ultimo addio
non ha dolcezza
né amore
Forse lo stanco volo
dell'ultima ape
può essere altro che un gioco?
Suggere dai crisantemi
e dalle dalie agonizzanti
per chi, se non per i morti
amaro miele?
(da "Poesie", Einaudi, Torino 2004, p. 61)
COM'ERA BELLO CESARETTI
di Mario Tobino (1910-1991)
Com'era bello Cesaretti
che se ne andava giovane e felice
verso il suo destino.
Nella corsa
si voltò un istante,
e splendevano come camosci
le sue calze bianche:
«Addio» disse
«vado a conquistare il mondo».
(da "L'asso di picche. Veleno e Amore secondo", Mondadori, Milano 1974, p. 104)
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Jacques-Louis David, "The Farewell of Telemachus and Eucharis" (da questa pagina web) |
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