domenica 6 novembre 2011

Poeti dimenticati: Giovanni Tecchio


Piatto anteriore di "Canti".

Giovanni Tecchio nacque a Bassano del Grappa nel 1872, studiò Lettere prima a Vicenza quindi a Padova, in quest'ultima città si laureò per poi ricoprire vari incarichi presso gli istituti scolastici di Vicenza, Pergola, Faenza e La Spezia. Nel frattempo pubblicò anche alcuni volumi poetici e fu annoverato insieme a Romolo Quaglino, Luigi Donati, Gustavo Botta ed altri, tra i poeti che, sotto la guida del carismatico Gian Pietro Lucini, fecero parte di un cenacolo milanese molto vicino alla poesia simbolista. È incerta la data della sua morte.
 
Opere poetiche

"Poesie", Salmin, Padova 1892.
"Mysterium", Chiesa e Guindani, Milano 1894.
"Le Visioni", Galli e Omodei-Zorini, Milano 1896.
"Rime della vita", Montanari, Faenza 1900.
"Canti", Monanni, Milano 1931.
 


Presenze in antologie

"Dal simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981 (tomo secondo, pp. 327-332).
 

Testi

 SERENATA



Ne l'aere soave
spira odore
d'acacie in, fiore.
Dicono i fiori l'ave
a la luna bianca e pura,
immacolata,
che avvolge nel candore
la natura
addormentata.

In quel silenzio,
in quell'incanto
del creato,
vola il canto
d'un troviero
innamorato;
via col suon de la mandòla
vola, vola...

E canta e canta e canta
il giovine troviero.
La bionda vergine
su l'origliere
morbido e bianco,
voluttuosa
il capo stanco
posa.

Mentre ella dorme,
rosei
i sogni a torme
passano.

Il suo bel viso,
che sembra un gìglio
cui l'alba irrora,
lieve un sorriso
sottil disfiora.

Vola forse il suo pensiero
al troviero
che fuor canta innamorato?

Dorme intanto la natura
sotto al raggio immacolato
de la luna bianca e pura.

(da "Mysterium")

sabato 5 novembre 2011

Poeti dimenticati: Pietro Mastri


Piatto anteriore di "La via delle stelle"

Pietro Mastri, pseudonimo di Pirro Masetti, nacque a Firenze nel 1868 ed i vi morì nel 1932. Svolse per tutta la vita la professione di avvocato e, nello stesso tempo, compose versi che pubblicò in due distinti periodi. Nel primo, compreso tra il 1892 ed il 1907, il Mastri si dimostò un seguace della poesia pascoliana, sia per i temi trattati, sia per lo stile delle sue poesie. Nella seconda fase, che si delinea tra il 1920 all'anno della sua morte, il poeta fiorentino aggiunse ai suoi versi una visione della vita nello stesso tempo dolente e cristiana.


Opere poetiche
"Frammenti poetici", Bocca, Roma-Firenze-Torino 1892.
"L'arcobaleno", Zanichelli, Bologna 1900 (1920).
"Lo specchio e la falce", Treves, Milano 1907.
"La meridiana", Taddei, Ferrara 1920.
"La fronda oscillante", Bemporad, Firenze 1923.
"La via delle stelle", Alpes, Milano 1927.
"Ultimi canti", Treves-Treccani-Tumminelli, Milano-Roma 1933.
 

Presenze in antologie
"Dai nostri poeti viventi", 3° edizione, a cura di Eugenia Levi, Lumachi, Firenze 1903 (pp. 235-245).
"Antologia della lirica italiana", a cura di Angelo Ottolini, R. Caddeo & C., Milano 1923 (pp. 400-401).
"Poeti d'oggi: 1900-1925", 2° edizione, a cura di Giovanni Papini e Pietro Pancrazi, Vallecchi, Firenze 1925 (pp. 17-123).
"Le più belle pagine dei poeti d'oggi", 2° edizione, a cura di Olindo Giacobbe, Carabba, Lanciano 1928 (vol. 5, pp. 20-35).
"La nuova poesia religiosa italiana", a cura di Gino Novelli, La Tradizione, Palermo 1931 (pp. 248-254).
"Antologia della lirica contemporanea dal Carducci al 1940", a cura di Enrico M. Fusco, SEI, Torino 1947 (pp. 181-184).
"Antologia della lirica italiana. Ottocento e Novecento", nuova edizione, a cura di Carlo Culcasi, Garzanti, Milano 1947 (pp. 211-214).
"La lirica moderna", a cura di Francesco Pedrina, Trevisini, Milano 1951 (pp. 540-545).
"Un secolo di poesia", a cura di Giovanni Alfonso Pellegrinetti, Petrini, Torino 1957 (pp. 226-229).
"L'antologia dei poeti italiani dell'ultimo secolo", a cura di Giuseppe Ravegnani e Giovanni Titta Rosa, Martello, Milano 1963 (pp. 163-168).
"Poeti simbolisti e liberty in Italia", a cura di Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller, Scheiwiller, Milano 1967-1972 (vol. 3, pp. 139-144).
"Poeti italiani del XX secolo", a cura di Alberto Frattini e Paolo Tuscano, La Scuola, Brescia 1974 (pp. 118-122).
"Dal simbolismo al déco", a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino 1981 (tomo secondo, pp. 341-346).
"Otto secoli di poesia italiana", a cura di Giacinto Spagnoletti, Newton Compton, Roma 1993 (pp. 593-594).
 

Testi
MISTERO

Guardo. La notte, azzurramente pura,
sparsa di stelle, ha un intimo chiaror.
Splendi, o gran tempio della dea Natura,
coi mille e mille lampadarii d'òr!

Guardo: e il mio petto si sgonfia e sospira.
Qual nuova ambascia, qual ansia m'opprime?
(Nell'ombra, intorno, un fremito s'aggira:
scuoton, sognando, gli alberi le cime. )

Onde un'arcana tristezza in quest'ora
mistica, o notte, m'invade così?
Su dall' ignoto per certo vapora:
non aspra; vaga e sottile, bensì.

Tacitamente vaporan le brume
della tristezza da ignoti recessi.
(Che piange là, fra i pioppi, il cupo fiume?
chiede alla luna i tremoli riflessi?)

L'anima sogna. O profonda e silente
notte, ove annega per gli occhi il pensier,
come in quest'ora più acuta si sente,
più vana l'ansia del grande mister!

Passa sul volto agli umani in quest'ora
forse col vento notturno il mistero.
(Trema ogni stella, come quando sfiora
un'ala lieve la fiamma d'un cero.)

Passa: ed un' eco di cose lontane
— d'un'altra vita che forse già fu? —
simile a un fioco rombar di campane,
desta la valle del cuore, laggiù...

Silenzio immenso. L'aria ha blandimenti
trepidi e guizzi l'acque: sulla riva
del fiume stan gli alberi immoti, intenti.
È nelle cose come un' ansia viva.

Guardo a quei neri monti. Ed ecco nastri
d'argento, a un tratto, sulle sommità.
S'alza la luna: impallidiscon gli astri.
Oh gemmea luce! Oh gran serenità!

(da "L'arcobaleno")

venerdì 4 novembre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: U, V, Y, Z

AURELIO UGOLINI (Alessandria d'Egitto 1875 - L'Aquila 1907). Studioso dell'opera di Giuseppe Gioacchino Belli, fu insegnante ginnasiale e poeta; pubblicò una sola raccolta di versi: Viburna (1905) che ebbe una seconda edizione ampliata dopo la sua morte (1908). Le sue poesie di stampo classicista presentano ascendenze pascoliane e, in alcuni casi, toni decadenti.

TEOFILO VALENTI (Macerata 1884 - ?). Poeta di cui si conosce poco, fu un collaboratore della rivista "Lirica", pubblicò i seguenti volumi di poesie: Le visioni (1906), Lo specchio e la rosa (1921). I suoi versi appartengono all'area simbolista e decadente della nostra letteratura.

DIEGO VALERI (Piove di Sacco 1887 - Roma 1976). Poeta, traduttore e insegnante collaborò con "La Lettura", "La Diana" e "La Brigata". È l'autore dei seguenti volumi di versi: Monodia d'amore (1908), Le gaie tristezze (1913), Umana (1916), Crisalide (1919), Ariele (1924), Poesie vecchie e nuove (1930). Poeta dotato di una particolare grazia e di una accentuata discorsività seppe attingere da varie fonti pur mantenendo un'originalità e un timbro inequivocabile e personalissimo.

CARLO VALLINI (Milano 1885 - ivi 1920). Dopo alcune esperienze lavorative alquanto bizzarre si laureò e quindi professò l'insegnamento fino alla Grande Guerra a cui partecipò e da cui tornò gravemente ferito, e per tale motivo morì a soli 35 anni. Durante il periodo degli studi universitari conobbe Gozzano e altri poeti; la sua poesia è caratterizzata da un crepuscolarismo personale, volto alla meditazione ed alla colloquialità. Opere poetiche: Rinunzia (1907), Un giorno (1907).

FAUSTO VALSECCHI (Lecco 1891 - 1914). Poeta e traduttore, collaborò a "La Lettura" e a "Noi e il Mondo", le sue poesie furono pubblicate da varie riviste; soltanto nel 1966, all'interno del volume Versi e novelle, è stato possibile leggere la sua intera opera poetica. Molto vicino al crepuscolarismo, fu anche attratto dalle atmosfere decadenti.

GIUSEPPE VANNICOLA (Montegiorgio 1877 - Capri 1915). Poeta, musicista, narratore e traduttore, fece vita disordinata tra intensi periodi di lavoro e crisi mistiche improvvise. Le sue poesie e le sue prose poetiche risentono molto del clima decadente e trovano spesso spunto dall'esperienza musicale che per Vannicola fu fondamentale. Opere in versi e in prosa: Trittico della Vergine (1901), De profundis clamavi ad te (1905), Corde della grande Lira (1906).

ALESSANDRO VARALDO (Ventimiglia 1876 - Roma 1953). Giornalista, critico, commediografo e poeta, fu collaboratore della "Gazzetta del Popolo" e del "Messaggero". Frequentò il cenacolo genovese dei poeti simbolisti e pubblicò nel 1897 insieme ad Alessandro Giribaldi e Mario Malfettani Il 1° libro dei trittici; passò poi ad una lirica più meditativa e romantica in Marine liguri (1898) e Romanze e notturni (1904).


MARIO VENDITTI (Napoli 1889 - ivi 1964). Poeta, narratore e avvocato fu attivo collaboratore di "La Diana". I suoi volumi di versi spiccano per la presenza frequente di un'ironia originale e per un crepuscolarismo fantasioso. Opere poetiche: Albente Coelo (1906), Il terzetto (1911), Il cuore al trapezio (1921), Il nottambulo deluso (1931).

BRUNO VIGNOLA (Montebelluna 1878 - 1956). Poeta ed insegnante, collaborò alla "Diana" e pubblicò alcune raccolte di versi ispirati a una contemplazione malinconica a cui si uniscono un impressionismo ed una fantasia che lo avvicinano a Corrado Govoni. Opere poetiche: Rime del sogno e della ricordanza (1914), Gamma (1918).

GIUSEPPE VILLAROEL (Catania 1889 - Roma 1968). Poeta, narratore, critico letterario e giornalista, si laureò in Giurisprudenza e in Lettere, collaborò con varie riviste tra cui "La Diana". Fu poeta vicino al decadentismo soprattutto nelle prime raccolte: Pei chiostri dell'anima (1910), Le vie del silenzio (1914), La tavolozza e l'oboe (1918), La bellezza intravista (1923).

GUIDO VITALI (Milano 1881 - ?). Poeta, traduttore e insegnante, è autore di un libro di versi: Voci e cose d'uomini (1906) che fu lodato da Sergio Corazzini. I versi di Vitali si rifanno sicuramente ai classici ma evidenziano anche motivi derivanti dalla poetica decadente.

ALBERTO VIVIANI (Firenze 1894 - ivi 1970). Poeta, narratore e saggista, collaboratore di "Lacerba", abbracciò la poetica futurista anche se nei suoi versi a volte si ritrovano elementi vicini al crepuscolarismo. Opere poetiche principali: Il mio cuore (1914), Le ville silenziose (1915), Rose d'argento (1916).

MORNOR YADOLPHE (Mario Virgilio Garea Del Forno, 1881 - 1962). Poeta e narratore, dopo gli inizi classicheggianti si indirizzò verso il simbolismo ed il liberty poetico. Opere principali: I ricami dell'ombra (1920), I Nauti del Sogno (1929).

DONATELLO ZARLATTI (Giuseppe Zarlatti, ? - ?). Appartenne al cenacolo poetico romano orbitante intorno a Sergio Corazzini, collaborò a "Cronache Latine" e a "L'Italia Moderna". Sue liriche si rintracciano su varie riviste dei primissimi anni del Novecento ed hanno come tema dominante la musica, in particolare quella di Richard Wagner.

MARIO ZARLATTI (? - ?). Amico di Sergio Corazzini, fece parte del gruppo di poeti romani a lui vicini. Collaborò col "Gran Mondo", col "Giornale d'Arte" e con "Marforio". Scrisse poesie classicheggianti e decadenti.

REMIGIO ZENA (Gaspare Invrea, Torino 1850 - Genova 1917). Poeta e narratore, nato da famiglia aristocratica, si laureò in legge e divenne magistrato militare. Scrisse poesie che inizialmente risentono del clima scapigliato e in seguito dimostrano una sempre più spiccata vena ironica. Opere poetiche: Poesie grigie (1880), Le pellegrine (1894), Olympia (1905).

GIUSEPPE ZUCCA (Messina 1887 - Roma 1959). Poeta, narratore e giornalista, fondò la casa editrice "Il Fauno". Pubblicò alcuni volumi di poesie che in parte si rifanno al crepuscolarismo ed in parte alla poesia comica di Aldo Palazzeschi. Opere in versi: La lucerna (1913), Io (1919), Poesie 1912-1922 (1923).

giovedì 3 novembre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: T

ALBERTO TARCHIANI (Roma 1885 - ivi 1964). Giornalista, diplomatico e poeta, collaborò alla "Tribuna" e al "Corriere della Sera"; antifascista, lasciò l'Italia durante il ventennio nero. Al suo ritorno ricoprì importanti cariche istituzionali e fu ambasciatore italiano a Washington. In gioventù fece parte del cenacolo poetico di Sergio Corazzini con il quale pubblicò un volume di versi: Piccolo libro inutile (1906); le sue liriche manifestano una ascendenza crepuscolare e simbolista.

GIOVANNI TECCHIO (Bassano 1872 - ?). Poeta e saggista, pubblicò le sue prime raccolte di versi per la stessa casa editrice (Galli di Chiesa) di Gian Pietro Lucini e di altri poeti che, come lui, auspicavano un rinnovamento della poesia italiana grazie all'esempio dei poeti simbolisti francesi. Opere poetiche: Poesie (1892), Mysterium (1894), Le visioni (1896), Rime della vita (1900), Canti (1931).

TÉRÉSAH (Corinna Teresa Gray Ubertis, Frassineto Po 1877 - Roma 1964). Poetessa, scrittrice per l'infanzia e drammaturgo, scrisse poesie d'ispirazione pascoliana e tardoromantica. Opere poetiche: Il campo delle ortiche (1897), Nova lyrica (1903), Il libro di Titania (1909), Il cuore e il destino (1911).

ENRICO THOVEZ (Torino 1869 - ivi 1925). Poeta e critico letterario, collaboratò a molte riviste e giornali tra cui "La Gazzetta Piemontese" e "Il Corriere della Sera"; dal 1905 entrò nella redazione della "Stampa". Le sue poesie inizialmente si rifanno al tardoromanticismo per poi avvicinarsi ad un dannunzianesimo che, da giovane, aveva avversato. Opere: Il poema dell'adolescenza (1901), Poemi d'amore e di morte (1922).

ANGELO TOSCANO (Messina 1879 - ivi 1908). Poeta e narratore, appartenne al cenacolo siciliano di poeti simbolisti insiema a Tito Marrone, Enrico Cardile e Federico De Maria; morì durante il fatidico terremoto di Messina del 1908. Opere poetiche: Il libro dei venti anni (1900), Ànemos. Eufonie (1903). Il suo simbolismo è di tipo ermetico, frequente è l'uso di parole difficili e preziose.

FEDERIGO TOZZI (Siena 1883 - Roma 1920). Poeta, narratore e saggista, fondò il quindicinale "La Torre" insieme all'amico Domenico Giuliotti. Pubblicò due volumi di versi: La zampogna verde (1911) e La città della Vergine (1913) che si caratterizzano per i toni dannunziani e per una religiosità intensa.

DOMENICO TUMIATI (Firenze 1874 - Bordighera 1943). Poeta e drammaturgo, collaboratore del "Marzocco" della "Lettura" e di "Nuova Antologia", fu autore di alcuni volumi in versi che testimoniano la sua simpatia per il simbolismo e per il romanticismo. Opere poetiche: Iris Florentina (1895), Musica antica per chitarra (1897), Poemi lirici (1902), Musiche perdute (1923), Liriche (1937).

ALFREDO TUSTI (? - ?). Amico di Sergio Corazzini fin dall'infanzia, fece parte del cenacolo poetico romano che fu attivo nei primissimi anni del XX secolo. Pubblicò delle poesie su varie riviste tra cui "Capitan Fracassa" e "Roma Flamma"; i suoi versi presentano temi cari al crepuscolarismo e intonazioni decadenti.

mercoledì 2 novembre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: S

UMBERTO SAFFIOTTI (Barrafranca di Sicilia 1882 - Milano 1927). Filosofo e psicologo, giovanissimo fece parte del cenacolo poetico messinese che comprendeva, tra gli altri, Enrico Cardile e Tito Marrone. Pubblicò i volumi di versi: Le Fontane (1902) e Allegoria della Vendemmia (1902) in cui chiari sono gli influssi derivanti dalla poesia simbolista e in particolare da Mallarmé.

FAUSTO SALVATORI (Roma 1870 - ivi 1929). Poeta e librettista, compose l'Inno a Roma che fu musicato da Puccini. Pubblicò alcuni libri di poesie dal gusto dannunziano, questi i titoli: La Terra promessa (1907), L'ala della vittoria (1924), In ombra d'amore (1929).

G. A. SANGUINETI (? - ?). Scarsissime sono le notizie su questo poeta che pubblicò le raccolte di versi: Il sorriso della Sfinge (1909), La cicuta (1911) e Canzoni perverse (1913). Dalle sue liriche si percepisce una attitudine verso il misterico, l'esoterico ed il trasgressivo non distante dal clima decadente.

EMILIO SCAGLIONE (? - ?). Poeta e giornalista, pubblicò nel 1910 insieme al fratello Francesco un libro di poesie: Limen, in cui si dimostra un seguace della poesia simbolista francese; un altro suo volumetto poetico è Cortiletto all'ombra (1910).

FRANCESCO SCAGLIONE (? - ?). Pubblicò due raccolte poetiche: Limen (con E. Scaglione, 1910) e Litanie (1911). Poeta fortemente influenzato dal simbolismo francese acquisisce anche alcune tonalità della poesia crepuscolare.

ALICE SCHANZER (Vienna 1873 - Cuneo 1936). Poetessa e citico letterario, nel 1902 sposò l'allora ministro delle Poste Tancredi Galimberti; pubblicò nel 1901 un volume di versi: Motivi e canti che fu lodato da Giosue Carducci. La sua poesia è ricca di atmosfere sognanti e romantiche.

EMANUELE SELLA (Mosso Santa Maria 1879 - Milano 1946). Economista e poeta, dopo la laurea insegnò in varie università italiane; fu ostile al regime fascista ed ebbe gravi problemi di lavoro per questo motivo. Come poeta fu attirato dall'esoterismo e dal simbolismo. Opere poetiche: Questo è sogno (1900), Il giardino delle stelle (1907), Monteluce (1909), Rudimentum (1911), L'eterno convito (1918), L'ospite della sera (1922).

LUIGI SICILIANI (Cirò 1881 - Roma 1925). Poeta, narratore e saggista, si laureò in Lettere e in Giurisprudenza; nazionalista convinto, partecipò con D'Annunzio all'impresa di Fiume. Poeta di gusto classico, non trascurò di praticare la lirica decadente e neo-alessandrina. Opere: Sogni pagani (1906), Rime della Lontananza (1906), Corona (1907), Arida Nutrix (1908), L'amore oltre la morte (1912), L'altare del fauno (1923).

TOMMASO SILLANI (Orticoli 1888 - Roma 1961). Poeta, critico d'arte e giornalista, redattore del "Pungolo" e del "Mattino", collaboratore di "Nuova Antologia" e di "Cronache letterarie", cofondatore del periodico "Rassegna italiana". Autore di un libro di versi: Le pastorali (1912), d'ispirazione decadente e pascoliana.

AGOSTINO JOHN SINADINÒ (Il Cairo 1876 - Milano 1956). Poeta bohemien, scrisse sia in italiano che in francese; influenzato dalla poesia di Mallarmé, scrisse versi in cui si nota una attenzione particolare alla musicalità, molto ricorrenti sono le immagini preziose e i riferimenti alla mitologia. Centrale fu la sua figura all'interno dei cenacoli, soprattutto quelli siciliani, dei poeti italiani simbolisti. Opere poetiche: Le Presenze Invisibili (1898), Melodie (1900), La Festa (1900), Idillio d'Hyla (1906), Il Dio dell'Attimo (1910), Vitae subliminalis Aenigmata (1934).

ALBERTO SORMANI (Pomelasca 1866 - 1893). Letterato e critico, diresse "L'Idea Liberale" e collaborò a "Cronaca d'Arte". Pur non pubblicando mai volumi di versi, si fece notare con alcune poesie uscite su riviste di fine Ottocento in cui colpisce, oltre all'uso del verso libero (molto in anticipo rispetto agli altri poeti), la sua straordinaria precocità nel trattare temi che, dopo almeno un decennio, sarebbero stati adottati dai poeti crepuscolari.

lunedì 31 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: Q, R

ROMOLO QUAGLINO (Milano 1871 - ivi 1938). Amico di Gian Pietro Lucini, fu uno dei maggiori esponenti della poesia simbolista in Italia; le sue poesie sono spesso ricche di immagini preziose ed erotiche. Opere: I Modi. Anime e simboli (1896), Fior' brumali (1897), Dialoghi d'Esteta (1899), Cibele Madre (1903), I sonetti a Celia (1911), Echi ed ombre (1920).

YOSTO RANDACCIO (Iosto Carmine Randacio, Cagliari 1880 - Roma 1965). Trasferitosi a Roma, qui frequentò il cenacolo dei poeti crepuscolari capeggiato da Sergio Corazzini, nell'unico suo volume di versi: Poemetti della convalescenza (1909), evidenti sono le derivazioni dal crepuscolarismo.

GIACINTO RICCI SIGNORINI (Massalombarda 1861 - Cesena 1893). Poeta che subì l'influsso del Carducci, i suoi versi sono pervasi da una profonda vena malinconica, morì suicida. Opere: Rime (1888), Il libro delle rime (1890), Thanatos (1892), Elegie di Romagna (1893), Poesie e prose (postuma, 1903).

GIUSEPPE RINO (Messina 1886 - 1963). Poeta e saggista, appartenne, insieme ad altri letterati siciliani, ad un cenacolo di fautori della poesia simbolista, ne fanno testimonianza le sue opere in versi: I sonetti flammei (1905), e L'estuario delle Ombre (1907).

CECCARDO ROCCATAGLIATA CECCARDI (Ortonovo 1871 - Genova 1919). Dopo aver abbandonato l'università si dedicò al giornalismo collaborando con "La Gazzetta di Genova" e "Il Secolo XX"; molte sue poesie comparvero sulla "Riviera Ligure". Poeta a metà cadrucciano e a metà simbolista, fu un punto di riferimento per i giovani poeti che operarono a Genova alla fine del XIX secolo. Opere poetiche: Il libro dei frammenti (1895), Il Viandante (1904), Apua Mater (1905), Sonetti e Poemi (1910), Sillabe ed Ombre (postumo, 1925).

ETTORE ROMAGNOLI (Roma 1871 - ivi 1938). Professore di letteratura greca, traduttore e saggista, scrisse anche poesie che raccolse in Miti e fantasie (1910). Le sue liriche, di gusto classico, hanno anche qualche spunto legato alla modernità.

GUIDO RUBERTI (Roma 1885 - ivi 1955). Poeta, narratore e critico teatrale, appartenne alla cerchia di Sergio Corazzini il quale recensì la sua prima opera poetica: Le fiaccole (1905) a cui seguirono Le Evocazioni (1909). Poeta crepuscolare, Ruberti attinge anche dalla poesia simbolista e decadente.

ANTONIO RUBINO (Sanremo 1880 - Bajardo 1964). Poeta e disegnatore, laureatosi in legge iniziò a collaborare a vari periodici con illustrazioni e testi per l'infanzia; fondò il "Corriere dei piccoli". Pubblicò un volume di Versi e disegni (1911) dove, per ciò che riguarda le poesie, si dimostrò fantasioso creatore di mondi ed atmosfere non distanti dalla sensibilità decadente.

domenica 30 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: P

SILVIO PAGANI (Milano 1867 - ?). Poeta e drammaturgo, amico di Gian Pietro Lucini, scrisse delle azioni drammatiche come Lo specchio della dolorosa esistenza (1895) e Selve pagane (1897) che, ricche di preziosismi, molto si accostano al simbolismo di Maeterlinck.

ALDO PALAZZESCHI (Aldo Giurlani, Firenze 1885 - Roma 1974). Poeta e narratore, tentò di diventare un attore teatrale con scarsi risultati, divenne però affermato scrittore; nelle sue poesie inizialmente si nota un simbolismo puerile ed un crepuscolarismo velato; poi, dopo aver conosciuto F. T. Marinetti, Palazzeschi aderì al futurismo e i suoi versi si arricchirono di spunti ironici e a volte comici. Opere poetiche: I cavalli bianchi (1905), Lanterna (1907), Poemi (1909), L'incendiario (1910¹, 1913²).

ENRICO PANZACCHI (Ozzano dell'Emilia 1840 - Bologna 1904). Poeta, professore e politico, amico di Giosue Carducci e di Giovanni Pascoli, scrisse poesie che inizialmente risentono della lezione carducciana, quindi si spostano su tematiche vicine al decadentismo. Tra le opere in versi si segnalano: Visioni e immagini (1894), Alma natura (1894), Cor sincerum (1902), Poesie (edizione postuma della sua intera opera poetica, 1908).

GIOVANNI PASCOLI (San Mauro di Romagna 1855 - Bologna 1912). Conseguita la laurea in Lettere professò l'insegnamento prima in licei poi in varie università italiane. Collaboratore del "Marzocco" e della "Riviera Ligure", è stato un poeta importantissimo della nostra letteratura, sensibile alla poetica del decadentismo, nelle sue poesie affrontò varie tematiche che vanno dalla descrizione paesaggistica intrisa di sensazioni segrete ad un senso misterioso e sovrumano della vita e della natura. Tra i suoi volumi in versi si ricordano: Myricae (1891), Poemetti (1897), Canti di Castelvecchio (1903), Odi e Inni (1906), Nuovi Poemetti (1909).

FRANCESCO PASTONCHI (Riva Ligure 1877 - Torino 1953). Poeta, narratore e drammaturgo, dopo la laurea insegnò letteratura all'università di Torino. Influenzato dal D'Annunzio, scrisse versi eleganti ma superficiali, in cui spesso si nota una attenzione particolare agli ambienti mondani. Opere poetiche: Belfonte (1903), Sul limite dell'ombra (1905), Il pilota dorme (1913), Il randagio (1921).

GUIDO PEREYRA (firenze 1881 - 1968). Professore e poeta, pubblicò giovanissimo due raccolte poetiche: A vent'anni (1901) e Nuove poesie: testamento (1902) firmandosi con lo pseudonimo di Leonardo Lilia. Il suo volume di versi più importante, Il libro del collare uscì nel 1920. Poeta che predilesse temi autobiografici e filosofici, non si dimostrò estraneo al clima decadente e simbolista.

GIUSEPPE PIAZZA (Messina 1882 - Roma 1969). Giornalista e poeta, fu redattore capo della "Tribuna" e del "Giornale d'Italia". Nel 1903 pubblicò un volumetto di poesie: Le Eumenidi in cui si riscontrano chiari echi classicisti e parnassiani con, qua e là, qualche accento decadente.

LUCA PIGNATO (Caltanissetta 1892 - Palermo 1955). Poeta, saggista e giornalista, fu direttore di "Cronache nazionali", importanti furono i suoi studi sulla letteratura francese. Come poeta, all'inizio subì l'influenza dei simbolisti, in particolare di Mallarmé, in seguito fu il tema religioso a tenere banco sia nei suoi versi che nelle sue prose poetiche. Opere: Persefone (1913), Pietre (1925).