lunedì 31 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: Q, R

ROMOLO QUAGLINO (Milano 1871 - ivi 1938). Amico di Gian Pietro Lucini, fu uno dei maggiori esponenti della poesia simbolista in Italia; le sue poesie sono spesso ricche di immagini preziose ed erotiche. Opere: I Modi. Anime e simboli (1896), Fior' brumali (1897), Dialoghi d'Esteta (1899), Cibele Madre (1903), I sonetti a Celia (1911), Echi ed ombre (1920).

YOSTO RANDACCIO (Iosto Carmine Randacio, Cagliari 1880 - Roma 1965). Trasferitosi a Roma, qui frequentò il cenacolo dei poeti crepuscolari capeggiato da Sergio Corazzini, nell'unico suo volume di versi: Poemetti della convalescenza (1909), evidenti sono le derivazioni dal crepuscolarismo.

GIACINTO RICCI SIGNORINI (Massalombarda 1861 - Cesena 1893). Poeta che subì l'influsso del Carducci, i suoi versi sono pervasi da una profonda vena malinconica, morì suicida. Opere: Rime (1888), Il libro delle rime (1890), Thanatos (1892), Elegie di Romagna (1893), Poesie e prose (postuma, 1903).

GIUSEPPE RINO (Messina 1886 - 1963). Poeta e saggista, appartenne, insieme ad altri letterati siciliani, ad un cenacolo di fautori della poesia simbolista, ne fanno testimonianza le sue opere in versi: I sonetti flammei (1905), e L'estuario delle Ombre (1907).

CECCARDO ROCCATAGLIATA CECCARDI (Ortonovo 1871 - Genova 1919). Dopo aver abbandonato l'università si dedicò al giornalismo collaborando con "La Gazzetta di Genova" e "Il Secolo XX"; molte sue poesie comparvero sulla "Riviera Ligure". Poeta a metà cadrucciano e a metà simbolista, fu un punto di riferimento per i giovani poeti che operarono a Genova alla fine del XIX secolo. Opere poetiche: Il libro dei frammenti (1895), Il Viandante (1904), Apua Mater (1905), Sonetti e Poemi (1910), Sillabe ed Ombre (postumo, 1925).

ETTORE ROMAGNOLI (Roma 1871 - ivi 1938). Professore di letteratura greca, traduttore e saggista, scrisse anche poesie che raccolse in Miti e fantasie (1910). Le sue liriche, di gusto classico, hanno anche qualche spunto legato alla modernità.

GUIDO RUBERTI (Roma 1885 - ivi 1955). Poeta, narratore e critico teatrale, appartenne alla cerchia di Sergio Corazzini il quale recensì la sua prima opera poetica: Le fiaccole (1905) a cui seguirono Le Evocazioni (1909). Poeta crepuscolare, Ruberti attinge anche dalla poesia simbolista e decadente.

ANTONIO RUBINO (Sanremo 1880 - Bajardo 1964). Poeta e disegnatore, laureatosi in legge iniziò a collaborare a vari periodici con illustrazioni e testi per l'infanzia; fondò il "Corriere dei piccoli". Pubblicò un volume di Versi e disegni (1911) dove, per ciò che riguarda le poesie, si dimostrò fantasioso creatore di mondi ed atmosfere non distanti dalla sensibilità decadente.

domenica 30 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: P

SILVIO PAGANI (Milano 1867 - ?). Poeta e drammaturgo, amico di Gian Pietro Lucini, scrisse delle azioni drammatiche come Lo specchio della dolorosa esistenza (1895) e Selve pagane (1897) che, ricche di preziosismi, molto si accostano al simbolismo di Maeterlinck.

ALDO PALAZZESCHI (Aldo Giurlani, Firenze 1885 - Roma 1974). Poeta e narratore, tentò di diventare un attore teatrale con scarsi risultati, divenne però affermato scrittore; nelle sue poesie inizialmente si nota un simbolismo puerile ed un crepuscolarismo velato; poi, dopo aver conosciuto F. T. Marinetti, Palazzeschi aderì al futurismo e i suoi versi si arricchirono di spunti ironici e a volte comici. Opere poetiche: I cavalli bianchi (1905), Lanterna (1907), Poemi (1909), L'incendiario (1910¹, 1913²).

ENRICO PANZACCHI (Ozzano dell'Emilia 1840 - Bologna 1904). Poeta, professore e politico, amico di Giosue Carducci e di Giovanni Pascoli, scrisse poesie che inizialmente risentono della lezione carducciana, quindi si spostano su tematiche vicine al decadentismo. Tra le opere in versi si segnalano: Visioni e immagini (1894), Alma natura (1894), Cor sincerum (1902), Poesie (edizione postuma della sua intera opera poetica, 1908).

GIOVANNI PASCOLI (San Mauro di Romagna 1855 - Bologna 1912). Conseguita la laurea in Lettere professò l'insegnamento prima in licei poi in varie università italiane. Collaboratore del "Marzocco" e della "Riviera Ligure", è stato un poeta importantissimo della nostra letteratura, sensibile alla poetica del decadentismo, nelle sue poesie affrontò varie tematiche che vanno dalla descrizione paesaggistica intrisa di sensazioni segrete ad un senso misterioso e sovrumano della vita e della natura. Tra i suoi volumi in versi si ricordano: Myricae (1891), Poemetti (1897), Canti di Castelvecchio (1903), Odi e Inni (1906), Nuovi Poemetti (1909).

FRANCESCO PASTONCHI (Riva Ligure 1877 - Torino 1953). Poeta, narratore e drammaturgo, dopo la laurea insegnò letteratura all'università di Torino. Influenzato dal D'Annunzio, scrisse versi eleganti ma superficiali, in cui spesso si nota una attenzione particolare agli ambienti mondani. Opere poetiche: Belfonte (1903), Sul limite dell'ombra (1905), Il pilota dorme (1913), Il randagio (1921).

GUIDO PEREYRA (firenze 1881 - 1968). Professore e poeta, pubblicò giovanissimo due raccolte poetiche: A vent'anni (1901) e Nuove poesie: testamento (1902) firmandosi con lo pseudonimo di Leonardo Lilia. Il suo volume di versi più importante, Il libro del collare uscì nel 1920. Poeta che predilesse temi autobiografici e filosofici, non si dimostrò estraneo al clima decadente e simbolista.

GIUSEPPE PIAZZA (Messina 1882 - Roma 1969). Giornalista e poeta, fu redattore capo della "Tribuna" e del "Giornale d'Italia". Nel 1903 pubblicò un volumetto di poesie: Le Eumenidi in cui si riscontrano chiari echi classicisti e parnassiani con, qua e là, qualche accento decadente.

LUCA PIGNATO (Caltanissetta 1892 - Palermo 1955). Poeta, saggista e giornalista, fu direttore di "Cronache nazionali", importanti furono i suoi studi sulla letteratura francese. Come poeta, all'inizio subì l'influenza dei simbolisti, in particolare di Mallarmé, in seguito fu il tema religioso a tenere banco sia nei suoi versi che nelle sue prose poetiche. Opere: Persefone (1913), Pietre (1925).

domenica 23 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: N, O

ADA NEGRI (Lodi 1870 - Milano 1945). Maestra elementare, divenne famosa poetessa con le raccolte: Fatalità (1892), Tempeste (1895), Maternità (1904), Dal profondo (1910), Esilio (1914), Il libro di Mara (1919). I suoi versi denotano una ascendenza tardoromantica che via via si trasforma in colloquio interiore.

ENRICO NENCIONI (Firenze 1837 - Ardenza 1896). Poeta e saggista, amico di Giosue Carducci, fu redattore del "Fanfulla della Domenica" e collaboratore della "Nuova Antologia". Scrisse versi di gusto estetizzante che raccolse nel volume: Poesie (1880).

ANGIOLO SILVIO NOVARO (Diano Marina 1866 - Imperia 1938). Scrittore e poeta, pubblicò volumi di poesie e prose dalle tonalità crepuscolari e pascoliane. Tra le opere in versi spiccano: La casa del signore (1905) e Il cuore nascosto (1920).

PIER LUDOVICO OCCHINI (Arezzo 1874 - ivi 1941). Politico, giornalista e poeta italiano, laureatosi in legge, iniziò a collaborare col "Marzocco" e con il "Regno"; nazionalista convinto, ricprì importanti cariche politiche. Scrisse versi in gioventù raccolti nei volumi: Ghirlanda minima (1894) e Biscuits de Sèvres (1897) che risentono del clima decadente e simbolista.

DOMENICO OLIVA (Torino 1860 - Sestri Ponente 1917). Giornalista, critico, librettista e poeta, dopo essersi laureato in giurisprudenza professò il giornalismo con ottimi risultati; fondò "L'Idea Liberale" e diresse "Il Corriere della Sera". Nelle sue poesie si notano accenti tardoromantici e scapigliati. Opere poetiche: Poesie (1889), Il Ritorno (1896).

ARTURO ONOFRI (Roma 1885 - ivi 1928). Poeta, lavorò per lungo tempo alla Croce Rossa; fondò la rivista "Lirica" e collaborò alla "Vita Letteraria" e alla "Diana". Dopo le prime raccolte influenzate dalla poesia di D'Annunzio e di Pascoli, si orientò dapprima verso un frammentismo impressionista, quindi, la lettura delle opere di R. Steiner lo fece indirizzare verso un tipo di poesia trascendente e esoterica che anticipa l'ermetismo. Opere poetiche: Liriche (1907), Poemi tragici (1908), Canti delle oasi (1909), Liriche (1914), Orchestrine (1917), Arioso (1921), Le trombe d'argento (1924), Terrestrità del sole (1927), Vincere il drago! (1928), Simili a melodie rapprese in mondo (1929), Zolla ritorna cosmo (1930), Suoni del Graal (1932), Aprirsi fiore (1935).

LUIGI ORSINI (Imola 1875 - ivi 1954). Poeta, prosatore e librettista, scrisse poesie che spaziano su più di un argomento, in particolare: il civile, il contemplativo e il religioso. Opere poetiche: Da l'alba al tramonto (1901), I Canti delle Stagioni (1905), Le campane di Ortodonico (1921).

ANGIOLO ORVIETO (Firenze 1869 - ivi 1968). Poeta, saggista, librettista e drammaturgo, fu cofondatore della "Vita Nuova" e del "Marzocco". Nelle sue poesie si nota una attenzione particolare alla musicalità unita ad una predominanza di atmosfere esotiche. Opere: La sposa mistica (1893), Sposa mistica. Il velo Sposa di Maya (1898), Verso l'Oriente (1902), Le sette leggende (1912), Primavere della cornamusa (1925).

NINO OXILIA (Torino 1889 - Monte Tomba 1917). Poeta e commediografo italiano, famoso per aver scritto, insieme ad Alessandro Camasio, la commedia Addio giovinezza!, è autore di due volumi poetici: Canti brevi (1909) e Gli orti (postumo, 1918) che si caratterizzano per modi crepuscolari e qualche accento futurista.

venerdì 21 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: M

OLINDO MALAGODI (Cento 1870 - Parigi 1934). Scrittore e giornalista, dopo la laurea in Lettere si trasferì a Londra come inviato de "La Tribuna" di cui poi divenne direttore. Abbracciò la politica dei liberali e, all'avvento del fascismo, riparò a Parigi dove morì. I suoi versi di gusto classico, presentano atmosfere sognanti e pensose. Opere poetiche: Un libro di versi (1908), Madre nostra (1914), Poesie vecchie e nuove (1928).

MARIO MALFETTANI (Genova 1875-1911). Ottenuta la laurea in legge si dedicò alla letteratura e frequentò alcuni poeti dell'ambiente genovese fra cui Alessandro Giribaldi; appassionatosi di politica, entrò nel partito socialista, morì suicida. Le sue poesie risentono del clima decadente e simbolista che aleggiava nel cenacolo dei poeti di Genova. Opere poetiche: Il 1° libro dei trittici (con A. Giribaldi e A. Varaldo, 1897), Fiori vermigli (1906).

GESUALDO MANZELLA FRONTINI (Catania 1885 - Acitrezza 1965). Scrittore, poeta e giornalista dopo la laurea in Lettere praticò l'insegnamento nei licei di varie località italiane. La sua poesia attraversò varie tendenze, tra cui quella decadente e quella futurista. Opere poetiche: Novissima (1904), Le rosse vergini (1905), Sui gigli gocce sanguigne (1920).

ENZO MARCELLUSI (Cellino Attanasio 1886 - Chieti 1962). Si laureò in Lettere a Roma, qui collaborò a "La VIta Letteraria". Si stabilì poi a Chieti dove esercitò l'avvocatura. La sua poesia è fortemente legata al simbolismo francese, al Pascoli e al D'Annunzio. Opere poetiche: Il giardino dei supplizi (1909), I canti violetti (1913), Intensità (1920), Le poesie (1923).

NICOLA MARCHESE (Trani 1858 - Roma 1910). Avvocato e poeta, scrisse liriche di gusto classico che però presentano anche delle caratteristiche più moderne, vicine al decadentismo. Opere poetiche: Crisantemi (1895), Canzoni a ballo (1901), Le Liriche (1911).

MARIO MARIANI (Roma 1883 - San Paolo, Brasile 1951). Giornalista, scrittore e poeta, arruolatosi negli alpini fece il corrispondente di guerra per "Il Messaggero" ed "Il Secolo". Si specializzò nella scrittura di romanzi erotici e subì anche dei processi per oltraggio al pudore. Con l'avvento del fascismo abbandonò l'Italia e si trasferì in Brasile. Pubblicò nel 1905 una raccolta di versi: Antelucano, dai toni decadenti.

MARINO MARIN (Corcrevà di Bottrighe 1860 - Adria 1951). Dopo gli studi entrò come dirigente nel comune di Adria, dal quale incarico fu messo a riposo nel 1914 per una grave malattia agli occhi che alcuni anni dopo lo fece diventare cieco. Poeta classicista, pascoliano e, in alcune raccolte decadente, pubblicò i seguenti volumi di versi: Humus (1892), Sonetti secolari (1896), Voci lontane (1898), Luci e ombre (1904), Narciso (1907), Le Opere e i Giorni (1920).

TITO MARRONE (Sebastiano Amedeo Marrone, Trapani 1882 - Roma 1967). Poeta e drammaturgo, si trasferì ben presto a Roma dove divenne collaboratore de "La Vita Letteraria". Abbandonò ancora giovane l'attività letteraria a causa di delusioni profonde dovute a lutti e a disattese aspettative. Fu poeta simbolista e crepuscolare nelle raccolte: Cesellature (1899), Le gemme e gli spettri (1901), Le rime del commiato (1901), Liriche (1904). I versi dei Poemi provinciali e delle Carnascialate, scritti tra il 1900 e il 1907, in parte furono pubblicati in varie riviste, in parte rimasero inediti.

FAUSTO MARIA MARTINI (Roma 1886 - ivi 1930). Poeta, giornalista e critico teatrale, collaboratore della "Tribuna" e del "Giornale d'Italia", fu grande amico di Sergio Corazzini di cui curò una edizione delle sue Liriche. Le sue poesie crepuscolari sono raccolte in: Le piccole morte (1906), Panem nostrum (1907), Poesie provinciali (1910).

PIETRO MASTRI (Pirro Masetti, Firenze 1868 - ivi 1932). Poeta ed avvocato, collaborò alle riviste "Il Marzocco" e "Vita Nuova". Inizialmente fu profondamente influenzato dalla poetica pascoliana, poi, dopo un lungo periodo di inattività, tornò a scrivere e pubblicare poesie che denotano una spiccata inquietudine religiosa. Opere: Frammenti poetici (1893), L'arcobaleno (1900¹, 1920²), Lo specchio e la falce (1907), La meridiana (1920), La fronda oscillante (1923), La via delle stelle (1927).

RICCARDO MAZZOLA (Napoli 1890 - ivi 1922). Poeta, narratore e giornalista, morì giovanissimo a causa di un incidente automobilistico. Scrisse versi dai toni dannunziani e tardoromantici. Opere poetiche: Fiori di sogno (1906), La battaglia (1909), Noi due (1914).

FRANCESCO MERIANO (Torino 1896 - Kabul, Afghanistan 1934). Giornalista e poeta, fu codirettore della rivista "La Brigata" e collaboratore di "La Diana", "Il Giornale del Mattino" e "Il Popolo d'Italia". Scrisse poesie crepuscolari e futuriste come testimoniano le raccolte: Gli Epicedi e altre poesie (1914), Equatore notturno (1916), Croci di legno (1919).

GUIDO MILELLI (Roma 1885 - ?). Giornalista, fu redattore del "Popolo Romano" e del "Corriere d'Italia". Giovane, frequentò il cenacolo romano di Sergio Corazzini e scrisse poche poesie pubblicate dalla "Vita Letteraria".

MARIO MORASSO (Genova 1871 - Torino 1938). Scrittore e poeta, collaborò al "Campo" e al "Marzocco". Teorizzò il «macchinismo» in anticipo rispetto ai futuristi. Scrisse anche dei versi d'ispirazione simbolista nelle raccolte: Sinfonie luminose (con G. Borzaghi, 1893), I Prodigi (1894), Profezia (1902).

MARINO MORETTI (Cesenatico 1885 - ivi 1979). Romanziere e poeta, è uno dei massimi esponenti del crepuscolarismo; le sue poesie denotano una predilezione per le cose semplici e le atmosfere malinconiche. Opere poetiche: Fraternità (1905), La serenata delle zanzare (1908), Poesie scritte col lapis (1910), Poesie di tutti i giorni (1911), Il giardino dei frutti (1916).

NICOLA MOSCARDELLI (Opena 1894 - Roma 1943). Poeta, narratore e giornalista, collaboratore di "La Voce", di "La Diana" e di "Lacerba", scrisse poesie che attraversano un po' tutte le correnti del suo tempo: dal crepuscolarismo al futurismo al frammentismo vociano. Opere: La Veglia (1913), Abbeveratoio (1914), Tatuaggi (1916), Gioielleria notturna (1918), La mendica muta (1919).

ETTORE MOSCHINO (L'Aquila 1867 - Roma 1941). Poeta, giornalista e drammaturgo, collaborò al "Fanfulla della Domenica" e al "Capitan Fracassa", pubblicò un volume di versi: I lauri (1908), dai toni dannunziani e decadenti.

giovedì 20 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: L

VIRGILIO LA SCOLA (Palermo 1869 - ivi 1927). Poeta d'ispirazione fondamentalmente religiosa, pubblicò le seguenti raccolte: La casa del grano (1907), La tenue accolta (1907), La placida fonte (1907), Nova Anima Umana (1909), L'Eterno Dimane (1912).

GIOGIO LAIS (Frascati 1886 - Roma 1957). Assiduo collaboratore de "La Vita Letteraria", frequentò il cenacolo romano che gravitava intorno a Sergio Corazzini, di cui fu fraterno amico. Pubblicò poesie oltre che sul giornale prima citato anche su "Gens Nova". I suoi versi, di gusto parnassiano e crepuscolare, avrebbero dovuto far parte di una raccolta che non vide mai la luce.

ANGELINA LANZA (Palermo 1879 - Gibilmanna 1936). Poetessa, narratrice e studiosa di filosofia, fu provata da gravi lutti famigliari (gli morirono entrambe le figlie) che la portarono a trovar conforto soltanto nella religione e nella poesia. I suoi versi son pieni di accenti mistici e a volte decadenti. Opere: Le rime dell'innocenza (1903), La fonte di Mnemosine (1912).

MARCO LESSONA (Genova 1859 - Torino 1921). Trasferitosi ben presto a Torino, si laureò in Filosofia. Poesia di vena meditativa e nostalgica è quella che espresse nei volumi: Ritmi (1902), Versi liberi (1920) e il postumo Poesie (1930).

ACHILLE LETO (Vallelunga 1870 - 1963). Poeta assai prolifico, nei suoi versi ebbe ben presenti, oltre agli scapigliati, il Pascoli ed il D'Annunzio. La sua opera più significativa è La tibia (1908).

GIUSEPPE LIPPARINI (Bologna 1877 - ivi 1951). Insegnò per molti anni all'Accademia di Belle Arti di Bologna, collaborò con articoli di vario genere a giornali come "Il Corriere della Sera" e "Il Tesoro". Le sue prime raccolte poetiche risentono dell'influenza simbolista e decadente, passò poi ad un classicismo che si avvicina alla poesia alessandrina. Opere: I sogni (1898), Lo specchio delle rose (1898), Idilli (1901), Nuove poesie (1903), Poemi ed elegie (1908), I canti di Mèlitta (1910), L'ansia (1913), Le foglie d'alloro (1916), Stati d'animo e altre poesie (1917). 

GIAN PIETRO LUCINI (Milano 1867 - Breglia 1914). Dopo la laurea in legge investì dei soldi in case editrici senza trarne molti vantaggi, si interessò di politica e divenne fervente antimilitarista, collaborò con poesie e scritti di varia natura a riviste prestigiose come "Poesia" e "La Voce", aderì per un breve periodo al Futurismo dal quale si distaccò non senza furiose polemiche. Le sue poesie, inizialmente risentono della lezione scapigliata e della poesia simbolista francese, poi, adottato il verso libero, su cui scrisse un importante saggio, focalizzò la sua attenzione su tematiche sociali e acuì una già spiccata tendenza al sarcasmo e all'invettiva. Opere poetiche: Il Libro delle Figurazioni Ideali (1894), Il Libro delle Imagini Terrene (1898), Revolverate (1909), La solita canzone del Melibeo (1910) e, postuma, Le Antitesi e le Perversità (1970).

mercoledì 19 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: G

FRANCESCO GAETA (Napoli 1879 - ivi 1927). Giornalista, amico di Benedetto Croce e di Salvatore Di Giacomo, scrisse poesie che inizialmente risentirono l'influenza di D'Annunzio e di Carducci per poi spostarsi verso modi sensuali e, raramente, decadenti. Opere principali: Reviviscenze (1900), Sonetti voluttuosi e altre poesie (1906), Poesie d'amore (1920).

ALFREDO GALLETTI (Cremona 1872 - Milano 1962). Laureatosi in Lettere, insegna dapprima in un liceo, poi è libero docente all'Università di Firenze, infine ordinario di letteratura italiana a Genova e a Bologna. Critico letterario insigne, è autore di un solo volume di poesie: Odi ed elegie (1903) in cui dimostra legami con la lirica carducciana e pascoliana.

EUGENIO GARA (Genova 1888 - Milano 1985). Giornalista e critico musicale, scrisse anche poesie che pubblicò su riviste tra cui "La Diana". L'unico suo libro di versi è La canzone del salice (1910). Poeta dalle caratteristiche decadenti e simboliste, le sue liriche spesso trovano ambientazione in mondi lontani pieni di atmosfere sognanti.

DIEGO GAROGLIO (Montafia 1866 - Asti 1933). Si laureò in Lettere a Firenze, praticando poi l'insegnamento in varie città; partecipò alla fondazione delle riviste: "Vita Nuova" e "Marzocco"; poeta prolifico, le sue liriche denotano una vena pessimistica e decadente. Opere principali: Due anime (1898), Elena (1901), Sul bel fiume d'Arno (1912).

AUGUSTO GARSIA (Forlì 1889 - Firenze 1956). Poeta, narratore e critico, insegnò letteratura italiana in varie università. È autore di raccolte poetiche dagli accenti mistici e contemplativi. Opere: Opposte voci (1921), Poesie (1925), Voci del mio silenzio (1927).

UGO GHIRON (Roma 1876 - Venezia 1952). Frequentò l'Università di Pisa, collaboratore delle riviste: "Nuova Antologia" e "Fanfulla della Domenica", pubblicò scritti in prosa e in versi. Le sue poesie rivelano una tenue malinconia ed una chiara ascendenza pascoliana. Opere principali: Vita (1908), Le rime della notte (1913), Poesie (1932).

LUISA GIACONI (Firenze 1870 - ivi 1908). Gli studi che fece all'Accademia delle Belle Arti di Firenze gli permisero di vivere riproducendo copie di quadri dei musei fiorentini. Poetessa di gran talento, pubblicò molte poesie sulla rivista "Marzocco", la precoce morte gli impedì di vedere i suoi versi in un volume, che uscì postumo col titolo Tebaide (1909, poi, in edizione accresciuta: 1912). La sua lirica, al di là delle evidenti derivazioni pascoliane e dannunziane, ha momenti di originalità e si pone tra gli esempi più notevoli di decadentismo e simbolismo italiano.

GIULIO GIANELLI (Torino 1879 - Roma 1914). Dopo la maturità classica frequentò le lezioni universitarie di Arturo Graf a Torino, qui conobbe Guido Gozzano e Giovanni Cena. Poeta d'ispirazione crepuscolare, pubblicò i seguenti volumi: Tutti li angioli piangeranno (1903), Mentre l'esilio dura (1904), Intimi Vangeli (1908).

GIACOMO GIGLI (? - ?). Pochissime notizie esistono di questo poeta che esordì col volume Maggiolata (1904), questa raccolta presenta all'inizio una lettera di presentazione a firma di Olindo Guerrini; la seconda sua raccolta: Ombre di nubi (1907) fu recensita da Decio Cinti sulla rivista "Poesia". Le sue liriche presentano, tra le altre caratteristiche, dei riferimenti alla poesia simbolista.

COSIMO GIORGIERI CONTRI (Lucca 1870 - Viareggio 1943). Fu poeta, narratore e drammaturgo; scrisse versi anticipatori del crepuscolarismo nei volumi: Versi tristi (1888), Il convegno dei cipressi (1895), Primavere del desiderio e dell'obio (1903), La donna del velo (1905), Mirti in ombra (1913), Il convegno dei cipressi e altre poesie (1922). Se è vero che la caratteristica principale delle sue poesie è un'intonazione precrepuscolare e malinconica, ciò non toglie che vi si trovino spunti e movenze derivanti dal simbolismo francese ed una notevole eleganza che fanno del Giorgieri Contri uno dei migliori esponenti della poesia "nuova" nell'Italia di fine ottocento e d'inizio novecento.


EMILIO GIRARDINI (Udine 1858 - ivi 1946). Poeta e traduttore, iniziò a pubblicare volumi di sue poesie ben oltre i quarant'anni. Dopo le prime prove che evidenziano la sua vicinanza alla poesia di Giovanni Pascoli, dimostrò poi una sua vena originale e ben inserita nell'ambito del decadentismo. Opere principali: Ruri (1903), Liriche varie. La vela d'Ulisse (1908), Chordae cordis (1920).

ALESSANDRO GIRIBALDI (Porto Maurizio 1874 - Chiavari 1928). Poeta e giornalista, scrisse i suoi articoli su varie riviste tra cui: "Endymion" e "Domenica letteraria", fu cofondatore di "Vita Nova". Accanito lettore della poesia simbolista, pubblicò una originalissima raccolta insieme ad Alessandro Varaldo e a Mario Malfettani intitolata: Il 1° libro dei trittici (1897). Nel 1903 subì un processo per omicidio e passò un periodo in carcere; la raccolta postuma: I canti del Prigioniero (1940) contiene, tra le altre, alcune liriche scritte durante la detenzione. Figura fondamentale del simbolismo italiano e genovese, le poesie di Giribaldi rappresentano una delle più importanti novità per la nostra letteratura d'inizio novecento.

GIUSEPPE GIUSTA (? - ?). Scarsissime sono le notizie che riguardano questo poeta che pubblicò qualche poesia su "La Lettura" e su "La Diana". Opere poetiche: Fiori di mandorlo (1903), Il mazzo di carte (1913), La Domatrice ed altre liriche (1920).

DOMENICO GNOLI (Roma 1838 - ivi 1915). Dopo gli esordi nella "scuola romana" e un successivo periodo carducciano, raggiunse la fama già ultrasessantenne con la raccolta Fra terra e astri (1903) pubblicata con lo pseudonimo di Giulio Orsini. In queste poesie, come in quelle del volume successivo: Jacovella (1905) lo Gnoli mostò una sorprendente adesione ai gusti dell'epoca, modi della poesia decadente sono percepibili anche nella sua ultima opera poetica, uscita postuma: Canti del Palatino (1923).

CORRADO GOVONI (Tamara 1884 - Roma 1965). Poeta, passò dalla prima raccolta: Le fiale (1903) di gusto liberty e dannunziano, al crepuscolarismo di Armonia in grigio et in silenzio (1903), Fuochi d'artifizio (1905) e Gli aborti (1907); aderì quindi al futurismo coi volumi: Poesie elettriche (1911) e L'inaugurazione della primavera (1915). È uno dei poeti che furono più pronti a recepire le nuove tendenze poetiche europee e divenne un fantasioso creatore di atmosfere e di immagini.

GUIDO GOZZANO (Aglié 1883 - Torino 1916). Frequentò le lezioni universitarie di Arturo Graf tenutesi alla Facoltà di Lettere di Torino, qui conobbe Giulio Gianelli, Carlo Vallini e Amalia Guglielminetti. Collaborò a varie riviste, tra le quali: "Piemonte" e "La Riviera Ligure"; morì precocemente di tubercolosi. Pubblicò due raccolte poetiche: La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911). È considerato uno tra i migliori poeti italiani del Novecento, la sua poesia si distingue per uno spiccato senso ironico, un andamento prosastico e un rifiuto per il sublime e per i toni retorici.

ARTURO GRAF (Atene 1848 - Torino 1913). Poeta e critico, visse quasi sempre a Torino dove esercitò l'insegnamento; alle sue importanti lezioni universitarie nella facoltà di Lettere dell'università torinese, assistettero poeti illustri come Guido Gozzano, Giulio Gianelli e Carlo Vallini. Poeta in parte romantico, in parte simbolista, con l'andare degli anni mostrò un acuito pessimismo nei confronti degli uomini, riscattato però da un avvicinamento al cristianesimo. Opere poetiche: Medusa (1880¹, 1890³), Dopo il tramonto (1893), Le Danaidi (1897), Morgana (1901), Rime della selva (1906).

ARMANDO GRANELLI (1887 - 1947). Avvocato, fu direttore de "La Vita Letteraria" dove pubblicò suoi racconti e poesie. Pubblicò una raccolta di versi: Cattivo umore (1910) che risente delle atmosfere crepuscolari.

LUIGI GUALDO (Milano 1847 - Parigi 1898). Poeta e narratore, visse tra Milano e Parigi, in Francia conobbe personalità illustri quali Théophile Gautier e Stephane Mallarmé. Autore di una sola raccolta di poesie: Le nostalgie (1883), nei suoi versi dimostra di aver assimilato varie tendenze letterarie, ossia quelle degli scapigliati, dei parnassiani e dei decadenti.

AMALIA GUGLIELMINETTI (Torino 1881 - ivi 1941). Nata da famiglia benestante, frequentò i collegi piemontesi negli ultimi anni dell'Ottocento. Poetessa di vena sensuale e decadente, fu amica di Guido Gozzano con cui ebbe anche una breve relazione sentimentale. Opere poetiche: Voci di giovinezza (1903), Le Vergini folli (1907), Le Seduzioni (1909), L'insonne (1913).

martedì 18 ottobre 2011

Piccolo dizionario bio-bibliografico dei poeti italiani simbolisti, decadenti, liberty e crepuscolari: F

VINCENZO FAGO (Taranto 1875 - Roma 1940). Poeta, critico letterario e insigne bibliotecario, nel 1905 pubblicò un elegante volume di versi: Discordanze denso di atmosfere dannunziane e decadenti.

LUIGI FALLACARA (Bari 1890 - Firenze 1963). Si laureò a Firenze, lì frequentò intellettuali che scrivevano su "La Voce" e su "Lacerba", tra questi anche Giovanni Papini. Convertitosi al cristianesimo, scrisse poesie dagli accenti mistici. In parte legate al simbolismo sono le sue prime raccolte poetiche: Primo vere (1908), Illuminazioni (1925).

AUGUSTO FERRERO (Bologna 1866 - 1924). Laureato in legge, giornalista, fu redattore capo de "La Tribuna" e collaboratore di "Nuova Antologia"; nel 1893 pubblicò un libro di poesie: Nostalgie d'amore che evidenziano un temperamento romantico non distante dalle tematiche della poesia moderna. Interessanti i suoi Versi sull'Arte che comparvero sulla rivista "Nuova Antologia".

LIONELLO FIUMI (Rovereto 1894 - Roverchiara 1973). Assertore del "liberismo poetico", amico di Corrado Govoni, fece parte del cenacolo dei poeti di Verona e Ferrara attivo nella seconda decade del Novecento. Poeta a metà crepuscolare e a metà futurista pubblicò le seguenti raccolte di versi: Polline (1914), Mussole (1920), Tutto cuore (1925).

ARTURO FOÀ (Cuneo 1877 - 1944). Poeta, narratore, autore di testi teatrali e critico letterario, nel 1912 pubblicò la sua raccolta poetica più importante: Le vie dell'anima che risente del clima crepuscolare torinese.

ALCEO FOLICALDI (Roberto Cassinis, Lugo di Romagna 1900 - ivi 1952). Giovanissimo aderì al movimento futurista, infatti compare nell'antologia Nuovi poeti futuristi (1925). Aveva iniziato con versi e prose liriche di ascendenza simbolista (Imbastiture, 1922; I piccoli segni di Afrodite, 1925).

ENRICO FONDI (1881 - 1953). Insegnante e critico musicale, collaborò assiduamente con la rivista "Poesia", dove uscirono molte sue poesie. Perfettamente inserito nel clima culturale del suo tempo, scrisse versi legati alla poetica simbolista e liberty.

RICCARDO FORSTER (Zara 1869 - Napoli 1939). Perseguitato in patria perché irredentista dalmata, si trasferì a Napoli dove collaborò come critico teatrale a varie riviste tra cui "Il Mattino". Pubblicò un libro di poesie: La fiorita (1905), per lo più sonetti che rivelano un gusto tardo-scapigliato e neoromantico.

ALDO FUMAGALLI (? - ?). Poeta di cui si sa poco o nulla, nel 1913 pubblicò un volume di poesie dal titolo: Arcate, la cui prefazione è di Gian Pietro Lucini. I versi di questa raccolta rivelano suggestioni decadenti e una sottile vena di malinconia.